La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Puntata post Sudtirol-Samb
Con la sconfitta di Bolzano i rossoblu concludono la loro lunga, complicata e soffertissima stagione. È finita nella desolazione e nel silenzio, senza battaglie e colpi di scena stile Avengers. Difficile aspettarsi diversamente, per la storia di questa stagione – spesso drammatica, mai tranquilla – e per le forze di questa squadra stremata e senza supereroi. Alla fine si conclude tutto con le solite, caustiche parole di Fedeli, che per l’ennesima volta minaccia di schioccare le dita.
Michele Palmiero: Caro Angelo, è finita. La Samb è stata battuta senza dare mai l’impressione di poter ribaltare i pronostici, il presidente Fedeli ha ribadito di volersene andare, e a noi tifosi è toccata l’ennesima trasferta infinita con l’angoscia di un futuro poco chiaro, e la beffa di non aver visto neanche un tiro in porta. Cosa abbiamo fatto, nelle nostre vite precedenti, per meritarci tutto questo?
Angelo A. Pisani: Niente. Non ci meritavamo di passare, semplicemente; il Sudtirol ha una squadra migliore, ha fatto una stagione migliore, e nello scontro diretto ha fatto meglio. Aggiungiamoci pure che questa squadra arrivava da un progetto lungo due anni e mezzo, un periodo in cui noi abbiamo cambiato 5 allenatori e 3 direttori sportivi. Dispiace, ovviamente, ma per molti versi è giusto così.
Edoardo Tarullo: Dal punto di vista della programmazione il Sudtirol meriterebbe di passare il turno contro quasi tutte le squadre della C. Poi c’è il campo e le sue indefinibili variabili. Per nostra sfortuna noi non siamo stati in grado di far scattare queste variabili. Ma personalmente non ho nulla da rimproverare alla squadra, e non perché mi sia piaciuta, ma perché dopo appena 2 vittorie esterne in tutto l’anno non mi aspettavo miracoli maggeschi.
Michele: Non lo nego: io ci credevo, e ci ho creduto ancora di più quando ho visto 300 malati sfidare il freddo, la pioggia e il vento per arrivare fino a Bolzano. Poi è arrivata la partita e ho smesso di crederci… Certo, il calcio è strano e tutto poteva accadere, ma già dai primi minuti si vedeva la differenza tra le due squadre. Il Sudtirol è stato più forte tatticamente, tecnicamente e mentalmente.
Angelo A: Si è messo molto l’accento sulla delusione-Samb, ma bisogna anche sottolineare che loro hanno giocato molto bene. Nel primo tempo ci sono venuti a prendere alti, per isolare i quattro davanti dal resto della squadra, e nella ripresa – quando abbiamo cambiato piano gara – hanno bloccato la gara soffocando Russotto e abbassando il baricentro. Parliamo di una squadra più forte a livello individuale, ma che ha basato la vittoria sulla conoscenza dell’avversario e l’organizzazione collettiva. Per la Samb non è stato per niente semplice.
Edoardo: Per quanto riguarda la gara confermo quanto detto poco fa, e posso capire. Aspettarsi di più dai giocatori in campo era francamente difficile. L’unico a cui avrei chiesto un po’ più di audacia è Magi, anche considerando le circostanze della partita. Alla fine c’era un solo risultato a disposizione, e persa per persa si poteva anche iniziare con un attaccante in più.
Angelo A: A fine partita Magi ha detto che l’idea era quella di tenere in equilibrio la gara, e poi cercare il colpo decisivo. Mi ha colpito una frase in particolare: «In queste gare basta anche un calcio piazzato, l’importante è rimanere in gioco». Lo stesso discorso fatto qualche mese fa da Roselli. Se due allenatori così diversi arrivano a pensieri così simili significa che c’entrano anche le caratteristiche della squadra…
Michele: Non ho intenzione di accusare allenatore o squadra, perché sappiamo quante ne hanno passate, ma resta il fatto che dagli spalti si sentiva una netta sensazione di impotenza. Nel primo tempo partivamo anche in vantaggio, perché il vento era talmente forte che gli avversari faticavano a rilanciare, e anche l non siamo riusciti a fare un tiro in porta. I tifosi non meritavano una delusione del genere.
Edoardo: Chi si fa 600 e passa km non merita questo tipo di prestazione, a prescindere. Chi invece se lo merita è l’uomo più lungimirante e cauto che la storia ricordi, nonché miglior presidente della Lega Pro 2017-18: Franco Fedeli. Lo saluto e lo ringrazio, ora mi auguro che ci lasci nelle mani di un presidente anche meno facoltoso, ma leggermente meno… daenerysiano.
Michele: Fammi aprire una parentesi: ma che bello è il Gran Galà del Calcio? Ha una categoria per tutto, battono a tappeto tutte le squadre dalla A alla D. Dopo il premio come miglior segretario mi aspetto quello come miglio commentatore sotto le pagine dei siti sportivi.
