Serie C: top e flop del 2019

La Serie C vista attraverso i top e i flop del 2019: sorprese e delusioni della terza divisione del calcio italiano


Lo sciopero voluto dai club di C per sensibilizzare il governo sul tema della defiscalizzazione ha portato ad una pausa dal calcio giocato ancora maggiore rispetto a quella già prevista nel mese di gennaio. La prima giornata di ritorno sarà recuperata, dando modo ai club di fare un bilancio dell’anno appena passato. L’anno solare ha visto imporsi nuove società e giocatori ormai pronti al salto di categoria, ma ha anche visto tornare i soliti problemi che attanagliano il calcio italiano. Ecco a voi i top e flop del 2019.

Serie C 2019: i Top

Pontedera

Chi segue la Serie C non può fare a meno di apprezzare il Pontedera, una delle realtà più solide della terza divisione. Da anni la società toscana ottiene ottimi risultati con budget sostenibili, investimenti sui giovani e fiducia totale nella programmazione. Ma in questo 2019 il Pontedera si è persino superato: salvezza tranquilla nella prima parte d’anno, poi il boom con 36 punti ottenuti nell’attuale stagione e il secondo posto in classifica dietro alla corazzata Monza.

Paolo Giovannini è riconosciuto dagli addetti ai lavori come uno dei migliori direttori generali del calcio italiano, l’allenatore Ivan Maraia sta dimostrando di poter ambire a categorie superiori. Se nella botte piccole c’è il vino buono, quello di Pontedera ha un gusto delizioso.

Tommaso Morosini

Premessa: faremmo un torto se non citassimo l’incredibile 2019 di Fabio Scarsella con la maglia della Feralpisalò. Si tratta di un centrocampista di categoria superiore che, in molte partite, è sembrato essere l’unico in grado di tenere a galla i Leoni del Garda. Nonostante ciò, il miglior centrocampista del 2019 del girone B è stato Tommaso Morosini.

I numeri recitano così: 13 gol in stagione regolare, 3 in Coppa Italia e 2 nei playoff. Niente male, per essere un centrocampista…ma le statistiche non bastano per far comprendere il dominio che ha esercitato Morosini in questo 2019: la stella del Sudtirol imposta, recupera palla, si propone in avanti ed è prezioso in fase difensiva. Non è un caso se il Monza farebbe follie per averlo in rosa (pur avendo già opzionato la B) e tante squadre di categoria superiore continuano a corteggiarlo. La sensazione è che, indipendentemente dal percorso del Sudtirol, questa sarà l’ultima stagione in C per Tommaso Morosini.

Reggina

Gennaio 2019 segna la svolta in casa Reggina: Luca Gallo diventa proprietario del club e si presenta in Calabria con grandissime ambizioni. Dopo un girone d’andata negativo, gli amaranto si rendono protagonisti di un mercato aggressivo e di un buon girone di ritorno che valgono l’accesso ai playoff. L’eliminazione al secondo turno playoff, contro il Catania, è netta ma non toglie la sensazione che i tempi siano maturi per il salto di qualità. Il mercato estivo è faraonico: arriva in panchina un esperto di promozioni, tra l’altro reggino doc, come Mimmo Toscano e la società porta in Calabria elementi di qualità come Corazza, Rubin, Sounas, Reginaldo e soprattutto German Denis, el Tanque tornato in Italia per la terza volta nella sua carriera.

Il girone d’andata è straordinario: la Reggina vince tutte le partite in casa e inizia una fuga pazzesca che la porta a ben 10 punti di distacco su Bari e Potenza. È il trionfo di mister Toscano, condottiero di un gruppo che ha impressionato per solidità e fame di vittoria. “La mia terra è bellissima e maledetta. C’è questo che un reggino come me sente particolarmente. Possiamo in qualche modo essere il volano di un riscatto, protagonisti di qualcosa che aiuta tutti a crescere. Ragione in più per non sbagliare”.

