La conferenza stampa a margine di Sudtirol-Samb, primo turno dei playoff di Serie C. Parlano Giuseppe Magi, Francesco Rapisarda e Paolo Zanetti
Serviva solo una vittoria, e non è arrivata. La stagione della Sambendettese si chiude a Bolzano, contro un Sudtirol che ha dimostrato di valere tutte le sue posizioni di vantaggio in classifica. Con questa gara si chiuderà anche l’esperienza di Magi con la Samb, e forse – ma nulla è certo – anche la gestione del presidente Fedeli, che oggi non era neanche allo stadio. L’unica certezza resta il capitano rossoblu Rapisarda, che ha smentito tutte le voci su una sua possibile partenza.
Giuseppe Magi
Dovevamo vincere e non ce l’abbiamo fatta. Nel primo tempo non siamo riusciti a sfruttare il vento a favore, avevamo intenzione di cercare qualche tiro dalla distanza ma non ci siamo riusciti. Non so se è più merito degli avversari o di timore nostro. Dai 30 metri ci vuole anche un po’ di coraggio e incoscienza, oggi forse ci sono mancati.
Noi dovevamo essere bravi a non concedere tutte quelle ripartenze, e stare più tranquilli, perché in queste partite basta un calcio piazzato per sbloccare la gara. Sentivo che la squadra che avrebbe sbagliato meno avrebbe fatto sua la partita, cosi è stato. Nel secondo tempo abbiamo sbagliato sul loro contropiede e abbiamo pagato la grande azione di Morosini, che ha fatto 70 metri palla al piede e ha preso il rigore che ha spaccato la partita. Loro l’hanno vinta lì.
Queste partite si giocano anche sul piano nervoso, e noi siamo arrivati a questa partita dopo una stagione molto complicata, una volta andati sotto non era facile trovare la forza per reagire. L’episodio ci ha tagliato le gambe, e non siamo riusciti a riprenderci. Secondo me i ragazzi hanno dato tutto quello che avevano, forse ci è mancato quell’episodio capace di darci coraggio e farci superare i nostri difetti.
L’uscita di Di Massimo? Io guardo la squadra tutta la settimana, e giudico in base a quello che vedo. Dare la colpa a Bove o Russotto è riduttivo. Nel secondo tempo volevo cambiare l’atteggiamento della squadra: ho messo Russotto per fare più gioco e avvicinato Ilari al fianco di Stanco, per avere due torri insieme ai due esterni. Abbiamo giocato bene, in quella fase, il problema è che non siamo andati abbastanza in porta. Se per voi la partita si è decisa solo per l’uscita di Di Massimo allora sì, è colpa mia.
Un mese fa siamo venuti qui a Bolzano e abbiamo fatto la nostra gara, questa volta non siamo riusciti a ripeterci in fase offensiva. Loro hanno interpretato bene la gara: nel primo tempo ci sono venuti a prendere alti, per non farci verticalizzare, e nella ripresa sono stati più bassi e coperti. Potevamo gestire qualche situazione meglio, ma non rimprovero nulla ai ragazzi, che secondo me hanno dato tutto.
Dispiace per i tanti tifosi che ci hanno accompagnato, meritavano di più. Noi ci abbiamo provato. Se resto? In questo momento non ha senso parlarne, ora l’importante è smaltire questa delusione. Il mio contratto scade il 30 giugno, e l’unica cosa che posso dire è che per me allenare la Sambenedettese è stata un’esperienza forte, una gioia e un onore.
Francesco Rapisarda
Noi ci credevamo davvero, ma purtroppo non è andata come volevamo. C’è tanta delusione e amarezza. Loro hanno fatto una buona gara, anche se nel secondo tempo secondo me siamo cresciuti. Fino allo svantaggio avevamo creato poco, ma tutto sommato stavamo facendo una buona prestazione. Purtroppo quel rigore di Morosini ci ha tagliato le gambe, non era facile reagire. Sul fallo non giudico perché ero lontano, e non ricordo bene l’azione. Di certo in quell’occasione abbiamo lasciato troppo spazio in contropiede a Morosini. Dovevamo fermarlo prima.
Oggi si poteva fare di più, si può sempre fare di più, però ormai è andata così. La squadra ci ha provato con tutte le forze, su questo posso garantire. Dispiace non aver regalato una gioia ai nostri tifosi, che anche oggi come sempre ci hanno sostenuti, anche nei momenti peggiori. Meritavano di più. Bisogna sempre ricordare che questa squadra a inizio anno era finita all’ultimo posto, e arrivare qui non era affatto scontato. Ce l’abbiamo fatta con tante difficoltà, e ci abbiamo creduto fino alla fine.
Il mio futuro non è in discussione: ho altri due anni di contratto e resterò qui, dando sempre il massimo, e sperando di fare il meglio possibile. Su questo non ci sono dubbi.
Paolo Zanetti
Nel finale di campionato abbiamo avuto un calo di tensione, è vero, ma oggi che serviva fare la prestazione siamo tornati quelli di sempre. Abbiamo affrontato una squadra che doveva vincere a tutti i costi e non ci hanno fatto un tiro in porta, penso che valga molto.
Primo tempo sofferto? La Samb ha avuto più controllo del possesso, ma non abbiamo subito un tiro in porta. Sono sincero: a me non dispiace lasciare il possesso alla squadra avversaria, se poi non arrivano in porta. Anche perché è un valore che conta relativamente. In casa abbiamo fatto delle partite con l’80% di possesso palla e abbiamo perso, ad esempio. Noi sapevamo che partita dovevamo fare, e l’abbiamo fatta bene.
Sapevamo che la Samb avrebbe dovuto fare una partita all’attacco e abbiamo deciso di giocare in modo diverso, più verticale, per colpirli alle loro spalle. Io considero sempre le occasioni, perché sono quelle che contano; noi ne abbiamo avute molte e non ne abbiamo concessa nessuna.
Non era facile, anche perché la Samb ha molti giocatori di qualità, e nel secondo tempo ha alzato ulteriormente il tasso tecnico. I cambi non hanno pesato in negativo, secondo me: con Di Massimo siamo dovuti stare più attenti alle nostre spalle, Russotto siamo andati a prenderlo più alto perché sapevamo avrebbe giocato più lontano dalla porta.