Angelo A: Ah beh, quello lo vincerà sicuramente Pietro Samb, su questo non c’è dubbio. Oppure quell’altro contatto, ora non ricordo il nome… Quello che ha la residenza in Sud America e il mare come foto profilo.
Michele: A proposito di Sud America, perché il tuo mezzo concittadino Daniel Angelici non ha ancora comprato la Samb? Che ci fa ancora col Boca? Vabbè… Comunque io non mi aspetto chissà che magnate, spero solo che il prossimo presidente parli napoletano, o qualche altro dialetto di qualche altra parte d’Italia. Mi sono stufato di presidenti che parlano romanaccio.
Angelo A: Occhio che arriva De Rossi… Scherzo, ovviamente, anche se (drammaticamente) che c’è chi a queste cose ci crede davvero. Comunque state parlando tutti e due del post Fedeli, ma lui ancora non se n’è andato. Ieri a Vera Tv ha detto che non vuole guardare al passato, ma allo stesso tempo non ci vuole dire niente sul futuro. Io invece vorrei proprio tornare al passato anche recente, visto che dopo mesi e mesi di chiacchiere sui playoff, che dovevano cambiare chissà cosa, è caduta anche l’ultima foglia di fico. Che mi dite?
Michele: Io cerco di dare la mia impressione sulla stagione senza farmi influenzare dalla delusione di domenica… Considerando le difficoltà avute all’inizio di stagione, il nono posto finale può essere un risultato soddisfacente. Ma se teniamo conto delle tante parole spese dalla società durante l’estate – miglioramento del terzo posto e “progetto giovani” su tutto – credo che sia stata una pessima stagione.
Angelo A: A questo punto bisogna essere chiari, anche perché il tempo delle giustificazioni è finito. Questa è una squadra partita per fare un progetto con Magi, lanciare i giovani e migliorare il terzo posto: ha fallito su tutta la linea. Questa è la premessa. Detto questo ci sono stati tanti problemi, e quindi tante giustificazioni, ma per me il giudizio parte da due domande: cosa si voleva fare e cosa si è effettivamente fatto.
Edoardo: Questa stagione è stata il simbolo della sua gestione, secondo me. Con tanti problemi progettuali e comunicativi, che sono andati a inficiare tutto il resto. La squadra è stata costruita male, esoneri e rescissioni lo dimostrano, ma sul campo il rendimento è stato discreto. Alla fine sono arrivati i playoff, un risultato che a un certo punto sembrava insperato. A Fedeli va dato atto che i risultati li ha sempre portati.
Michele: Vero. Il problema è tutto nella progettualità, perché ora ci troviamo tra le mani un patrimonio tecnico decisamente peggiorato: i big sono stati quasi tutti deludenti, e diversi i giovani in rosa non sono esplosi; anzi, se si esclude Rocchi hanno tutti deluso. Il tutto acuito da un contorno tecnico che non ha avuto né capo né coda. Faccio notare una cosa: quest’anno siamo stati buona parte della stagione senza direttore generale, senza amministratore delegato e senza il capo del settore giovanile.
Edoardo: Si sta chiudendo un cerchio: quattro anni fa l’era Fedeli era iniziata con una squadra un po’ raffazzonata, anche perché c’era poco tempo e nessuno era entusiasta dei nomi; ora stiamo concludendo con un’altra squadra poca amata, anche se stavolta non a priori. Lo ripeto, per me i quattro anni sono stati positivi, ma non sono positivi come potevano essere.
Angelo A: Io ripeto sempre questa cosa, che secondo me riassume tutto: nel primo anno di Serie C, quando siamo arrivati settimi, la media spettatori era più alta di quando siamo arrivati terzi. Si parla sempre del campo, come se il campo fosse tutto, ma i problemi di questa gestione sono soprattutto fuori. Pezzo pezzo – sparata dopo sparata, ricatto dopo ricatto, allontanamento dopo allontanamento – è stato sfilacciato tutto il tessuto che univa la squadra alla città.
Edoardo: Fedeli è questo, lo è stato per tutti i quattro anni di Samb: un imprenditore capace, concreto, che mira ai risultati, ma per che per quanto riguarda il contorno (la programmazione, la comunicazione, tutto ciò che c’è intorno ad una squadra di calcio) è totalmente assente. Ecco il risultato: la gente di San Benedetto ricorderà sicuramente questa gestione, perché ci ha riportato al calcio vero, ma non la ricorderà con pieno affetto e stima piena. E secondo me la colpa è stata soprattutto sua.
La copertina di Madou è ispirata alla locandina del film Avengers: Endgame, diretto da Anthony e Joe Russo. Meme di AAP. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. E se vi va potete iscrivervi anche al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!