Samb-Piacenza: un mercoledì da leoni

Samb-Piacenza

I rossoblu guadagnano i quarti con una partita perfetta. L’analisi tattica di Samb-Piacenza


La scorsa domenica la sconfitta dei rossoblu a Piacenza aveva lasciato l’impressione di una squadra incompleta, povera di soluzioni, incapace di gestire al meglio tempi e momenti della partita. In vantaggio con Miracoli, i rossoblu si erano subito fatti riprendere e superare, finendo la gara con un assedio volitivo ma sterile. Uno scenario deludente, che lasciava poche speranze anche per la gara di ritorno. Per questo motivo la vittoria del Riviera assume ancora più valore, segnando il pieno riscatto di tecnico e squadra.

Stesso modulo, atteggiamento diverso

Le scelte iniziali sono sorprendenti, anche perché a cambiare meno, almeno sulla carta, è il tecnico che dovrebbe cambiare di più. Nonostante la sconfitta dell’andata Moriero conferma il 3-5-2, con un solo cambio: Bellomo sulla trequarti e Stanco in panchina. Stesso modulo per Franzini, che per gestire al meglio la squadra, alla quarta gara in 12 giorni, inserisce Taugourdeau, Della Latta e Di Cecco. La partita si preannunciava come uno specchio di quella di andata: l’unica, grande differenza l’hanno messa i rossoblu.

Rispetto all’andata la squadra di Moriero è stata un’altra. Sotto la spinta di un Riviera infuocato (quasi letteralmente) i rossoblu si sono imposti subito sulla partita, alzando la pressione e soffocando il possesso dei piacentini – costretti ad abbassare subito il baricentro.

Oltre alla pressione – più organizzata e aggressiva – la squadra di Moriero ha cambiato anche la fase di possesso, molto più strutturata rispetto a quattro giorni prima. In fase di costruzione il 3-5-2 rossoblu si “svuotava”: gli esterni restavano sempre molto alti, e le mezzali si allargavano per proporre una soluzione intermedia; in mezzo restavano solo Bove – una sponda per i tre centrali – e Bellomo, libero di svariare su tutto il fronte offensivo.

Le catene laterali dei rossoblu

Tutta la manovra passava attraverso il trequartista barese, che polarizzava il possesso dando tempi e struttura alla fase offensiva. Primo riferimento per la verticalizzazione, appoggio per i centrocampisti e sponda per gli attaccanti: nel primo tempo Bellomo è stato un grimaldello multiuso, che è riuscito a scardinare il blocco difensivo dei piacentini (ordinati, ma lenti nella lettura).

Il resto della squadra si muoveva di conseguenza, aprendo spazi sulla trequarti e creando situazioni di superiorità numerica sulle due fasce. In questo è stato importantissimo il ruolo delle due mezzali, che in fase di costruzione – una volta superata la prima linea di pressione – si alzavano alti sulla fascia, “impegnando” gli esterni avversari – costretti a restare bassi – e permettendo gli uno contro uno di Rapisarda e Valente (sollecitati da Bellomo).

Bellomo accorcia e riceve da Rapisarda, mentre Marchi si alza sulla destra per tenere basso Masciangelo

La grande partenza

Nel primo quarto d’ora la Sambenedettese sfiora il vantaggio due volte, con due intuizioni di Bellomo per le discese di Rapisarda sulla fascia destra: dai due cross del terzino arrivano la traversa di Miracoli e mancato tap-in di Marchi, due occasioni che aprono il primo tempo dominante dei rossoblu. In mezzo c’è l’unica, grande occasione del Piacenza, con l’assist di Della Latta per Pesenti (che sbaglia il tap-in).

Il trasporto dello stadio aiuta i rossoblu a esorcizzare il rischio, prendendo forza dalle occasioni. Alla squadra di Moriero sembra riuscire tutto, tranne il gol. Al 29esimo Bellomo riceve una sponda di Miracoli, salta un avversario e scheggia il palo, due minuti dopo – sempre su iniziativa di Bellomo – Marchi scende sulla destra e mette dentro per Miracoli, anticipato.

Bellomo galleggia tra gli spazi e inventa gioco

I piacentini riescono a farsi vedere solo nel finale di primo tempo, con due ripartenze che portano al gol in fuorigioco di Pesenti e il diagonale troppo stretto di Romero. I rossoblu – dal canto loro – fanno in tempo a colpire un altro legno, stavolta con Bellomo (grande punizione, infranta sulla traversa).

La partita esplode

Il primo tempo si chiude con un boato del pubblico, che accoglie la ripresa con la bellissima coreografia dai distinti: la Sambenedettese entra in campo con lo stesso ritmo del primo tempo, e apre con due minuti di forcing nella trequarti biancorossa, chiusi da un’altra (!) traversa, stavolta di Patti. La maledizione di infrange pochi minuti dopo: Valente riceve sulla sinistra e appoggia per l’inserimento di Gelonese, che guadagna il rigore sul fallo di Segre. Miracoli è una sfinge, e non sbaglia.

Il gol apre definitivamente la partita, spaccando le gambe ai piacentini. Nell’intervallo Franzini aveva provato a riordinare la squadra con una maggiore attenzione ai movimenti di Bellomo (ora seguito a zona, con i tre centrali pronti ad accorciare), ma la scelta finisce per disordinare ulteriormente la partita, lasciando maggiori spazi a Valente.

Bellomo viene coperto da due centrocampisti, ma si libera lo spazio per l’allargamento verso Valente

Il Piacenza scopre di avere improvvisamente la coperta corta: Bellomo esce gradualmente dal gioco, ma Valente diventa subito decisivo. Dopo aver innescato l’azione del rigore l’esterno zeviano mette a referto anche l’assist del due a zero, segnato da Rapisarda dopo una deviazione sul cross.

Gestione senza risparmio

Il doppio svantaggio convince Franzini ad aumentare il peso offensivo della squadra, riorganizzata col 4-3-3 (con Corazza e Di Molfetta esterni). I biancorossi provano una (timida) reazione, ma i rossoblu restano in controllo a livello tattico e (soprattutto) emotivo.

Moriero decide di gestire la partita in modo contro intuitivo, aumentando le armi dei rossoblu in contropiede. Da qui l’inserimento di Di Massimo al posto di Bove (con Bellomo mediano), e lo spostamento di Valente sulla mezzala nel finale (con Tomi a sinistra).

La Samb chiude con una linea a cinque molto bassa, e due giocatori dinamici come Di Massimo e Valente pronti a ripartire a campo aperto. I rossoblu rischiano relativamente poco, e al primo contropiede riuscito guadagnano un altro rigore, quello della sicurezza: Miracoli non sbaglia neanche stavolta, segnando il gol che mette al riparo da ogni ansia (anche dopo la prodezza su punizione di Franchi).

L’appetito vien mangiando

La vittoria mostra i pregi della squadra di Moriero con una forza tale da farne dimenticare i difetti. Con la migliore prestazione del 2018 (in campo e sugli spalti) la Sambenedettese ha dimostrato l’estensione delle sue possibilità, dando nuova linfa a una corsa che fino a qualche giorno fa sembrava molto compromessa.

Essere nelle prime otto da testa di serie è più di quanto ci si aspettasse, ma ora che il traguardo si avvicina la fame (anche letterale…) si fa sempre più forte. Il 3 a 1 sul Piacenza non risolve tutti i problemi, ma cambia completamente la narrazione di questi playoff, dando ai sambenedettesi il diritto di crederci. Dopo una serata del genere, è quasi doveroso.

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