Daniele Paponi

Prima trascinatore della Juve Stabia nella splendida cavalcata verso la Serie B, poi capocannoniere del girone B con la maglia del Piacenza: il 2019 di Daniele Paponi è stato semplicemente eccezionale. L’attaccante nativo di Ancona non aveva mai segnato così tanto in carriera e sembra aver trovato una consapevolezza nuova: da attaccante di manovra a punta centrale, terminale della fase offensiva.

In particolare è stato impressionante il suo impatto con il Piacenza: 12 gol nel girone d’andata, 1 rete ogni 98 minuti per un giocatore che, sulla carta, avrebbe dovuto fare la spalla di Daniele Cacia e invece lo ha sostituito alla grande reggendo tutto il peso dell’attacco biancorosso.

Potenza

Il dominio esercitato nel girone C dalla Reggina non toglie nulla all’incredibile cammino del Potenza. Quinto posto nella passata stagione da “matricola”, ben 36 punti nel girone d’andata dell’attuale campionato. Sono numeri pazzeschi di una squadra che ha saputo trascinare un’intera città grazie all’entusiasmante cammino.

È stato il 2019 di Emerson, difensore dato per finito che ha dimostrato di essere uno dei giocatori più importanti della categoria. È stato il 2019 di Giuseppe Raffaele, allenatore arrivato in C in punta di piedi e già nel mirino delle categorie superiori. È stato il 2019 di Salvatore Caiata, ambizioso proprietario del club che ha già rilanciato per l’anno nuovo: un nuovo stadio, un progetto faraonico che andrebbe a cambiare il volto della città e gli obiettivi sportivi dei rossoblu.

Serie C 2019: i Flop

Catania

Cari ragazzi nel rinnovare a voi e alle vostre famiglie gli auguri di un Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo con la riapertura delle liste di trasferimento abbiamo il dovere di esporvi con chiarezza il quadro economico della ns. Società. Il calcio Catania Spa per la ben nota situazione debitoria non potrà far fronte agli adempimenti economici così come attualmente in essere. La vita del Catania è primaria ad ogni cosa così che ci sembra giusto che troviate una squadra che vi garantisca di poter avere soddisfatte le vostre esigenze tecniche ed economiche. NESSUNA PRETESA sarà da noi avanzata alle eventuali squadre che si faranno avanti. Certi della vs. comprensione vi salutiamo cordialmente. Calcio Catania Spa”.

Basterebbe il testo di questa comunicazione, inviata dal Catania ai suoi calciatori in occasione delle feste natalizie, per far capire quanto sia stato negativo il 2019 degli etnei. In realtà lo stato di crisi della società siciliana dura da anni e risale al caso “Treni del gol” che ha visto il presidente Pulvirenti ammettere di aver comprato 5 partite in favore della sua squadra. La penalizzazione, con retrocessione in Serie C, ha portato all’acutizzarsi dei problemi economici: nonostante la ristrutturazione del debito, il Catania resta in profonda crisi e paralizzata dai conti in rosso. Se il 2019 è stato un flop, il rischio è che il 2020 sia l’anno della caduta definitiva.

Ternana

Per il secondo anno di fila, la Ternana finisce nella nostra classifica dei flop e il motivo è lampante: i risultati non rispettano in alcun modo i proclami della società. Da quando l’Unicusano è arrivata a Terni, lasciando il Fondi per investire su una piazza calcistica di maggior pedigree, i risultati sono stati a dir poco negativi: retrocessione dalla B nel primo anno, playoff  mancati nella seconda stagione e l’attuale quinto posto a 12 punti dalla Reggina in quella che doveva essere la stagione del riscatto.

Il girone di andata è andato male, non abbiamo nemmeno raggiunto l’obiettivo minimo della salvezza a quota 42 punti, che contavo di centrare nella prima parte di stagione. Siamo dietro a troppe squadre e nelle ultime gare alla squadra è mancato il carattere“. Le parole del presidente Stefano Bandecchi mostrano la stessa delusione dei tifosi, che erano tornati ad affollare lo stadio ma si sono trovati di fronte l’ennesima stagione ricca di promesse ma povera di risultati.

