La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero, in collaborazione con l’Antico Caffè Soriano. Puntata post Modena-Samb
Quattro mesi dopo la partita che aveva segnato l’esonero di Montero la Sambenedettese è tornata ad affrontare il Modena con lo stesso allenatore, e ha chiuso con un risultato peggiore di quello dell’andata. Il 4 a 1 finale ha messo l’ennesimo chiodo sulla bara di quelle che erano le grandi ambizioni della Samb, ma con quasi mezzo campionato da giocare resta da capire come fare a salvare il salvabile, nella speranza di finire nel modo migliore possibile.
Michele Palmiero: Tempi cupi richiedono ospiti cupi, caro il mio Angelo. Per questo motivo abbiamo invitato il nostro caro Francesco, F-35, che forse ricorderete per la sua smoderata passione per il fútbol bailado di Santi Chacon. Ciao F-35, spero che questi mesi ti abbiano portato consiglio.
F-35: Sono stati mesi duri. Santi non era Costantino e il mio sogno non è stato premonitore, ma non è per fare ammenda che sono tornato in questo simposio. Sono tornato per darvi actitu e per gustare queste ottime bollicine che mi offrite ogni volta che sono ospite. Vamos!
Angelo A. Pisani: Sia chiaro, le bollicine sono quelle dell’acqua minerale; quella con cui – per citare un ex allenatore della Sambenedettese – non si può fare la frittura. A proposito di fritture improbabili, mi viene in mente la stagione della Sambenedettese, che a forza di mischiare gli ingredienti si è trovata a fare risultati molto peggiori di prima. Il confronto col Modena è stato impietoso, non tanto per il risultato – di quattro gol almeno due li abbiamo regalati – ma per la differenza tra le certezze dell’una e dell’altra squadra.
Michele: Questa stagione del Modena è la perfetta rappresentazione dell’idiozia del concetto di “bel giuoco”. Io sfido qualunque tifoso, anche quelli canarini, ad ammettere che sia divertente veder giocare la squadra di Mignani. Eppure per gli appassionati di tattica i gialloblu sono qualcosa vicino all’orgasmo: è raro trovare in Serie C una squadra così preparata. Mai come domenica ho visto la differenza tra un collettivo che sa esattamente cosa fare in campo ogni singolo secondo della gara, e un insieme informe di giocatori che si affidano alla giocata individuale.
Angelo A: Nel primo tempo Samb ha fatto vedere qualche idea, anche interessante, il problema è che dopo il 2 a 0 a inizio ripresa si è sciolta, dimostrando quanto fosse fragile lo stato in cui la squadra è arrivata a questa partita.
Michele: Parto da un presupposto: perdere contro il Modena ci sta. Si può discutere della prestazione arrendevole (quasi angosciante nel secondo tempo) ma non è una sconfitta che, in tempi normali, pregiudicherebbe un campionato. Il problema è che questa sconfitta arriva al termine di un ciclo che ci ha visto soffrire contro squadre da playout o più in crisi di noi (tipo il Mantova). Quello contro il Modena poteva essere il match di cartello utile per tirare fuori quel qualcosa in più in grado di svoltare. Non solo non è avvenuto, ma siamo sprofondati ancora di più.
F-35: Non è una novità, ogni stagione arriviamo sempre a questo punto: all’improvviso ci troviamo a dover fare i conti con la realtà, che è molto meno lusinghiera dei sogni di inizio campionato. La cosa che più mi preoccupa, rispetto agli scorsi anni, è che si respira davvero un clima pesantissimo. Questo non può che ostacolare ancora di più il nostro cammino, dato che la squadra da fuori non sembra così unita. Si è messa in dubbio la permanenza di quasi tutti i giocatori, oltre che del mister. Come ha detto Montero ora è il momento di ritrovare il gruppo, perché l’entusiasmo ritrovato potrebbe essere l’unica variabile capace di sparigliare le carte da qui a fine stagione.
Angelo A: Il problema, secondo me, è che ormai la situazione è compromessa al punto da rendere la ripresa molto più difficile. Negli anni passati potevamo contare sulla presenza di un grande giocatore, il pubblico, che spesso ci aiutava a vincere le partite. Questa squadra non ha questa spinta alle spalle, e il calciomercato invece di immettere forze nuove sembra averle rattrappite. Continuo a pensare che parte dei problemi vengano anche dal modo in cui è partito Zironelli, perché lo strappo con la società ha spaccato il velo di illusione che ci aveva accompagnato fin qui. Siamo arrivati al punto in cui neanche Montero è riuscito a rimettere un po’ di calma attorno alla squadra.
