Vernecchie rossoblu: 5^ puntata (Ravenna-Samb)

Ravenna-Sambenedettese

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Puntata post Ravenna-Samb


“E anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa”

San Benedetto è una piazza accusata spesso di malcontentismo, ma le difficoltà delle ultime settimane hanno messo in mostra l’altra faccia della tifoseria, quella più pragmatica, pronta ad accettare ogni risultato, a patto che ci si metta il cuore. Dopo il pareggio col Monza e la Coppa col Fano, Ravenna doveva essere la partita del riscatto. Invece è arrivato l’ennesimo crollo, stavolta più pesante e inaspettato. Con tre punti in 6 partite i rossoblu sono in fondo alla classifica, e (tifoseria a parte) sempre più soli. Come se ne esce?

Angelo A. Pisani: Michele, prima di fare ‘ste vernecchie leggi l’analisi, così non mi fai ripetere.

Michele Palmiero: Se io leggo l’analisi poi mi devo ripensare alla partita, e ti ho già detto che preferisco di no. Anzi, ti dirò: io voglio cancellare Ravenna dalla mia memoria, scordarmene più in fretta possibile, sto dando le testate al muro da ieri.

Angelo A: E sbagli, perché bisogna ricordare e soffrire, sennò non si impara mai. È come quando hai una squadra che parla di programmazione e finisci per cambiare allenatore e giocatori con cadenza semestrale (quando va bene). Se fai sempre punto e a capo sei come Sisifo.

Michele: L’attuale momento della Samb mi ricorda una canzone degli Afterhours, “costruire per distruggere”. Nonostante le polemiche, le mini-rivoluzioni, gli esoneri (e i ritorni) della scorsa stagione, la Samb era riuscita a costruire una base importante per far sognare la piazza. Invece si è deciso di proseguire sulla via del cambiamento perpetuo: una scelta che dato i suoi frutti in passato, ma pur sempre una scommessa rischiosa, che ad oggi sembra fallimentare.

Angelo A: Sono d’accordo, lo dico da tempo e per questo ho anche preso degli insulti. Mettiamo in chiaro una cosa: cambiare non è sbagliato di per sé, anzi, a volte può fare anche bene. Cambiare diventa sbagliato quando lo si fa senza una vera programmazione dietro. Dire ogni anno “puntiamo a migliorare la posizione” cambiando mezza squadra non è programmazione, è gioco d’azzardo. Può andare bene e può andare male.

Michele: Su questo siamo d’accordo. Detto ciò, la squadra è stata costruita male, ma non è così scarsa da giustificare prestazioni del genere. Questa rosa non è in grado di fare meglio dell’anno scorso (come auspicava qualcuno in società) ma non è da ultimo posto in classifica. Per me le responsabilità sono anche di giocatori e staff tecnico. Quando abbiamo palla non sappiamo che fare, è inquietante.

Angelo A: Roselli finora ha pensato soprattutto alla fase difensiva, ma sta diventando evidente che non basta. A Ravenna siamo scesi in campo per fare una partita solo reattiva, non abbiamo mai pressato oltre la metà campo. Posso capire la scelta: più compattezza significa più certezze, ma in questo momento non abbiamo le une né le altre.

Michele: Il problema è che non vedo miglioramenti nemmeno nella fase difensiva. Il Ravenna ha giocato con grande intensità, nessuno lo nega, ma non ha fatto nulla di straordinario per metterci in difficoltà: pressione alta e ricerca continua dei cambi di gioco. E poi loro usavano il 3-5-2, che quest’anno ci sta portando una sfortuna incredibile.

Angelo A: Noi in fase di uscita abbiamo fatto tantissima fatica, e di contro gli abbiamo lasciato tanti spazi in avanti. Nel post partita Roselli ha detto che “quando non sai dove andare è meglio che stai fermo”, ma stare bloccati non ci ha aiutato per niente. Questa è una squadra che l’errore lo fa sempre, e poi non sa come recuperare. Usciamo male con la palla e non creiamo spazi, quindi dobbiamo sbilanciarci troppo. Nel calcio, se non attacchi bene non riesci a difendere bene. L’abbiamo visto sul secondo gol.

