La conferenza stampa dell’allenatore rossoblu Paolo Montero al termine del pareggio tra Mantova e Sambenedettese
Un deludente pareggio per ricominciare l’avventura in rossoblu. Mister Montero dà la sua interpretazione sulla mancata vittoria nonostante il doppio vantaggio numerico. “Anche chi non conosce bene il calcio avrebbe potuto vedere che, quando il Mantova è rimasto in 9, ci è presa l’ansia di segnare a tutti i costi per vincere la partita. Non siamo stati bravi a far girare palla come quando eravamo 11 contro 11, ma interpreto questa ansia in maniera positiva perché legata alla voglia di vincere a tutti i costi. Nello spogliatoio era come se avessimo perso la gara, e questa consapevolezza mi sembra positiva”.
Il dubbio rigore fischiato al Mantova ha portato al pareggio dei padroni di casa, che hanno poi difeso il punto con le unghia e con i denti. “Sinceramente non mi sono reso conto se fosse rigore o no, in tutta la mia carriera non ho mai parlato delle scelte degli arbitri, perché fanno un lavoro difficile e meritano rispetto. Parlare quando fa comodo sarebbe un’ipocrisia. Nella ripresa ho inserito Padovan perché occupasse l’area insieme a Lescano. Gli altri cambi sono stati fatti per avere soluzioni in avanti e provare a vincere: nel finale sono entrati due terzini per sfruttare l’ampiezza e renderci più pericolosi”.
Infine, il tecnico analizza le prestazioni dei singoli. “Fazzi può fare il terzino, l’esterno a centrocampo, il quinto, ma in settimana lo abbiamo provato anche come mezzala perché è un giocatore intelligente e, come Lombardo e Padovan, può interpretare diversi ruoli. Rossi ha esordito bene, con tanta qualità, ma anche De Ciancio ha disputato una buona partita e sono contento perché c’è competizione e sarà utile per affrontare un mese con tante partite. Alla squadra si può criticare il gioco, ma non l’atteggiamento”.
6 Comments
Mah, io tutta questa ansia non l’ho vista; ho visto invece molta confusione dovuta ad una mancanza totale di idee.
Non si può pretendere di dare sempre palla a Botta sperando che inventi qualcosa.
Siamo tornati a quattro dietro e questo non ha facilitato le cose a livello tattico.
Secondo il mio modesto parere, Montero dovrebbe continuare sulla linea tracciata da Zironelli, il tecnico che è stato capace di dare una identità precisa di gioco a questa squadra.
Quindi difesa a tre (D’Ambrosio, Cristini e Enrici o Di Pasquale), quattro centrocampisti (Angiulli e Rossi centrali, Fazzi e Trillò esterni), due trequartisti (Botta e Padovan) e una punta (Lescano).
Dovremo aspettare però altre 3-4 partite per capire se il ritorno di Montero non ci faccia rimpiangere troppo Zironelli (un mister che nonostante l’ottimo lavoro svolto non è stato apprezzato).
Che ne pensa la redazione?
Ogni allenatore ha diritto a fare le sue scelte, ed è ancora troppo presto per dare un giudizio su quelle di Montero. Credo che Zironelli abbia lavorato molto bene, ma questa rosa aveva lacune anche con il vecchio assetto, quindi non è per forza sbagliato cercare alternative. Cambiare tanto in poco tempo costerà sicuramente qualcosa alla squadra, l’abbiamo già visto ieri, ma sarebbe ancora più deleterio se Montero proseguisse un percorso tattico che non sente suo.
Forse mi sbaglierò ma con la rosa che abbiamo a disposizione, costruita e ritoccata a Gennaio, non abbiamo le qualità tecniche per giocare a quattro dietro.
Zironelli aveva trovato il miglior sistema possibile che era il compromesso perfetto tra la sua idea di calcio e i giocatori che aveva a disposizione.
E’ giusto, onesto e logico aspettare almeno altre 3-4 partite ma ho l’impressione che gioco forza dovrà essere Montero ad adeguarsi alla rosa attuale e non viceversa.
Speriamo che tra un paio di settimane non si debba commentare l’ennesimo cambio tecnico, sarebbe l’ennesima anomalia di una gestione tecnico sportiva che quest’anno ha raggiunto già situazioni paradossali.
E’ difficile inventarsi una promozione in B senza almeno un paio di stagioni di pianificazione oculata e continuita’ tecnica. Basta osservare le squadre che hanno fatto il salto o che stanno davanti, il Pordenone, il Vicenza, il Padova o il Sudtirol quest’anno per fare alcuni esempi; ci vuole tempo per costruire e rendere competitiva la squadra.
Noi siamo in modalita’ “salvare la stagione”, ossia cercare di cavare il meglio dalla situazione attuale: un allenatore esonerato poi richiamato all’improvviso in emergenza, il quale a meno faccia miracoli non sara’ l’allenatore nella possima stagione. Da quest’ottica, il primo anno del progetto tecnico di Serafino al momento sembra sia andato in buona parte perso. Subentrato in estate, ha confermato i quadri tecnici che ha trovato; poi ha cambiato in corso di stagione allenatore e dirigenza e adesso si e’ ritrovato al punto di partenza con l’allenatore iniziale. E’ comprensibile che anche un presidente abbia bisogno di farsi esperienza, in particolare in una categoria molto competitva come la serie C, ma e’ importante per tutto l’ambiente attorno alla squadra rendersi conto che ci vorra’ tanta pazienza.
Vero, uno dei tanti problemi di questa piazza però è l’esagerato provincialismo dimostrato ad ogni occasione dalla quasi totalità degli organi di stampa e tifosi.
Ogni anno si parte per vincere, a prescindere e senza rendersi conto della realtà dei fatti; e allora, alla prima sconfitta, tutti a cercare il capro espiatorio.
Mi è capitato di leggere qualche commento dopo la partita di ieri che invoca il ritorno immediato di Palladini in panchina.
Siamo a questo punto ed oggettivamente è difficile per chiunque lavorare in queste condizioni.
Abbiamo passato metà degli ultimi 30 anni nei dilettanti, ci sono stati 4 fallimenti e quando cerchi di spiegare al “giornalaio locale” o al tifoso queste cose, ti senti rispondere “ma noi siamo la Samb”.
E li capisci tanti perché, capisci che tutte le disgrazie sportive che abbiamo avuto non sono piovute dal cielo ma hanno una spiegazione.
Ho avuto sempre l’impressione che a pensarla in maniera diversa siamo e rimarremo 4 gatti.
Ma fa niente, personalmente sono stato sempre allergico alle maggioranze ottuse.
Bisogna essere realisti e gestire le aspettative della piazza riportando i fatti, da parte degli organi di informazione, non alimentare voli pindarici e tantomeno avere presunzione.
La serie C, come la B, e’ una categoria molto competitiva, non e’ una serie D dove la citta’ piu’ grande puo’ svettare, e non ci siamo solo noi. Ci sono molte squadre e citta’ che come noi aspirano a salire: Padova, Perugia, Sudtirol, Modena, Trieste, Mantova, Cesena, le squadre che scendono dalla B, e la realta’ e’ che la maggior parte di queste tra due stagioni stara’ a ancora a sgomitare in C, e’ una questione di numeri. Ognuno cerca di capire come fare per migliorare e vincere, e non e’ cosi semplice come andare a comprare al mercato. Non si puo’ comprare il successo, ma pianificare e lavorare bene per integrare al meglio tutte le componenti necessarie a vincere.