Samb-Padova: polveri bagnate

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In sette giorni i rossoblu passano dai complimenti alle critiche. L’analisi di Samb-Padova


La scorsa settimana la vittoria contro la Feralpisalò aveva regalato ai rossoblu la sensazione di poter davvero puntare ai primissimi posti, a prescindere da tutto. La prestazione coi gardesani (specie nel secondo tempo) aveva lasciato qualche incognita sulla gestione delle varie fasi della partita, impressione poi confermata a Gubbio. I 6 punti sono stati uno scudo per ogni ogni tipo di critica, interna ed esterna, procrastinando eventuali valutazioni.

La ripresa della gara di Fermo ha confermato le difficoltà dei rossoblu, soffocati dal pressing di una squadra aggressiva e organizzata. Tolta la ricorsività della vittoria, è rimasta quella della sofferenza: nello sviluppo del gioco sotto pressione e nella gestione di alcune fasi della partita. La Samb mostra un piano ben definito, e ha molti strumenti per realizzarlo, ma una volta sfumato non riesce a trovare alternative concrete.

Il piano della Samb

Per la gara col Padova Moriero è tornato al centrocampo visto a Gubbio (Gelonese-Bove-Vallocchia), confermando Mattia e Di Massimo sulla destra, e reinserendo Esposito dal primo minuto. Il 4-3-2-1 citato da Moriero in conferenza è una esemplificazione per spiegare meglio l’atteggiamento tattico dei rossoblu, che ieri hanno impostato nuovi meccanismi di gioco.

Il Padova (schierata col 4-3-1-2) è una squadra molto aggressiva, che utilizza il rombo per sfruttare la superiorità numerica (e tecnica) in zona centrale. In fase di non possesso la squadra di Bisoli si posiziona molto alta sul campo, coi tre giocatori offensivi (Capello-Belinghieri-Guidone) stretti a schermare la verticalizzazione centrale, e i due interni (Mandorlini e Pulzetti) a uomo sulle mezzali rossoblu.

La fase di possesso dei padovani: i tre giocatori d’attacco sono stretti e in linea, Pulzetti e Mandorlini marcano a uomo le mezzali avversarie

Per garantire una buona uscita del pallone i rossoblu accettano di escludere il centrocampo dalla fase di uscita, allargando molto le due mezzali per sfruttare la superiorità sugli esterni. L’azione si sviluppa, al solito, sulla fascia sinistra: Tomi e Vallocchia sono molto sollecitati ad inizio azione, e spesso cercano direttamente Miracoli. Per non lasciare isolato l’attaccante Di Massimo si stringe molto, quasi da seconda punta, allo scopo di raccogliere le sponde e dare una soluzione in più per la verticalizzazione.

Quando il Padova segue i movimenti sulla fascia i rossoblu aprono lo spazio per Esposito, che spesso si sgancia dalla fascia sinistra per arretrare in posizione centrale e ricevere palla tra le linee.

Vallocchia si allarga sulla fascia, Esposito arretra centralmente e riceve

La mossa funziona a tratti (Pinzi è sempre molto reattivo, in copertura), ma quando funziona dà ossigeno alla manovra rossoblu, riuscendo a collegare l’attacco al resto della squadra. Su questa situazione arrivano le migliori azioni del primo tempo: Esposito va due volte al tiro, Di Massimo e Mattia (favoriti dall’isolamento sull’esterno) confezionano due cross pericolosi.

Nonostante l’atteggiamento volitivo dei sambenedettesi, l’occasione migliore arriva su un errore del Padova: al 23esimo Bindi sbaglia un passaggio banale verso Trevisan lasciando la palla indifesa a centro area; Miracoli arriva prima di tutti, ma sbilanciato – e col piede debole – non riesce ad angolare abbastanza.

 La risposta del Padova

Il Padova incassa e ringrazia. Nonostante i rischi la squadra di Bisoli non demerita, impostando una gara – a sua volta – molto impositiva. Il piano è quello di creare situazioni di superiorità numerica al centro del campo, e liberare spazio sulle fasce per i due terzini (Contessa e Madonna, due giocatori molto offensivi).

Inizialmente, come detto da Moriero, l’idea della Samb era quella di marcare Pinzi con l’esterno sul lato debole. In questo modo Miracoli poteva andare in pressione sui due centrali, costringendo i due terzini a restare bassi in costruzione. Con i tre centrocampisti a uomo sui vertici alti del rombo (Pulzetti, Belinghieri e Mandorlini) l’idea era quella di bloccare l’uscita del pallone lasciando i quattro di difesa in doppia superiorità numerica con le due punte.