Michele: Penso che non ci sia mai stato un post-partita senza qualche polemica sulle parole di Montero, da quando l’uruguaiano siede sulla panchina rossoblu. Per me resta un fattore fondamentale la barriera linguistica (chi ascolta la conferenza capisce immediatamente come, a volte, il mister non riesca a trovare la parola giusta in italiano per esprimere il concetto), ma c’è anche qualcos’altro: la retorica dell’allenatore offre troppo spesso il fianco ad accuse di ipocrisia, che siano esse fondate o meno. Siamo passati dal voler morire sempre in prima fila al “quando non puoi vincere una partita, bisogna portare a casa un punto”, dal cercare la gloria all’atteggiamento rassegnato di domenica, in cui sembrava quasi chiedere l’esonero.
Angelo A: Mah, se c’è una cosa che non si può rimproverare a Montero è proprio l’ipocrisia. Nei due anni a San Benedetto è sempre stato fedele alle sue idee e alla sua linea comunicativa, e secondo me è per questo che oggi sta ricevendo tante critiche. L’ipocrisia vera, secondo me, è di chi sta intorno alla squadra: finché le cose sono andate bene, lo scorso anno, ogni sua parola portava i plausi della piazza e della stampa, ora viene attaccato per lo stesso tipo di dichiarazioni. Il problema della lingua c’è, ma secondo me non è così pesante: l’anno scorso l’ho intervistato per più di mezz’ora, non ci sono state difficoltà; magari non riesce ad esprimere alcune sfumature, ma la polemica sull’ansia dimostra che il problema sta soprattutto in quelli che stanno a sentire. Il problema è sempre di contesto, perché dire “abbiamo giocato bene” dopo la sconfitta con la Virtus Verona dello scorso anno ci stava, e in tanti l’hanno riconosciuto, dire la stessa cosa dopo la partita con l’Imolese è stato autolesionistico. Questo al netto di meriti e demeriti, anche perché il problema di quest’anno sta più nella gestione sportiva che nell’allenatore di turno.
F35: Sono d’accordo, anche perché in questi mesi non siamo riusciti a trovare certezze: speranza, ambizione e perdizione (?) si sono alternate senza sosta, come nel più tipico schema tragico sambenedettese, senza però lasciare emergere nessun eroe (perché, Santi, mi hai tradito?). Attualmente, dunque, per quanto le parole di tutti lo promettano, mi risulta impossibile pensare ad una vera e propria “ripartenza”. Insomma, come per il covid, prima abbiamo bisogno di un vaccino che si occupi al più presto degli anziani.
Michele: Siamo sempre alle solite. Secondo me occorre un cambiamento profondo nel modo di vivere la passione per la Samb, perché da troppo tempo affrontiamo qualsiasi problema dando inizio a guerre intestine, invece di cercare di andare oltre la superficie. Nel momento in cui si è ventilata l’ipotesi di problemi economici, immediatamente sono venute fuori le fazioni pro e contro Serafino: ma può essere che gli ultimi 20 anni non ci hanno insegnato nulla? Continuiamo ad accogliere chiunque come un re o condannarlo prima ancora che inizi il processo, senza mai affrontare razionalmente il problema. E se i tifosi sbagliano, di certo la stampa ci mette il carico.
Angelo A: I tifosi hanno diritto di essere paradossali, e al netto delle esagerazioni – che ci sono, e sono pure tante – la cosa peggiore è l’atteggiamento della stampa locale, che invece di fare il suo lavoro continua a rivolgersi alla pancia dei tifosi con considerazioni che vanno tra il dannoso e il ridicolo. Da quando abbiamo aperto i commenti sul sito ho letto più cose sensate da parte dei tifosi che negli editoriali di certi super giornalisti. L’atteggiamento di fondo della stampa locale è un misto di presunzione e supponenza, dove all’atteggiamento per nulla professionale si aggiunge l’arroganza di dare patenti di sambenedettesità a questo o quel collega. Posto che quando si tratta di scrivere su un giornale il tifo bisognerebbe metterlo da parte, altrimenti è inutile che fai il giornalista. Anche perché, come ho già scritto, molte volte si confonde il tifo della squadra con il tifo del presidente.
Michele: Della cortigianeria di una certa stampa non mi sorprendo più, ma se in nome della difesa “whatever it takes” del potente di turno si arriva ad accusare una parte dei tifosi, io perdo la testa. Spero che i dubbi societari si possano sciogliere in breve tempo perché il teatrino a cui stiamo assistendo è davvero avvilente.
F-35: Vi saluto con una citazione: il momento migliore per piantare un albero è’ oggi o vent’anni fa. Lo stesso vale per le squadre da promozione.
La copertina di Madou è ispirata alla copertina dell’album Random Access Memories, dei Daft Punk. Meme di @apakakov. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. Intanto iscrivetevi al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!