Piacenza-Samb: tutto da rifare, ma niente è perduto

Piacenza-Sambenedettese

In una partita fatta di episodi, ha vinto la preparazione. L’analisi tattica di Piacenza-Samb, primo turno dei playoff nazionali di Serie C


Nelle ultime settimane – mentre il Piacenza batteva Giana Erminio e Monza, qualificandosi ai playoff nazionali – la Sambenedettese, chiusa nel silenzio stampa, ha cercato di rimettere a posto i cocci di una stagione molto travagliata, chiusa con un terzo posto agrodolce e un cambio di panchina alla penultima.

Dopo la partita di Trieste, Moriero ha utilizzato le due settimane di “vantaggio” per riorganizzare la squadra in vista dei playoff, preparandola ad affrontare un avversario ancora sconosciuto, e per questo difficile. Il sorteggio col Piacenza, e le assenze (Esposito, Bellomo) hanno influenzato gli ultimi quattro giorni di preparazione, convincendo Moriero a variare dai suoi moduli base (4-2-3-1 o 4-3-3) per scegliere il 3-5-2.

Squadre a specchio

Una decisione molto particolare, che da una parte esprimeva la volontà di mantenere alcuni meccanismi di gioco (la posizione di Rapisarda, la maggiore copertura centrale), e dell’altra il tentativo di rinnovarli (con Miracoli e Stanco nel duo di attacco e Valente quinto a sinistra). Il piano gara dei rossoblu è chiaro sin da subito: fase difensiva molto attenta, anche a costo di essere rinunciataria, e sfruttamento al massimo delle transizioni.

La Samb perde il possesso, ma nonostante la superiorità in zona palla scappa all’indietro, coprendo la retroguardia

Confidando nella possibilità di sfruttare due risultati su tre, i rossoblu impostano quindi una gara speculativa. Le stesse scelte “offensive” (il doppio centravanti, l’utilizzo di Valente) indicavano l’idea di giocare in modo reattivo, sfruttando la superiorità aerea dei due attaccanti e le qualità in transizione degli esterni.

Come per la Samb, le scelte del Piacenza sono state influenzate anche dalle assenze. Le squalifiche di Taugourdeau e Dalla Latta (i due mediani della squadra) hanno costretto Franzini a rivoluzionare il centrocampo, spostando Segre davanti alla difesa, con due giocatori come Corradi e Di Molfetta sulle mezzali. Per coprire questo trio il tecnico è tornato al 3-5-2, schierando il duo Romero-Pesenti in attacco.

Il Piacenza ci prova

Il Piacenza ha bisogno di una vittoria, e parte cercando subito di controllare la gara. Per limitare i rischi la squadra di Moriero evita di alzare la pressione, cercando – essenzialmente – di bloccare il centro, spostando il possesso avversario sull’esterno. Buona parte del lavoro viene affidata a Stanco e Miracoli, che dovevano alternare pressioni ai tre centrali a movimenti in copertura sui centrocampisti biancorossi (con Marchi, Bove e Gelonese in seconda battuta).

I biancorossi non si fanno trovare impreparati, anzi; la presenza di tre giocatori “mobili” in mediana diventa un fattore a favore: Segre, Corradi e Di Molfetta scambiano spesso la posizione, aprendo lo spazio per la ricezione e (soprattutto) permettendo ai due esterni di restare alti, così da offrire sempre una soluzione per il cambio di gioco. Una situazione favorita dalla scarsa pressione dei tre centrocampisti rossoblu, spesso schiacciati davanti alla difesa per non lasciare spazi.

Stanco e Miracoli coprono il passaggio per Segre e Corradi, ma Di Molfetta si allarga non seguito, permettendo di avere comunque una soluzione di gioco. Sulla destra Castellana è molto alto, pronto a ricevere il cambio di gioco

La squadra di Franzini mette subito pressione, trovando spazi sia nel gioco breve – con le combinazioni dei tre di centrocampo – che nel lungo, cercando il lancio diretto verso i due attaccanti. In pochi minuti i biancorossi guadagnano due punizioni al limite e colpiscono una traversa con Romero, ma dall’altra parte i rossoblu sono altrettanto pericolosi.