Dopo pochi minuti la veloce circolazione dei biancoscudati convince i rossoblu a tenere un atteggiamento più conservativo, con Miracoli sul regista e i due esterni ai lati della mediana. I tre centrocampisti restano in marcatura sui centrocampisti, ma il Padova riesce a trovare spazio per la verticalizzazione grazie ai movimenti a venire incontro delle due punte, spesso liberate da i movimenti ad allargarsi di Belinghieri.

Capello e Guidone ricevono ai lati di Bove, riuscendo a consolidare il possesso in posizione avanzata

La mossa aiuta i padovani a coinvolgere i due terzini, che nei primi minuti giocano quasi da ali aggiunte. Su situazioni di superiorità numerica in fascia arrivano le due occasioni degli ospiti, con il tiro di Belinghieri (respinto) e il colpo di testa di Pinzi (fuori).

Aridità sotto la pioggia

Il secondo tempo si apre con una grande occasione del Padova, arrivata proprio su una situazione di superiorità numerica in fascia (cross di Madonna per Guidone, salvataggio di Aridità). Già nei primi minuti della ripresa gli allenatori provano a rinforzare le rispettive squadre, inserendo giocatori più freschi e in grado di aumentare il peso offensivo: nel Padova entrano Chinellato e Candido, la Samb inserisce Valente per Di Massimo (con Esposito a destra).

Per quasi tutta la ripresa la partita si gioca sulle premesse del primo tempo, con le due squadre molto aggressive in fase di non possesso, ma incapaci di trovare lo punto giusto al limite dell’area. I più attivi sono proprio i nuovi entrati: Valente guadagna la punizione battuta da Tomi (para Bindi), e serve due buoni palloni per Miracoli (anticipato) ed Esposito (fuori); Candido prova due percussioni pericolose, trovando i tamponamenti di Mattia e Conson.

Col passare dei minuti il Padova alza il baricentro, mentre la Samb prova ad alternare fasi di possesso più ragionato (sfruttando le posizioni intermedie delle mezzali) alle ripartenze. Proprio in contropiede, la squadra di Moriero crea le maggiori occasioni della ripresa, ma senza la precisione o la pericolosità giusta.

Con due squadre così aggressive in fase di non possesso, la partita può decidersi solo su un errore in fase di uscita. Nel primo tempo l’errore di Bindi aveva quasi regalato il gol a Miracoli, nella ripresa la palla (apparentemente innocua) gestita male da Aridità finisce per concedere l’angolo da cui scaturirà l’1 a 0.

Bove si schiaccia troppo sui due centrali, mettendo in difficoltà Patti: il passaggio arretrato costringe Conson a servire indietro Aridità, che rilancia male. Il Padova recupera e guadagnerà corner

Il gol di Cappelletti ha sciacquato, in un colpo, tutta la partita dei rossoblu: la Samb non ha il tempo (né la forza) per reagire, e nonostante la girandola di cambi finale (Bacinovic, Sorrentino e Troianiello) la gara rimane inchiodata sullo 0-1.

Senza vie di mezzo

In un campionato dove tutte le prestazioni sono state giudicate solo in vista del risultato, le prime sconfitte hanno avuto l’effetto di uno smottamento. Finché la squadra ha vinto, le prestazioni imperfette con Modena, Feralpisalò e Gubbio sono state perdonate e, anzi, esaltate; dopo le due sconfitte in cinque giorni è stato riletto tutto retroattivamente, accusando squadra e mister per le partite passate senza relativizzare quelle recenti.

Dopo i 60 minuti (deludenti, ma complicati) con la Fermana i rossoblu hanno perso una partita (molto equilibrata) col Padova, mostrando alcuni passi avanti nel gioco. Un momento normale, specie per una squadra che da prima della classe ha le ambizioni, ma non (ancora) il gioco, né l’organico.

Il problema sta a monte: affamato da promesse esagerate e premature, l’ambiente rossoblu si trova a giudicare la squadra con l’atteggiamento inquisitorio di chi si aspetta molto, ma non sembra disposto ad aspettare abbastanza. Le parole di Fedeli (“Puntavo ai primi posti, ora non molto”) sanno di bocciatura, ma potrebbero aiutare a normalizzare una situazione che al momento – di equilibrato – ha davvero poco.

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