Il pareggio col Gubbio vale più del punto in classifica

Analisi tattica Gubbio-Samb

Contro gli umbri la Sambenedettese ha giocato una partita solida e intelligente, raccogliendo il settimo risultato utile consecutivo. L’analisi tattica di Gubbio-Samb


Al decimo minuto del primo tempo – quando Calderini ha raccolto palla, è partito in contropiede e ha colpito la traversa con un gran tiro da fuori – molti hanno pensato che quella col Gubbio sarebbe stata tutt’altra partita. Quello di Calderini è stato un lampo di luce in una partita molto complicata, in cui i padroni di casa si sono ammassati sulla trequarti avversaria come le nuvole che circondavano il “Barbetti” prima della partita. Alla fine i rossoblu ne sono usciti illesi, nonostante tutto.

Le scelte di Roselli e Galderisi 

Il Gubbio arrivava alla partita con uno stato di forma migliore di quanto suggerissero i 5 punti in cinque partite. Nonostante un calendario molto complicato (Ferapi, Monza, Triestina, Vicenza, Pordenone) la squadra di Galderisi era rimasta in quota playoff, lasciando un’ottima impressione su giocatori e addetti ai lavori. Diversa la situazione dei rossoblu, che nonostante le sei partite utili consecutive (16 punti) arrivavano in umbria in netta difficoltà, senza cinque titolari (Biondi, Di Pasquale, Stanco, Bove e Celjak) e con buona parte dei reduci in difficoltà fisica.

Le scelte di Roselli sono state quasi tutte obbligate, con Gelonese adattato come terzo centrale di difesa, Caccetta a centrocampo e il duo Calderini-Ilari in attacco. Praticamente, la squadra rabberciata vista nel secondo tempo a Rimini. Un undici che (nonostante tuttot utto)s quasi poter far male agli avversari, che al 10′ sfiorano lo svantaggio col grande destro di Calderini.

Formazioni Gubbio-Samb

Sulla carta la Samb parte col solito 3-5-2, ma in fase di possesso Rocchi avanza a fare il terzo attaccante

La partita

Dopo il brivido della traversa il Gubbio inizia a giocare con più intraprendenza, avanzando lentamente il baricentro. La squadra di Galderisi gioca con un atteggiamento molto aggressivo, cercando di sfruttare il meglio possibile la superiorità numerica sulle fasce, dove la squadra – oltre ai due esterni – poteva contare sulle continue discese dei terzini.

La struttura offensiva degli eugubini è abbastanza semplice: la squadra occupa l’ampiezza coi quattro giocatori sull’esterno, cercando di allargare il campo per avere una migliore circolazione del pallone. In questo modo il Gubbio aveva la possibilità di risalire il campo passando per le due fasce, o cercando la verticalizzazione centrale per i due attaccanti. Per impegnare la difesa rossoblu Galderisi sceglie Pescia (attaccante) e non Casiraghi (trequartista), nel tentativo di liberare più spazio a Marchi, che spesso si sganciava verso la trequarti per ricevere palla e allargare sull’esterno.

Il Gubbio ha cercato spesso di avanzare in zona centrale, ma l’obiettivo era sempre quello di liberare spazio sulle due fasce, dove i quattro giocatori sulla fascia (De Silvestro e Paolelli a destra, Casoli e Pedrelli a sinistra), erano chiamati a creare superiorità numerica scambiando coi compagni, tagliando al centro o cercando il cross.

Il Gubbio avanza al centro e poi va sulla destra: Paolelli riceve e cerca il cross

Il piano difensivo di Roselli

Dal canto suo la Sambenedettese non vuole rischiare molto, e quando il Gubbio alza la pressione ha buon agio ad abbassare il baricentro, facilitando il lavoro in fase difensiva. Giocando bassa e corta, la squadra di Roselli risolveva diversi problemi: gli esterni avevano meno campo da coprire alle loro spalle, e con il raddoppio di mezzali e centrali erano facilitati nella fase difensiva; in mezzo, i tre centrali potevano contare sulla copertura della mediana, utile ad assorbire i movimenti di Marchi sulla trequarti.

