Lo scontro tra Leghe immobilizza il calcio italiano

La Lega di B vuole il format a 19 squadre, insorge la C mentre la D sta a guardare e iscrive squadre in sovrannumero: la torbida estate del calcio italiano


Giunti ormai all’11 di agosto, il calcio italiano deve fare i conti con una situazione al limite del caotico. Tutti i campionati – Serie A inclusa – sono ancora chiamati a risolvere casi spinosi per ottenere una parvenza di normalità in vista dell’inizio della stagione agonistica.

Serie A

La massima serie è quella meno toccata dalle battaglie dei tribunali sportivi, eppure non può dirsi totalmente esente da polemiche velenose. Il calendario è già stabilito, un’attesa del genere non si respirava da anni – merito del “colpo del secolo” di Ronaldo alla Juve – eppure i club di A vivono con la spada di Damocle del ricorso del Crotone avverso al Chievo. Il motivo? La società calabrese contesta la permanenza dei clivensi in virtù della loro condanna nello scandalo delle plusvalenze portato a galla pochi mesi fa dal giornalista Pippo Russo.

Il 25 luglio il Tribunale Nazionale della Federcalcio aveva dichiarato l’improcedibilità del processo al Chievo per “vizio di forma” restituendo gli atti alla Procura Federale. Quest’ultima, però, non si è arresa e ha deferito il club di Campedelli al Tribunale Federale Nazionale, sezione Disciplinare. Il procedimento bis rischia di portare ad una penalizzazione per la società veronese, ma al momento risulta difficile credere in uno stravolgimento dei campionati con la retrocessione d’ufficio in B e la conseguente riammissione del Crotone in A.

Serie B

Quello della Serie B è il caso più spinoso dell’estate italiana. Colpita da ben 3 esclusioni eccellenti – Avellino, Bari e Cesena – la seconda serie ha chiesto con forza la possibilità di ridurre il format a 19 squadre. Come dichiarato dal presidente di Lega Balata: “Abbiamo fatto presente alla Figc che le nostre società si sono espresse per non procedere ai ripescaggi. Noi riteniamo che questa richiesta possa essere accolta per diverse ragioni, soprattutto per il fatto che quest’iniziativa non avrebbe nessuna conseguenza sugli altri campionati. Quindi chiediamo di ridurre il numero di società senza ripescaggi e senza incidere sul meccanismo di promozioni e retrocessioni, non impattando sulle altre leghe“.

In data 3 agosto il commissario federale Roberto Fabbricini si era detto contrario alla proposta di ridurre il numero di squadre, dal momento che non vi erano i tempi tecnici per cambiare il regolamento. La Lega di B, tuttavia, non si è data per vinta forzando la mano con le altre leghe: le società sono compatte nella decisione di portare il format a 19 partecipanti e lunedì 13 agosto designeranno il calendario stagionale che non prevede alcun ripescaggio.

Serie C

Com’era prevedibile, è arrivata la furente reazioni di diversi club di C che puntava al ripescaggio in cadetteria: Catania, Novara, Siena, Ternana, Pro Vercelli ed Entella hanno condannato pubblicamente la decisione di Balata minacciando di agire per vie legali. Il club più attivo è stato il Catania, con in prima linea l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco. Il dirigente siciliano ha rilasciato dichiarazioni di fuoco: “Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se dovesse passare una cosa del genere, tutte le società interessate si tuteleranno. Noi per primi riterremo perseguibile la Figc e il commissario Fabbricini. Faremo tutto quello che c’è da fare, arriveremo a tutti i giudizi di questo mondo. Non ci fermeremo davanti a niente, perché qui si stanno bypassando le regole”.

Fermamente contrario alla condotta della Lega di B è anche Gabriele Gravina, leader della terza divisione: il numero 1 della Lega Pro ha dato mandato all’Avvocato Giancarlo Viglione di notificare una diffida al commissario Fabbricini affinché non modifichi il format della B. Tale provvedimento, infatti, andrebbe in contrasto con gli articoli 49 e 50 della NOIF (Norme Organizzative Interne della Figc). In particolare l’articolo 50 prevede che ogni modifica all’ordinamento dei campionati possa entrare in vigore dalla seconda stagione successiva a quella della sua adozioni: in questo caso, dunque, la Lega di B può votare per il format a 19 squadre ma questo diverrebbe valido solo dal campionato 2019/2020.

Serie D

L’organizzazione del massimo campionato dilettantistico non è resa semplice dal gran numero di club professionistici falliti nel corso della stagione ma iscritti in sovrannumero in D: Avellino, Bari, Cesena, Reggiana (che ripartirà dalla denominazione Reggio Audace) Modena e Fidelis Andria. Particolarmente curioso il caso del Bari, acquistato da De Laurentiis e intenzionato a richiedere il ripescaggio in Serie C senza averne alcun diritto giuridico.

La proposta è stata bocciata, tuttavia si rendono necessari altri ripescaggi per completare gli organici di C – sempre che il cambio di format della B non blocchi la catena delle riammissioni. Cavese e Imolese hanno un piede e mezzo in Serie C, mentre il Collegio di Garanzia del CONI ha rigettato le richieste di Como, Santarcangelo e Prato.

La società lombarda non ha visto accettata la richiesta di ripescaggio per un errore di presentazione della fideiussione bancaria da allegare alla tassa d’iscrizione. In extremis i lariani hanno persino tentato di giocarsi la carta della disperazione inviando un bonifico della stessa somma della fideiussione: il CONI però ha deciso di dare priorità alla forma, bloccando il ripescaggio del Como.

Dopo 40 anni consecutivi nel professionismo, anche il Prato dovrà dire addio alla C. In questo caso il rifiuto del CONI ruota attorno alla complicata vicenda dello stadio: dopo la retrocessione, il patron del club Toccafondi aveva inviato una lettere di recesso della gestione del “Lungobisenzio” al Comune. Il sindaco Matteo Biffoni si era impegnato a restituirne la disponibilità, a patto che si sarebbe realizzato il passaggio di proprietà del club, ma la trattativa con la cordata capeggiata dall’imprenditore canadese Joseph Romano non è andata a buon fine, ponendo fine ad ogni speranza di ripescaggio.

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