Ravenna-Samb: la differenza di Capuano

La prima Samb di Capuano ci dà già indicazioni importanti


La sconfitta col Sudtirol, seguita dal concitato addio di Moriero, aveva gettato i rossoblu in una situazione difficile: dopo 4 partite senza vittoria, e con appena tre giorni per preparare la trasferta di Ravenna, il rischio di una partita interlocutoria – senza punti o senza identità – era dietro l’angolo.

Capuano ha avuto a disposizione solo tre allenamenti, ma nonostante le frasi di circostanza ha lavorato per dare un impatto immediato alla sua squadra. Il 3-4-3 scelto e provato in settimana è la crasi tra i fondamenti del tecnico (che non rinuncia mai ai tre centrali) e le esigenze di un reparto offensivo, costruito sulla forza degli esterni.

«Un allenatore intelligente deve prima di tutto valutare il materiale umano del quale dispone. Gli esterni della Samb sono di grande qualità. Se volessi imporre il mio sistema di gioco andrei a sminuirne il potenziale»

In difesa sono stati confermati i tre centrali più utilizzati (Miceli, Conson, Patti), come per gli esterni (Rapisarda e Tomi). In mediana si richiedevano due giocatori di impatto fisico e tecnico, capaci di dare solidità alla fase di non possesso senza concedere troppo col pallone tra i piedi. L’imprescindibile Gelonese (unico, per caratteristiche) è stato affiancato da Bacinovic, un “rischio calcolato”, fondamentale per dare tempi e unità alla manovra. In attacco Valente ed Esposito hanno affiancato Di Massimo, che è  stato confermato nel ruolo di prima punta.

La costruzione del gioco

I rossoblu cercano di controllare il possesso sin dai primi minuti, ma senza scoprirsi eccessivamente. Nella prima fase di uscita la squadra ha mantenuto i quattro difensori in linea alzando solo un esterno (spesso, quello sul lato debole), per cucire il possesso e avere sempre il rifugio del cambio gioco sul lato opposto.

La catena di sinistra dei rossoblu, con Patti, Bacinovic, Tomi ed Esposito permette di gestire bene il pallone. Valente si stringe verso il centro, aprendo spazio a Rapisarda sulla destra

In questo è stato fondamentale il ruolo Bacinovic, schierato a sinistra per legare il possesso tra Patti, Tomi ed Esposito, ma anche per giocare con qualità sul lato opposto. La scelta dei due lati non è casuale. A sinistra, con Tomi ed Esposito (tecnici e più compassati), giocavano Patti e Bacinovic, calciatori bravi sia nel gioco breve che lungo; a destra, con Rapisarda e Valente (più aggressivi e dinamici), sono stati inseriti Conson e Gelonese, giocatori fisici e bravi a coprire gli spazi aperti.

Il gioco è abbastanza semplice: la Samb costruisce il possesso a sinistra, spostando il gioco su una fascia per lasciare a Rapisarda e Valente tempo e spazio per avanzare sul lato opposto: una volta che viene creata la situazione di vantaggio la palla cambia lato, permettendo ai due di sfruttare la superiorità numerica per cercare il taglio o il cross in mezzo.

Bacinovic da un appoggio al possesso e allaga sul lato opposto, Valente che parte stretto per lasciare spazio a Rapisarda 

In fase di non possesso il Ravenna si difende con un 5-3-2 molto compatto, dove la pressione era lasciata all’esterno sul lato forte, aiutato dalla mezzala, mentre gli altri quattro difensori restavano a copertura del centro. Gli scambi tra Valente e Rapisarda (il primo stretto, il secondo larghissimo) mettono spesso in difficoltà i ravennati, con Magrini e Piccoli (esterno e mezzala a sinistra) messi in inferiorità numerica dagli avanzamenti Gelonese.

In questo è importante anche l’atteggiamento di Esposito e Di Massimo, sempre reattivi nell’accorciare verso destra per impegnare gli altri difensori. La mossa funziona: nei primi 10′ Rapisarda trova il cross due volte, e al 13esimo Valente confeziona l’assist per il vantaggio di Tomi.

La fase di non possesso

Il gol permette ai rossoblu di liberarsi subito di un fardello, e continuare il piano di gioco senza l’ansia del risultato. La prima, grande, differenza con la Samb di Moriero è nella fase di transizione: nei primi secondi dopo la perdita del possesso i sambenedettesi pressano altissimi, nel tentativo di recuperare palla o quantomeno rallentare il contropiede avversario.

