Cesena-Samb: non è tempo per Miracoli

I rossoblu si dimostrano in grado di mettere in difficoltà i cesenati, ma non riescono a limitarli. L’analisi di Cesena-Samb


A un mese dall’inizio del ritiro, e a un mese all’inizio del campionato, la Samb si è trovata di fronte – forse – la partita più importante della stagione. Contro il Cesena di Camplone i rossoblu non avevano alcun obbligo di vincere, ma l’intenzione sì: Moriero ha messo in campo una squadra accorta e (nelle intenzioni) speculativa, allo scopo di non concedere troppo e mettere in difficoltà i padroni di casa nelle ripartenze.

Da qui la scelta di bilanciare Tomi con un terzino più conservativo (Di Cecco, che ha già giocato nel ruolo), oltre che l’accantonamento di Bacinovic a favore di una mediana più fisica – Damonte e Gelonese, già visti nel secondo tempo con la Salernitana. Davanti l’allenatore rossoblu si è preso più rischi, togliendo i due giocatori più in forma (Valente e Di Massimo) per dare spazio a Esposito e Troianiello.

Il ritorno al 4-2-3-1

Come con la Lucchese, la posizione di Vallocchia determina lo schieramento della squadra, dando un indizio del piano rossoblu. Con i toscani il suo impiego sulla mezzala aveva rivelato la volontà di coprire meglio il centro del campo, facilitando il lavoro di Bacinovic; con i romagnoli il numero 21 è tornato sulla trequarti, col compito di marcare a uomo Laribi e infastidire il possesso avversario.

In fase di non possesso la squadra si riposiziona con un 4-4-1-1 molto corto e stretto, con Esposito e Troianiello al fianco dei due mediani e la difesa molto stretta alle loro spalle. L’intenzione è quella di bloccare la circolazione centrale del Cesena, recuperando palla più agevolmente e isolando i giocatori offensivi.

I cesenati ovviano al problema coinvolgendo maggiormente le due mezzali in fase di costruzione, permettendo così ai due esterni di rimanere alti e larghi. Con Vallocchia impegnato su Laribi, e i due mediani molto schiacciati sulla difesa, Crimi e Vita hanno tutta la libertà di abbassarsi, ricevere e girare palla da una fascia all’altra.

Vita e Crimi si abbassano centralmente, non seguiti: stop, orientamento e palla sull’esterno

Giocando sulle sacche di spazio concesse dalla Samb sulla trequarti, il Cesena riesce a far circolare il pallone senza problemi, garantendo ai due esterni molti palloni giocabili. Coi terzini avversari molto bloccati al centro (e pronti ad allargarsi solo quando il pallone è in controllo) Kupisz e Mordini riescono a trovare molti spazi, producendo cross con grande continuità.

Partita aperta

La partita è subito accesa: il Cesena controlla la gara, avvolgendo gli avversari nella loro trequarti; i rossoblu giocano a strappi, cercando di bucare la retroguardia in ripartenza. Nei primi 8′ Kupisz trova il cross in tre occasioni, creando una palla gol per Crimi, mentre la squadra di Moriero sfiora la rete col tiro-cross di Miracoli. Al 15esimo la partita si spacca: ennesima giocata sulla fascia del Cesena e palla per l’inserimento centrale di Crimi, atterrato da Conson. L’arbitro fischia il rigore, Laribi realizza.

Lo svantaggio porta i rossoblu ad agire in modo più intraprendente, pur mantenendo qualche difficoltà nel controllo del possesso. Con Damonte e Gelonese spesso fermi davanti la difesa, la manovra di marginalizza sugli esterni: quando Vallocchia è distante dal pallone l’unica soluzione resta la verticale per l’esterno, una soluzione abbastanza prevedibile.

Tomi è in possesso e c’è spazio alle spalle del centrocampo di casa: Damonte resta fermo, Vallocchia è lontano, Miracoli si muove in verticale seguito da due avversari. L’unica soluzione è la verticale per Esposito

Per dare maggiore imprevedibilità alla manovra Moriero decide di sfruttare maggiormente i palloni lunghi, utilizzando Damonte come torre sulla trequarti. La mossa non è decisiva, ma ha il merito di aprire nuovi spazi ad Esposito – che inizia a tagliare verso il centro, dando una soluzione in più tra le linee e aprendo nuovi spazi con le sue verticalizzazioni.

Con Esposito e Vallocchia più vicini (e coinvolti) sulla zona centrale, la Samb riesce ad alzare il baricentro con più continuità, trovando il tiro con Gelonese e sfiorando la rete proprio con Esposito. Pur concedendo qualcosa il Cesena mantiene il controllo, e a fine primo tempo l’occasione clamorosa finisce per essere di marca cesenate (tiro pericoloso di Yallow, miracolo di Pegorin).

La ripresa si apre con la bella occasione di Damonte (gran palla di Di Cecco), ma – ancora una volta – sono i cesenati colpire: scambio Mordini-Crimi e palla in orizzontale per Vita, che riceve nello spazio lasciato libero dai due mediani per segnare la rete del 2-0.

Il doppio svantaggio accende i rossoblu, che nei minuti successivi – complice l’intorpidimento dei cesenati – iniziano ad attaccare con più intensità. Ancora una volta la principale fonte creativa è rappresentata dalla coppia Esposito-Bove, autrice del contropiede di Troianiello (che spreca) e dell’assist per la rovesciata di Tomi, nell’azione che porta alla bella parata di Agliardi e al tap-in fallito da Miracoli.

Superata l’ora di gioco Moriero passa ad un 4-4-2 a chiara trazione anteriore, aggiungendo una fonte di gioco in più sulla fascia (Valente, subentrato all’impalpabile Troianiello) e una torre in più in attacco (Sorrentino, inserito al posto di Gelonese). In pochi minuti l’esterno zeviano riesce a rendersi molto utile, servendo alcuni cross interessanti e risolvendo una mischia con (l’agognato) gol dell’1-2. Troppo tardi, però.

Il lato positivo

Nonostante i cambi di modulo e uomini, la Sambenedettese di Moriero mantiene l’impressione di avere già un’identità ben precisa, con pregi e difetti molto marcati. Tra i problemi in fase di non possesso e l’ostinata – confortante – capacità di creare occasioni, la Samb sembra ritrovarsi a seguire una strada ambigua, con un gioco abbastanza abbozzato, e punti fermi non ancora in condizione.

Le scelte di Moriero hanno palesato alcune lacune comprensibili, a questo punto dell’anno, ma preoccupanti nel caso si trascineranno più avanti. Da una inaspettata diffidenza per il ruolo di terzino destro (dove sono cambiati tre titolari in tre partite) alle pronosticabili difficoltà della mediana, un reparto in cui il giocatore chiave (Bacinovic) sembra lontano dalla forma migliore, e privo di sostituti naturali. Problemi di crescita che coinvolgono anche il reparto offensivo, dove l’ostinato utilizzo di Troianiello sembra nascondere un forte bisogno di averlo in forma per l’inizio del campionato.

I problemi attuali della rosa sembrano – essenzialmente – un problema di adattamento, fisico e tattico. Una questione di tempo, insomma.

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