La lunga rincorsa della Triestina alla Serie B

Il mercato invernale, il girone di ritorno: la Triestina non rinuncia ai sogni di promozione


Che cosa manca alla Triestina per guadagnarsi il ritorno in Serie B? Se lo saranno chiesti i tifosi alabardati, che da due anni vivono stagioni con grandissime ambizioni e scottanti delusioni. Nella passata stagione, nonostante lo status di “matricola” – la Triestina è stata ripescata ad agosto – la società si era resa protagonista di un ottimo mercato con l’obiettivo di entrare immediatamente nei playoff. Il decimo posto è sfumato nelle ultime giornate, a causa della cronica incapacità della squadra di avere una continuità di risultati.

In questa stagione l’amministratore unico Mauro Milanese ha deciso di alzare l’asticella: nell’estate dei festeggiamenti per il Centenario la Triestina è stata una delle squadre che si è mossa meglio sul mercato, costruendo una squadra in grado di lottare per le prime posizioni. Sulla panchina è tornato un triestino doc, l’ex capitano degli anni ’90 Massimo Pavanel che ha saputo dare immediatamente una precisa identità tattica ai suoi giocatori. Dopo aver chiuso il 2018 ai piani alti della classifica, la Triestina ha approcciato l’anno nuovo con ancora più entusiasmo, rinforzandosi sul mercato e dando la caccia alla prima posizione.

Il mercato invernale

Due cessioni importanti, per fare spazio a rinforzi in grado di alzare il livello qualitativo della rosa. Nella sessione di calciomercato invernale, la Triestina ha deciso di separarsi dal portiere Alex Valentini – finito alla Viterbese in cambio del terzino Michele Messina – e soprattutto del capitano Andrea Bracaletti, che sembrava orientato verso una discesa in Serie D salvo poi restare svincolato.

Il mercato in entrata ha compensato alla grande le cessioni. In porta è arrivato Daniel Offredi, che si è messo in mostra per 18 mesi con la maglia del Sudtirol come il miglior estremo difensore del girone B insieme a Giacomo Bindi. Per la difesa, invece, ecco il terzino mancino Paolo Frascatore che può rivelarsi una buona alternativa a Sergio Sabatino. Il fiore all’occhiello del mercato invernale, tuttavia, è indubbiamente l’acquisto di Rocco Costantino: l’attaccante reduce da uno strepitoso anno da matricola con il Sudtirol, aveva chiesto la cessione e sembrava ad un passo dal vestire la maglia del Teramo, che lo avrebbe comprato in “collaborazione” con il Pescara. Dopo un lungo tira e molla, Costantino ha detto di no agli abruzzesi per sposare l’ambizioso progetto alabardato.

Il tentativo di remuntada

Cinque vittorie, quattro pareggi e un’intensità di gioco difficile da reggere per le avversarie, soprattutto tra le mura amiche: il girone di ritorno della Triestina sembrava avere tutte le carte in regola per dare fastidio al Pordenone capolista. Gli alabardati sono arrivati allo scontro diretto del 10 marzo con la possibilità di riaprire clamorosamente la corsa al primo posto, ma al “Nereo Rocco” si sono imposti i ramarri al termine di un match rocambolesco dove la Triestina ha maledetto la sfortuna e qualche dubbia chiamata arbitrale.

Con 8 punti di vantaggio – e solo 7 partite rimanenti – il Pordenone sembra aver già un piede in Serie B. Non è una situazione facile per la Triestina, che ora deve fare i conti con il sogno interrotto della remuntada ma non può distrarsi perché ha alle spalle la Feralpisalò. Granoche e compagni devono lottare per la miglior posizione possibile in vista dei playoff, sapendo di poter essere una delle teste di serie per gli spareggi.

La probabile formazione

Giorgio Roselli ha parlato del gioco della Triestina come di un “4-4-2 molto offensivo”, ma di questa squadra stupisce soprattutto la duttilità. Bariti è un esterno che può giocare mezz’ala, Petrella un trequartista che ama allargarsi sulle fasce. In attacco, Pavanel può puntare sul doppio centravanti Granoche-Costantino o sulla freccia Mensah, che sembra aver recuperato dall’infortunio

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