Un atteggiamento rinunciatario ma necessario, se non altro per mascherare i problemi tattici di Gelonese (abbassato in posizione di centrale) e quelli fisici di Caccetta (ancora lontano dalla forma migliore). L’assetto funziona, perché i rossoblu – al netto di qualche calcio piazzato – concedono pochissimo. Per tutto il primo tempo il Gubbio arriva vicino alla porta solo su calcio piazzato, e l’unica parata di Pegorin arriva intorno al 20esimo, su una punizione di Piccinni.

I tentativi della Samb

Diversa è l’efficacia della fase offensiva. Dopo i buoni segnali della scorsa settimana Roselli ha deciso di confermare l’assetto offensivo visto col Rimini, con , Ilari centrale e Calderini largo a sinistra. La squadra galleggiava tra 3-5-2 e 3-4-3, con Rocchi che si alzava solo in fase offensiva, abbassandosi in posizione di mezzala una volta che il Gubbio era in possesso.

Come col Rimini, i rossoblu giocano soprattutto a sinistra, nel tentativo di sfruttare gli uno contro uno di Calderini sull’esterno. L’attaccante sfrutta spesso la catena laterale con Cecchini, ma col passare dei minuti cresce anche l’influenza di Ilari, che nei movimenti spalle alla porta si rivela una fonte di gioco preziosissima.

L’importanza di Ilari, anche in un ruolo non suo

Detto questo, le sortite offensive dei rossoblu sono tutt’altro che frequenti; dopo la bella traversa di Calderini i rossoblu si fanno vedere solo a sprazzi, con due cross di Cecchini e Calderini e un tentativo di Ilari. A conti fatti il primo tempo si chiude con pochissime emozioni, a dispetto della traversa a inizio partita.

Nella ripresa le gambe dei rossoblu si fanno sempre più pesanti, e le ripartenze si fanno sempre più rarefatte. Le difficoltà fisiche della Sambenedettese spingono il Gubbio ad alzare la pressione, spingendo ancora più forte sui soliti canali di gioco. La squadra di Galderisi inizia bene: al 46esimo Casoli scambia con Pedrelli, scappa alle spalle di Rapisarda e prova il tiro, poco più tardi Malaccari sfonda sulla destra e mette una palla d’oro per Plescia, anticipato da un ottimo Gelonese.

La partita non cambia

Dopo l’ottima partenza il Gubbio è costretto a rallentare il ritmo, anche perché la Sambenedettese – che ormai si è appollaiata sulla propria trequarti, a difesa del risultato – chiude tutti gli spazi offensivi. Nel momento in cui servirebbe cambiare qualcosa, però, il Gubbio non riesce a trovare soluzioni alternative: Galderisi inserisce Casiraghi, Battista e Tavernelli, ma la squadra continua ad affidarsi ai duelli individuali sugli esterni, dove i rossoblu si rivelano solidissimi.

La Sambenedettese si accontenta del risultato, anche perché in panchina – considerando la non ottimale condizione di Di Massimo – le soluzioni sono davvero poche. Nel corso del secondo tempo Roselli prova a inserire Russotto al posto di Calderini, ma l’ex Catania  – al netto di qualche spunto sulla fascia – non riesce a riviltalizzare i compagni, ormai concentrati sulla fase difensiva. La squadra cerca il pareggio, e il pareggio arriva.

Prestazione da applausi

La Sambenedettese chiude la partita tra gli applausi del suo pubblico, a testimonianza di una squadra molto più vicina alle parole di Roselli che non alle critiche dei tanti esteti che affollano o social nel post-partita. Il pareggio  di Gubbio rappreserap il settimo risultato consecutivo, a testimonianza di una squadra che nonostante tutto è riuscita ancora una volta ad andare oltre le proprie possibilità. Non vale i tre punti, ma vale comunque moltissimo.

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