Vernecchie rossoblu: 3^ puntata (Samb-Feralpisalò)

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero


Dopo la scoppiettante partita di domenica i rossoblu si ritrovano con 3 punti e qualche certezza in più, nonostante la sofferenza perpetuata per buona parte della gara. Louis C.K., che oggi compie gli anni, è solito dire che “gli amici dovrebbero sempre dire la verità. Ma sarebbe meglio non farlo”. La partita con la Feralpi induce al silenzio, più che alla riflessione: ma qualcuno dovrà pur parlare, no?

Michele Palmiero: Caro Angelo, devo ancora riprendermi dalle emozioni di domenica. Per tutta la partita ho creduto nella possibilità di portare a casa i tre punti, nonostante un secondo tempo (per usare un eufemismo) difficile. Al gol di Gelonese ho finito quel poco di voce che mi era rimasta, e così buona parte dello stadio. In attesa del gioco, ben vengano tre punti di sofferenza, specialmente se conquistati contro una squadra fortissima.

Angelo A. Pisani: Io alla vittoria non ci credevo proptio… Per tutto il secondo tempo siamo stati come in apnea, sommersi da una Feralpisalò che ci ha sovrastato tatticamente e tecnicamente. Il gol di Gelonese è stato improvviso come una merendina dal cielo (e le probabilità erano simili). Una vittoria del genere vale tanto proprio perché imprevista e, di base, immeritata. Immeritata per dire, perché alla fine vince chi segna di più.

Michele: Appunto. La Feralpisalò ha sbagliato tantissime occasioni, e quando succedono cose così il Dio del pallone ti punisce. Detto questo, non ho paura a dire che (a tratti) la squadra di Serena è stata uno spettacolo per gli amanti del calcio, e avrebbe certamente meritato di vincere. Però sono stati imbarazzanti in difesa e spreconi davanti: va bene l’estetica, ma se vuoi vincere devi anche andare al sodo.

Angelo A: Beh, al sodo ci sono arrivati e anche spesso; ho contato almeno quattro occasioni nitide, la nostra fortuna è stato Aridità che ci ha messo i guantoni. La Feralpisalò non ha avuto grandi colpe, e noi non abbiamo avuto grossi meriti – se non quello di crederci e provarci fino alla fine. La cosa migliore di questi tre punti è proprio questa, la consapevolezza: e la qualità per darle un senso.

Michele: La cosa migliore di questi tre punti è aver sconfitto una delle favorite alla vittoria finale. Non è cosa da poco: battere un avversario così forte dà fiducia al gruppo e serenità allo staff tecnico, che ora è chiamato a risolvere i problemi emersi in queste partite. Mister Moriero ha vissuto la partita con un agonismo da finale di Champions League, mi ha dato l’impressione di volere la vittoria a tutti i costi, anche per rispondere alle critiche post Fermo.

Angelo A: Lui in conferenza insiste sempre sui concetti di cuore, grinta, gioco di squadra… È un allenatore molto attento all’aspetto emotivo, e sta funzionando; però questo non deve darci alibi: i sei punti nelle due partite non tolgono il peso dei nostri difetti, specie nella gestione della gara. Abbiamo mostrato picchi e cali, ma non abbiamo ancora visto la medietà. E senza quella non sapremo mai il nostro vero livello.

Michele: D’accordo, questa Samb ha dei difetti – come tutte le altre – però bisogna anche prendere atto che le gare contro Modena e Feralpi non sono sufficienti per giudicare. Il Modena era una squadra allo sbando, con il peso della crisi societaria sulle spalle; la Feralpisalò ha un tasso tecnico elevatissimo, e un modo di giocare particolarissimo. Sono convinto che nessuno abbia ancora capito quali sono i margini, in positivo e in negativo.

Angelo A: Sun Tzu diceva che per vincere ogni battaglia bisogna “conoscere se stessi come si conosce il proprio nemico”. Avere consapevolezza è fondamentale, altrimenti “ogni battaglia è fonte di pericolo”. Vedo un piano di gioco, ma al momento ci sono alcune contraddizioni. Ci sono giocatori fondamentali non al top (Bacinovic e Troianiello, su tutti) e molti dei giocatori più in forma sono alternativi (penso a Esposito e Valente, ma anche Bove e Vallocchia). Le strade sono due: trovare un modo per metterli insieme, o riuscire a rendere finché non cresce tutta la squadra.

Michele: Di buono c’è che coi cinque cambi possiamo far giocare un po’ tutti, sfruttando ogni risorsa e garantendo minuti a chi ha bisogno di prendere il ritmo. Per il resto, il piano è semplice: prendiamo più punti possibili e godiamoci il talento dei vari Esposito, Valente, Vallocchia e Bove. Visto che ci siamo: ma che gol ha fatto? Io ero tra quelli che ha imprecato perché invece di avanzare ha calciato al volo da 20 e passa metri. Mi ha ricacciato l’urlo in gola: cheggiocatore.

Angelo A: Quei palloni a mezza altezza ingolosiscono sempre, ma un tiro del genere non è da tutti. Vedere un classe ’98 fare queste cose fa venire i lucciconi agli occhi, e ti ripaga gli anni passati in Serie D, dove eri costretto a far giocare ragazzini per i quali la speranza maggiore era che non facessero danni. Paradossalmente, domenica i giocatori decisivi sono stati quelli giovani (Gelonese e Bove, un ’95 e un ’98).

Michele: Ai giovani decisivi di domenica aggiungo anche Alessio Di Massimo, autore della serpentina che ha portato al gol di Gelonese. L’anno scorso gli veniva spesso rimproverata la scarsa incisività dalla panchina, ma con la Feralpi è entrato benissimo, con atteggiamento e cattiveria giusta, risultando decisivo.

Comunque, da bravo reazionario e conservatore, preferisco elogiare i “vecchietti”. Aridità non fa più notizia, ma Troianiello sì: domenica l’ho visto in netta crescita, dal punto di vista fisico e tecnico. Non può considerarsi ancora al 100% ma, come Bacinovic, ha dimostrato che la possibile resa in campo vale l’attesa. io sono disposto ad aspettare.

Angelo A: Per me è giusto aspettare, ma bisognerebbe essere più giusti anche con gli altri. Domenica non ho capito le critiche a Miracoli, la cui unica colpa è stata sbagliare un gol a Cesena ad inizio agosto. Ho visto errori più grossi in momenti più importanti, ma lui (come Sorrentino) paga i mancati arrivi dei nomi altisonanti fatti in estate. Il che è abbastanza ingiusto. Io Miracoli lo vedo in netta crescita, e domenica è stato importantissimo per lo sviluppo dell’azione.

Tomi alza la testa e lancia subito per Miracoli, che si arrampica in aria e fa da sponda per Valente: la Samb può attaccare

Michele: Siamo tutti schiavi dell’immaginario del Bomber di categoria®: sembra che non si possa vincere un campionato senza una punta da 20 gol. Miracoli e Sorrentino hanno tanti difetti, ma il loro lavoro valorizza i giocatori di talento che abbiamo sugli esterni. In un mondo ideale, vorrei un numero 9 con lo spirito di sacrificio di Sorrentino e la finalizzazione di Rachid Arma, ma nella realtà mi tengo stretto i nostri centravanti.

Inoltre si sta sottovalutando il potenziale iconico di un attaccante che fa di cognome Miracoli, e la valenza umoristica data dal fatto che segna pochi gol. Meno male che c’è il presidente Fedeli, che domenica ha dato il via alle danze.


La copertina di Madou è ispirata a “Saturno che divora i suoi figli” di Francisco Goya. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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