Credere in Luca Miracoli

 L’attaccante rossoblu ha trasformato i fischi in applausi


Allargamento profondo sulla fascia destra, appoggio dietro e inserimento in area per aspettare il cross. La prima azione rossoblu di Luca Miracoli è un bignami del giocatore: pochi secondi che bastano a racchiudere le caratteristiche e il senso del gioco più di tanti highlights.

Quando l’ex Carrarese è arrivato a San Benedetto, video e statistiche erano l’unico elemento per misurare il giocatore alle ambizioni della sua nuova squadra. La lunga serie di colpi di testa e tap-in, uniti ai 191 centimetri, hanno dato l’impressione di un finalizzatore puro, il giocatore perfetto per tramutare in rete il gioco costruito da Valente, Troianiello ed Esposito.

Luca Miracoli: finalizzatore?

Miracoli è un giocatore particolare: anzitutto, è un finalizzatore che segna poco. Al suo arrivo a San Benedetto l’attaccante aveva segnato solo 36 gol in 165 partite, uno ogni quattro gare e mezzo. Gli strumenti del suo gioco (capacità aerea, sensibilità del piede, buon utilizzo del fisico), quelli che ne farebbero un buon marcatore, sono utilizzati più per la squadra che per il gol.

Luca Miracoli è uno specchietto per le allodole. Mascherato da finalizzatore, si spende in un intenso lavoro di supporto, focalizzato a creare spazi e occasioni per i compagni. L’istinto dell’attaccante arriva dopo, quando accidenti e incastri della partita gli danno la possibilità di liberare il sinistro, assaltare l’area o tentare il tap-in.

Miracoli fa sparire la palla sotto un avversario e lancia il contropiede: quando la palla arriva sulla trequarti, e solo in quel momento, recupera il centro dell’area a grandi falcate

Quello dell’attaccante è un ruolo superficiale: in un mondo dove la specializzazione è sempre più rara – e vengono cercati giocatori che sanno fare più cose possibili – i centravanti continuano ad essere giudicati solo in base alle loro realizzazioni. La differenza tra una buona e una pessima partita finisce per misurarsi in pochi centimetri, attimi spartiacque capaci di influenzare la percezione di un giocatore.

Un inizio difficile

Miracoli ha avuto un inizio tutt’altro che semplice, inficiato da due errori che hanno rischiato di rovinarne la stagione. Il primo arriva nella partita col Cesena, ad inizio agosto. La Samb è sotto due a zero in una gara molto tirata, e al 60esimo arriva l’occasione per cambiare la partita: sulla rovesciata di Tomi Agliardi respinge corto, facendo arrivare la sfera alla disponibilità di Miracoli. L’altezza del pallone e la pressione di un avversario costringono l’attaccante ad affrettare il tiro, mandato sulla traversa.

Sul rimbalzo la sfera si alza molto e supera Miracoli, che riesce a colpire con una semirovesciata. L’attaccante non riesce a tenere la palla bassa, però

Poche settimane dopo, la storia si ripete. Al Riviera i rossoblu sono fermi sullo zero a zero col Padova, in una partita molto delicata. Stavolta l’occasione parte da un errore di Bindi, che sbaglia un appoggio lasciando il pallone indifeso a centro area; Miracoli (che aveva innescato il pressing) arriva prima di tutti, ma – affaticato dalla lunga rincorsa, e col pallone sul piede debole – non riesce ad angolare abbastanza.

Anche qui un pallone scomodo. Miracoli corre in orizzontale per accorciare la strada verso la sfera, costringendosi ad una torsione difficile; il destro (che non è il suo piede) trova la respinta di Bindi

Questo errore coincide col momento più difficile della stagione rossoblu: con due sconfitte in una settimana, e la trasferta di Reggio alle porte, l’aria intorno alla squadra inizia a farsi pesante. Allenatore e giocatori vengono accusati di non essere all’altezza delle ambizioni, e tra i principali colpevoli viene individuato proprio l’attaccante rossoblu, reo di un errore decisivo.

I tifosi lo fischiano, il presidente Fedeli lo critica apertamente. L’unico a difenderlo è mister Moriero, che gli mostra supporto a parole (citando il suo lavoro per la squadra) e coi fatti (non togliendolo mai dall’undici di base). Dal canto suo, Miracoli evita ogni tipo di coinvolgimento.

“Nel calcio basta poco per ribaltare i giudizi”

Nella conferenza di Reggio Miracoli ha l’opportunità di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, ma preferisce restarne fuori. L’attaccante aveva già segnato con Modena (su rigore) e Gubbio, ma la partita con la Reggiana è il vero spartiacque della stagione. Anche stavolta parte tutto da un tap-in. La Samb è in vantaggio uno a zero e sta subendo il ritorno dei padroni di casa, gettati in avanti alla ricerca del pareggio.

A pochi minuti dalla fine del primo tempo Gelonese ruba una palla pericolosissima a metà campo: Miracoli, al suo fianco, fa una scelta controintuitiva, allontanandosi dal pallone. Il suo movimento distrae i due difensori granata, aprendo lo spazio per la verticale a Rapisarda: il tiro del terzino viene respinto, Miracoli viene premiato dal rimpalle e infila in rete.

La squadra prima del gol: vedendo Rapisarda lanciato a rete Miracoli rinuncia ad attaccare la porta per aprirgli lo spazio. Un “accidente” della partita gli regala l’occasione per fare gol

Cambio di marcia

Il gol di Reggio ribalta l’impressione sul giocatore: le reti diventano tre in cinque gare, un bottino che mette l’attaccante al rifugio delle critiche, dando spazio a valutazioni che vanno oltre il gol. Segnando, Luca Miracoli si è guadagna il diritto di essere giudicato per le altre cose che fa durante la partita.

L’apporto di Miracoli alla squadra si misura nelle tante, minime giocate che accumula durante la partita: piccoli mattoncini che permettono alla squadra di alzare la testa, respirare, e avanzare. Un rapace nei palloni vaganti in mezzo al campo, una colomba di speranza sui lanci lunghi: Miracoli alterna ratto e supporto, dando ai compagni gli strumenti per giocare al meglio.

Nella prima azione Miracoli si avventa sul pallone vagante, riguadagna il possesso e torna al limite dell’area; nella seconda fa da sponda ad Esposito, protegge il pallone e serve Valente. La Samb respira

E poi ci sono i gol. Miracoli non segna molto (in questa stagione ha una buonissima media, a dir la verità), ma sa segnare. Dopo la rete alla Reggiana l’attaccante ha mostrato il lato tagliente della sua lama, segnando la doppietta che ha affondato il Mestre. Due gol simili, entrambi di testa: appostato sul secondo palo come un falco, preciso, letale.

Con lo splendido assist a Vallocchia (nel 3 a 1 del Santarcangelo) l’attaccante rossoblu è entrato in 7 dei 15 gol segnati dalla sua squadra: uno su due è merito suo. Il resto vien da sé: in poche settimane Luca Miracoli ha trasformato la diffidenza in amore, convincendo la tifoseria ad aspettarne le pause e valorizzarne i momenti. In attesa del finale, la storia di Miracoli alla Samb ci ha già riservato un colpo di scena.

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