Sandro Pochesci

Il 2019 di Sandro Pochesci è iniziato con la chiamata della Casertana, un club che aveva iniziato il campionato con tante ambizioni mai realizzate nel rettangolo di gioco. L’intenzione del patron D’Agostino è quella di puntare su un uomo forte per guidare una rosa con tanti giocatori esperti che non avevano reso quanto sperato. L’impatto di Pochesci non è negativo, ma si spegne quasi subito: tra alti e bassi, la Casertana si qualifica al primo turno playoff ma esce immediatamente per mano della Virtus Francavilla.

Il 2 ottobre torna ad allenare, accettando la panchina del Bisceglie. La missione è difficile, dal momento che la società (ripescata) ha costruito una rosa giovanissima e non pronta per un campionato difficile come il girone C. I risultati sono disastrosi, ma la situazione fuori dal campo è ancora più preoccupante: Pochesci accusa la società di non mantenere gli accordi economici presi e di non aver pagato vitto e alloggio ai giocatori. Dopo 9 giornate, è allontanato alla vigilia del derby contro il Bari. Le responsabilità di un 2019 negativo non sono totalmente sue – specialmente in quel di Bisceglie – ma dopo l’esonero di Terni sono arrivate altre due esperienze scottanti che ridimensionano la sua carriera. Negli ultimi tempi è cercato maggiormente dai giornali per la sua dialettica sopra le righe piuttosto che dalle squadre.

Rimini

In questi anni il mondo del calcio sta imparando a conoscere Giorgio Grassi. Il patron del Rimini ha pregi e difetti tanto marcati da renderlo uno stereotipo della terza divisione italiana: ad un’attenzione maniacale ai conti (una virtù in un campionato sempre più in crisi economica) si accompagnano dichiarazioni mai banali, spesso contraddittorie. La gestione dei conti è virtuosa, ma quella sportiva del Rimini Calcio è a dir poco disastrosa. Tra dirigenti e allenatori chiamati e allontanati senza alcuna programmazione, il Rimini si ritrova sempre nella difficile situazione di chi deve costruire senza avere basi solide.

La scorsa stagione si era conclusa con una sofferta vittoria ai playout e la promessa di imparare dagli errori commessi. Invece è accaduto l’esatto opposto: Mario Petrone è stato confermato e poi esonerato a luglio, a poche settimane dall’inizio della stagione. Al suo posto è arrivato Renato Cioffi, che si è ritrovato una rosa non costruita sulle sue indicazioni ed è stato esonerato a novembre a causa di un pessimo inizio di stagione. Il suo successore è Giovanni Colella, ex Bassano e Vicenza che finora non è stato in grado di migliorare la situazione. L’incertezza regna sovrana, il Rimini è ultimo in classifica e nessuno in società sembra avere le idee chiare su come risolvere i problemi.

Bisceglie

La Serie C italiana è quella categoria che ripesca società in crisi economica, capeggiate da un presidente che, dopo poche settimane, annuncia l’autogestione e l’intenzione di non voler iscrivere la squadra al prossimo campionato. Purtroppo l’anno terribile del Bisceglie non è una novità nel panorama del calcio italiano. I pugliesi avevano concluso la scorsa stagione con la sconfitta ai playout contro la Lucchese, poi fallita e ripartita dalla Serie D.

La solita morìa di società professionistiche aveva spalancato le porte ad una riammissione, ma in prima istanza il Consiglio Federale aveva preferito la Paganese al Bisceglie perché quest’ultima non poteva garantire i requisiti strutturali per un campionato di C. Passano pochi giorni, tuttavia, e il ricorso dei pugliese è accolto dal Collegio di Garanzia: la riammissione del Bisceglie riporta la Serie C a 60 società, ma fin da subito è chiaro che la situazione non è rosea. Il patron Canonico annuncia l’inizio dell’autogestione in risposta alla contestazione dei tifosi, mentre l’esonerato Pochesci rivela il mancato rispetto degli accordi economici. Oggi il Bisceglie è quart’ultimo con 14 punti, ma la classifica non spaventa quanto il futuro societario.

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