La Rifinitura: Feralpisalò-Sambenedettese

Feralpisalò-Samb

Le prospettive di Serena e Capuano alla vigilia di Ferapisalò-Samb


All’andata la partita tra Sambenedettese e Feralpisalò è stata precoce ma indicativa. Nonostante fossero solo alla terza giornata, le squadre di Serena e Moriero riuscirono a rivelare pregi e difetti delle loro impostazioni tattiche, dando forma ad una partita accesa e combattuta. Verticali e reattivi i sambenedettesi, orizzontali e più intraprendenti i gardesani: la Samb è andata avanti e si è fatta riprendere due volte, prima di vincerla all’ultimo minuto con la magia di Gelonese.

Le prime fasi: il 3-5-2

Dopo le difficoltà della scorsa stagione, Serena ha potuto approfittare della sessione estiva per completare la rivoluzione della Feralpi, passata dalla verticalità della gestione Asta ad una interpretazione molto diversa, basata sul controllo del possesso e del campo. Da qui gli arrivi di giocatori come Emerson, Vitofrancesco, Martin e Dettori, meno fisici ma con maggiori qualità nella gestione del pallone.

La squadra è stata costruita su un 3-5-2 molto impositivo, con una spina dorsale formata da giocatori associativi come Emerson (al centro della difesa), Dettori (mezzala sinistra) e Ferretti (prima punta). Intorno a questo nucleo si inserivano giocatori come Martin (esterno sinistro), Staiti (mezzala destra) e Guerra (seconda punta), giocatori capaci di strappare il gioco in qualsiasi momento.

Sin dalle prime giornate la Feralpi si è messa in mostra per un gioco fluido, organizzato e propositivo, nonostante risultati tutt’altro che esaltanti. La partita con la Sambenedettese, in tal senso, è indicativa: i gardesani subiscono i primi due gol su due buchi difensivi, riprendono la gara e la buttano via nel finale, regalando il gol a Gelonese dopo un secondo tempo dominato.

I problemi nascono da una contraddizione di fondo: per creare superiorità posizionale la Feralpi è costretta ad alzare quattro, cinque giocatori, ma la poca reattività della squadra (specie in alcuni elementi) finisce per esporla nelle fasi di transizione. Le prime sconfitte dell’anno, non a caso, arrivano con Renate e Sambenedettese, due squadre brave a sfruttare gli spazi alle spalle degli avversari. Le stesse difficoltà si notano con Fano e Reggiana, convincendo Serena ad una impostazione meno aggressiva. La Feralpi smette di subire gol, ma arrivano quattro pareggi consecutivi (Vicenza, Pordenone, Teramo e Mestre).

Il passaggio alla difesa a 4

I primi cambiamenti si vedono nella partita col Teramo (giocata con la difesa a quattro), ma il cambio definitivo arriva il 15 ottobre contro il Ravenna. Per migliorare la fase di transizione Serena fa una scelta controintuitiva, togliendo un centrale per un trequartista. Il passaggio al 4-3-1-2, però, risolve molte contraddizioni: i due centrali (non rapidissimi) sono affiancati da due terzini reattivi come Parodi e Martin, a centrocampo l’inserimento di Vitofrancesco (mezzala destra) e Voltan (trequartista) ha dato più solidità in entrambe le fasi.

Col cambio di modulo, infatti, è cambiato anche il modo di difendere: nel 3-5-2 i tre centrocampisti erano chiamati a coprire più campo, per aiutare la pressione dei due attaccanti e (soprattutto) non lasciare la squadra troppo passiva. Una scelta che si legava male con le caratteristiche dei tre centrali, molto forti fisicamente ma restii a difendere in avanti.

L’inserimento di un giocatore offensivo ha semplificato la fase di pressione, togliendo responsabilità ai tre di centrocampo. Rispetto all’inizio dell’anno i gardesani sono meno aggressivi: adesso i tre attaccanti aspettano all’altezza del centrocampo, molto stretti, in modo da scongiurare le verticalizzazioni centrali; se la palla va in fascia le mezzali accorciano sull’esterno, coi terzini in marcatura sulle ali e il trequartista a dare l’eventuale copertura centrale.

La fase di non possesso della Feralpi: i tre giocatori offensivi sono molto stretti, cercando di deviare il possesso sulle fasce. Gli allargamenti delle mezzali sono assorbiti dalla copertura del trequartista

I principi della Feralpisalò

In fase di possesso la squadra di Serena è rimasta fedele ai propri principi, pur con un’applicazione diversa. Nella costruzione la squadra cerca sempre il gioco a terra, passando per Staiti o Dettori (che si abbassa per dare una soluzione in più). I due terzini alzano la loro posizione sin dalle prime battute, dando un costante appoggio sulla fascia. I gardesani non rinunciano mai ad avere un riferimento largo: da qui la posizione ibrida di Vitofrancesco (quasi un esterno aggiunto), oltre ai frequenti allargamenti di Guerra e Ferretti.

La squadra allarga il campo per sfruttare al meglio le fasce e (soprattutto) aprire spazi nella zona centrale, quella più pericolosa. La fascia più sollecitata è spesso la destra, con Vitofrancesco impegnato ad allargare il campo e Dettori libero di accentrarsi e cercare la giocata in mezzo o il cambio gioco.

Il centro è sempre occupato: quando le due punte si allargano sono i centrocampisti ad attaccare l’area, così da avere almeno due o tre giocatori pronti a sfruttare il cross in mezzo. Una volta arrivata sulla trequarti, la squadra ha tante soluzioni: Martin e Parodi sono buoni crossatori, Ferretti e Guerra sono pericolosi da ogni posizione. Nelle situazioni più bloccate, sale in cattedra la classe di Dettori.

Dettori inventa, Martin rifinisce, Ferretti e Guerra concludono 

La Feralpisalò delle ultime settimane è una squadra pericolosa e imperfetta, incapace di pareggiare (4 vittorie e 4 sconfitte). Dopo la rimonta incredibile sulla Reggiana (con tre gol in pochi minuti) i gardesani hanno perso la sfida di vertice col Renate. Nella partita di Meda la squadra ha provato anche il 4-4-2, con Voltan spostato dalla trequarti alla fascia sinistra. Una scelta per controllare meglio gli esterni nerazzurri, funzionata a metà. Con la Samb dovrebbe tornare il 4-3-1-2.

Verso Feralpisalò-Samb

Per la Sambenedettese sarà importante limitare la fase di uscita della Feralpi, senza scoprirsi troppo. Per attaccare e difendere al meglio, i gardesani hanno bisogno di giocare col pallone tra i piedi: ogni possesso rubato, ogni palla recuperata, sarà una piccola chance per la vittoria. Per la partita di Salò è probabile che Capuano utilizzi il 3-4-3, un modulo che (come dimostrato con la Fermana) permette ai rossoblu di pressare nel modo migliore possibile.

Come con l’Albinoleffe, i rossoblu potrebbero provare a disturbare Staiti con la copertura dei due esterni offensivi, permettendo a Gelonese di concentrarsi su Dettori (che giocherà nella sua zona). Una mossa del genere permetterebbe anche di avere un ricambio in mediana, e la possibilità di sfruttare la rapidità dei due esterni sulla (compassata) retroguardia di casa.

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