La Samb colpisce, il Piacenza reagisce

Traversa a parte, i rossoblu limitano i rischi, ripartendo appena possibile. La squadra di Moriero basa molto della sua manovra sulle transizioni offensive, cercando di servire Rapisarda e Valente a campo aperto e con la possibilità di cercare il cross in mezzo. Nonostante caratteristiche diverse, i due giocatori hanno compiti simili: dare ampiezza quando la palla è sul loro lato, tagliare dentro quando la palla è sulla fascia opposta.

Rapisarda e Valente vengono incontro quando la palla è sul loro lato, e tagliano dentro a palla lontana

Ai primi affondi, i rossoblu riescono subito a creare pericoli: al 10′ Valente taglia sul cross di Bove e serve una gran palla per Miracoli, fermato sulla linea da Castellana; dieci minuti dopo Rapisarda si libera sulla fascia opposta e serve per Gelonese: Fumagalli salva con un grande intervento, Miracoli raccoglie e mette in rete il vantaggio.

Il vantaggio sembra indirizzare la partita, ma i padroni di casa reagiscono subito. Cinque minuti dopo lo svantaggio, sull’ennesima palla ricevuta nella trequarti, Di Molfetta taglia dentro e guadagna la punizione che Silva (con la complicità di Perina) trasforma nella rete dell’uno a uno.

Stavolta il gol cambia l’inerzia: i rossoblu provano a reagire (due tiri da fuori, con Rapisarda e Bove), ma sono i padroni di casa a incidere. Ancora una volta, parte tutto da calcio piazzato: angolo di Masciangelo per Silva, che tocca per il tap-in di Bini (il più reattivo nella confusionaria area rossoblu).

Poche idee, poche soluzioni

Partita per speculare sul vantaggio, la squadra di Moriero si ritrova con l’obbligo di fare gol, e un’avversaria per niente disposta a concedere gli spazi del primo tempo. La Samb ci prova con tanta voglia e poche idee, seguendo gli stessi canali di gioco – resi inefficaci dall’atteggiamento più attendista dei piacentini.

Col passare dei minuti la partita diventa sempre più bloccata, e per i rossoblu gli unici sfoghi di gioco diventano le azioni individuali di Valente, sulla fascia sinistra. L’esterno è uno dei giocatori più sollecitati, ma il raddoppio di marcatura dei piacentini (tenuto anche nel primo tempo) finisce per limitarne l’influenza.

L’unico sbocco offensivo dei rossoblu è Valente, sempre raddoppiato

Paradossalmente, le scelte “offensive” dell’undici titolare tolgono soluzioni nei minuti finali (dove l’unica alternativa è Di Massimo, subentrato a Stanco all’80esimo). Nonostante i (tanti) tentativi, la Sambenedettese riesce a creare veri pericoli solo nei minuti di recupero, con il Piacenza stanco e chiuso nella propria area di rigore.

Nulla è deciso

Le occasioni di Miracoli e Di Massimo hanno tinto di rammarico un secondo tempo tutto sommato scialbo, in cui si è misurata la distanza tra sambenedettesi e piacentini. In una partita influenzata da episodi (da entrambe le parti) e assenze (da entrambe le parti), a fare da padrona è stata la preparazione: la squadra di Franzini è scesa in campo più pronta e più organizzata, meritandosi la vittoria.

Il risultato  cambia gli equilibri della sfida, ma lascia ancora tutto in gioco. Con una vittoria – con qualsiasi vittoria – gli uomini di Moriero potranno rovesciare il banco, prendendosi il passaggio del turno. E stavolta, col Riviera alle proprie spalle, sarà come avere un uomo in più.

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