Il 3-4-3 dei rossoblu, in questo senso, dà diversi vantaggi. La presenza di tre giocatori offensivi in zona centrale – con i mediani pochi metri dietro – garantisce ai rossoblu una buona compattezza intorno al pallone, utile soprattutto nei momenti in cui Bacinovic e Gelonese sono chiamati ad alzare il pressing. La protezione dei tre centrali dà anche maggiore libertà agli esterni di centrocampo, bravi nell’alternare movimenti di pressione e riallineamento difensivo.

L’atteggiamento aggressivo, ovviamente, nasconde delle insidie: quando il Ravenna riesce a resistere alla prima pressione ha spesso l’opportunità di attaccare a campo scoperto, ma qui viene fuori la buona prestazione dei tre centrali, che tengono botta per buona parte del primo tempo. Il  Ravenna riesce comunque a farsi avanti, e al 18esimo trova il pareggio grazie a un’ingenuità di Di Massimo, che stende Maistrello in area dopo un controllo sbagliato. Rigore e gol di Broso.

Il pareggio rimette in discussione lo slancio della partita: con l’uno a uno da difendere il Ravenna inizia a coprirsi con più uomini, ingabbiando Esposito tra esterno, centrale e mezzala di destra, e costringendo il resto della squadra a girare intorno all’area di rigore. Nei 25′ finali del primo tempo l’unico tiro in porta è quello di Valente, dopo un taglio profondo proprio verso la zona di Esposito.

Fortuna e organizzazione

Nella ripresa la gara sembra presentarsi sulle stesse premesse del primo tempo, ma dopo appena 4 minuti i rossoblu sbloccano il risultato con Bacinovic, che su una punizione dalla sinistra si inventa una traiettoria a giro che termina alle spalle di Venturi.

Costretto a tirare in piedi il risultato, il Ravenna decide di aumentare il peso offensivo. Al 58esimo Antonioli inserisce De Sena e Samb per Piccoli e Maistrello, passando a un 4-3-3 più sbilanciato in avanti, ma con gli stessi meccanismi offensivi. Come nel primo tempo la squadra cerca di sfruttare l’ampiezza del campo, ma stavolta la presenza di due esterni al fianco della prima punta permette ai ravennati di avere maggiore soluzioni per il gioco lungo, in modo da sfuggire alla pressione dei rossoblu.

Costretti ad abbassare il baricentro, i sambenedettesi vedono anche aprirsi spazi alle spalle dei padroni di casa: con le squadre più lunghe e il gioco più diretto viene fuori la maggiore fisicità dei rossoblu, solidi sui palloni alti e sempre reattivi a ripartire in contropiede (specie sulla destra, dove Rapisarda perde fattezze umane per trasformarsi in una specie di motorino).

Samb si avvicina a De Sena per ricevere il lancio lungo dalla difesa: la buona guardia di Miceli apre al contropiede coast to coast di Rapisarda

I sambenedettesi sfiorano il 3 a 1 con Tomi (fuori di poco) e Di Massimo (palo), mentre i ravennati si mangiano le mani per il colpo di testa di Magrini (fuori di un soffio).

Nel finale il passaggio al 3-5-2, e il successivo inserimento di Damonte, dà più solidità ai rossoblu, ma finisce per consegnare il controllo ai ravennati. La squadra di Antonioli spinge a pieno organico, mettendo anche 7 uomini sulla linea offensiva, ma i rossoblu – graziati da Ballardini a tempo scaduto – resistono.

Il primo passo

Con appena tre giorni di lavoro alle spalle si può già dire di riconoscere la mano di Capuano. Accolto per il suo carattere grintoso e fumantino, l’allenatore rossoblu ha vinto la sua prima partita mostrando l’altra faccia della medaglia, quella che nella banalizzazione del racconto sportivo viene spesso messo in secondo piano: la preparazione tattica.

La differenza di Capuano sta tutta qui. Nelle ultime settimane la Sambenedettese era sembrata una squadra in balia degli avversari, incapace di adeguarsi alle situazioni e al contesto; in pochi giorni il tecnico campano è riuscito a tracciare una linea precisa, accordando i suoi principi tattici ai giocatori a disposizione. Per molti versi, non c’era esordio migliore possibile.

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