Michele: C’è anche da dire che abbiamo pagato anche i nostri errori individuali. Non è neanche la prima volta, basti pensare ai gol di Jefferson e Perna con Monza e Giana Erminio. Sono errori che ci portiamo dietro dalla partita col Renate, quando abbiamo preso due gol assurdi. Domenica i nostri difensori mi hanno fatto rimpiangere Nocciolini.

Angelo A: Nocciolini è un ottimo giocatore, ma non lo scopriamo oggi. Probabilmente ora l’hanno scoperto anche quelli che qualche mese fa dicevano che sarebbe stato inutile e strapagato, per poi accogliere Stanco e arrivare alle stesse accuse nel giro di poche settimane. E qui arriviamo al punto: non dipende solo dai giocatori, ma anche dal contesto. Uno come Zaffagnini (per citare il più criticato) vale molto più delle prestazioni che sta facendo in questo momento. Ma intorno serve una squadra che funzioni.

Michele: In questo momento non possiamo gettare la croce addosso a Roselli, però l’impressione è che la quadratura del cerchio sia molto, molto lontana. Non è facile, perché si gioca ogni 3 giorni e l’ansia da risultato è fortissima, ma se vogliamo andare avanti bisogna trovare al più presto gli 11 giocatori più affidabili e metterli nelle posizioni più congeniali. Con buona pace del progetto giovani.

Roselli e Rapisarda

Per la nuova puntata di “Come sono finito qui?”

Angelo A: La situazione non è facile, ma io ho fiducia in Roselli. Sin dalle prime conferenze ha mostrato di capire bene i problemi di questa Samb, e questa consapevolezza si vede anche da come mette la squadra in campo. È un lavoro difficile, perché i problemi – oltre che tattici – sono psicologici, ma possiamo ancora trovare le soluzioni per farcela.

Michele: Bisogna essere fiduciosi, se non altro perché fare peggio di così è quasi impossibile. Poi insisto nel dire che questa squadra ha le risorse per risalire la china: il calendario non aiuta, ma per spostarsi nella parte sinistra della classifica bastano un paio di partite. Mi aspetto, però, un’assunzione di responsabilità da parte della dirigenza. Nei momenti di difficoltà bisogna metterci la faccia, non sparire dalla circolazione o (peggio) scaricare le colpe su chi non c’è più.

Samb, Lamazza

Angelo A: A San Benedetto c’è questa strana usanza. A inizio stagione sento sempre dire che la società prenderà in mano la situazione, che si tratterà solo con procuratori fidati e si starà attentissimi alle spese per la squadra. Poi, tempo pochi mesi, parte lo scaricabarile dall’alto verso il basso. ora – dopo le tante chiacchiere e i proclama estivi – scopriamo dal diesse che che i giocatori li ha scelti tutti l’ex allenatore.

Voglio credere a Lamazza, anche se in estate l’allenatore, la società e lui stesso hanno detto l’esatto contrario. A questo punto ti dico che sono d’accordo con l’esonero, perché se fai una squadra del genere meriti di essere mandato via.


La copertina di Madou è ispirata a The End of the F***ing World, la serie tv creata da Jonathan Entwistle

Nota dell’autore: Dopo sei partite senza vittorie la voglia di fare copertine è poca, da qui la scelta (probabilmente banale) di usare The end of the F***ing World nella settimana in cui Fedeli parla dell’allontanamento da San Benedetto del figlio. Per farla ci sono voluti dieci minuti, ma nonostante ciò posso dire di aver messo dentro più impegno dei giocatori a Ravenna. Avessi seguito il loro esempio, la copertina sarebbe stata così:

Vernecchie Rossoblu

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