Verso Gubbio-Samb, Miceli: “Tutti insieme ci siamo rialzati”

Samb, Mirko Miceli

Il protagonista della consueta intervista infrasettimanale è il difensore rossoblu Mirko Miceli tornato titolare nelle ultime gare 


Ogni anno destinato alla panchina, ogni anno si riscopre titolare: la storia di Mirko Miceli con la Sambenedettese è fatta di curve, salite e momenti bui, ma anche tante soddisfazioni. Come quella di tornare titolare al centro della difesa rossoblu nel momento migliore della squadra. L’anno scorso fu l’arrivo di Eziolino Capuano – con il conseguente passaggio al 3-5-2 – a cambiare la stagione di Miceli rendendolo un protagonista assoluto della cavalcata fino ai playoff.

Stavolta il gran numero di infortuni nel reparto difensivo ha permesso al centrale di tornare a guidare la Samb con buone prestazioni.Nella consueta intervista infrasettimanale, Miceli ha espresso la sua soddisfazione da un punto di vista personale, ma soprattutto di squadra: la Samb c’è, ha vissuto momenti di difficoltà ma si è saputa rialzare.

Riscatto personale, riscatto di squadra

Abbiamo avuto dei problemi a livello di squadra. Venivamo tutti da un momento difficile, ma ci siamo tirati su con il tempo. L’allenatore ha fatto le sue scelte: ora sto giocando e l’importante è sempre farsi trovare pronti. Con il mister è cambiato l’atteggiamento tattico: si difende più compatti e tutti partecipano alla fase difensiva. Non è merito solo mio, o di Fabio Pegorin, se non subiamo gol da 3 partite…è merito di tutti.

Ritorno al 3-5-2? È un ruolo (centrale nella difesa a tre) dove mi trovo molto bene, avendolo ricoperto anche in passato in altre squadre. Al di là del modulo, però, tutto dipende da come interpreti la partita: si può giocare a 3, a 4, a 2 o a 1 ma dipende dall’applicazione dei giocatori.

Le difficoltà iniziali

Penso che uno dei motivi sia aver cambiato tanto in estate. C’era bisogno di conoscersi bene con i giocatori nuovi, fare più partite e col tempo acquistare la compattezza e l’unità che poi abbiamo avuto. Magari ha influito anche la mancanza di partite vere – con tanti amichevoli con squadre di basso livello – ma queste sono tutte scuse, sono alibi: quando la squadra cambia molto c’è bisogno di tempo per conoscersi.

Quando si passa da essere un punto fermo della squadra alla panchina, è normale avvertire sofferenza. Sono scelte dell’allenatore e ci può stare: si fa parte del gruppo e bisogna rispettare le scelte e farsi trovare pronti quando c’è bisogno.

Nuovi orizzonti

Si respira un’aria migliore? Direi di sì, rispetto a due mesi fa che ci davano già per retrocessi…Penso che stiamo dimostrando il nostro valore, ma non dobbiamo abbassare la guardia perché la classifica è corta. Siamo vicini alla zona playoff, ma anche a quella playout. Bisogna fare il meglio possibile con quello che abbiamo a disposizione.

Io penso che chi fa il mio mestiere debba puntare sempre in alto. Poi non so se arriveremo primi, decimi o in qualsiasi altra posizione: bisogna giocare ogni partita puntando a fare il meglio possibile. Il Mister è un tipo molto pragmatico, è molto esperto per la categoria e in questa situazione è uno dei migliori: bisogna ascoltarlo e mettere in pratica ciò che ci dice.

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