La Sambenedettese ha annullato la Reggiana

Samb-Reggiana

I rossoblu hanno dominato su ogni aspetto, tranne che nel risultato. L’analisi tattica di Samb-Reggiana


Dopo aver chiuso al meglio il 2017, i rossoblu hanno affrontato un inizio anno molto complicato. Dopo il battesimo di fuoco a Salò (con una squadra decimata) la squadra di Capuano è passata per le difficili sfide con Gubbio e Padova, due gare in cui errori e sfortuna hanno pesato sul risultato. La partita con la Reggiana arrivava nel momento più delicato possibile, contro la squadra peggiore possibile.

Sotto la guida di Eberini-La Rosa-Tedeschi i granata sono rinati, trasformando un gioco individualista e reattivo in uno degli impianti tattici più eleganti e coraggiosi del campionato. A questo si aggiungeva la spinta di una rincorsa incredibile, che aveva permesso la risalita di classifica e, alla vigilia dello scontro diretto, prometteva già la minaccia del sorpasso. Con appena due punti di vantaggio (e una partita in più), la Sambenedettese aveva l’obbligo di fermare la Reggiana, per dare un messaggio agli avversari e (soprattutto) se stessa. Un risultato raggiunto a metà.

L’impostazione della Samb

Per la sfida coi granata Capuano conferma il modulo visto a Padova, con Bove al posto di Gelonese. Sulla carta è un 3-4-3, con Bellomo ed Esposito alle spalle di Miracoli, ma l’assetto cambia forma in base ai tempi e alle situazioni di gioco. Bellomo galleggia tra la mezzala e l’esterno, aiutando Bove in fase di uscita; Esposito parte molto vicino a Miracoli, da trequartista, spostandosi sinistra per scambiare con Bellomo e a destra per dare un appoggio quando Rapisarda restava basso.

I padroni di casa sono subito offensivi: la fase di uscita viene gestita dai tre centrali, supportati da Bove, mentre il resto della squadra gioca in proiezione offensiva: Tomi e Rapisarda si posizionano sull’ala, Marchi si alza sulla trequarti dando supporto a Miracoli e lasciando spazi per gli (eventuali) arretramenti di Esposito e Bellomo.

Il posizionamento dei rossoblu in fase di possesso: Rapisarda e Tomi sono larghissimi, in posizione di ala, Marchi avanza sulla trequarti, Bellomo ed Esposito sono molto vicini a Miracoli

In questo modo la squadra può sfruttare due canali di gioco: a sinistra i rossoblu sfruttando la superiorità (tecnica e numerica) data dall’avvicinamento di Tomi, Bellomo ed Esposito, catalizzando il gioco e lasciando grandi spazi sulla fascia opposta, dove Rapisarda (molto aggressivo) era una minaccia costante. La scelta funziona: al 27esimo Esposito scambia sul centrosinistra e sfiora il gol (grande parata di Facchin), cinque minuti dopo Rapisarda riceve il cambio di gioco di Bellomo e sfiora il palo alla destra del portiere.

La pressione

A questo si aggiunge una fase di non possesso coraggiosa e aggressiva, con l’intenzione di soffocare il possesso della Reggiana sin dalle prime battute. La fase difensiva parte sin dai tre giocatori d’attacco: Miracoli ed Esposito sono sempre molto aggressivi, aiutati nella pressione dagli avanzamenti di Marchi e Bellomo. Quando la palla viene girata sulla fascia alzano la pressione anche i due esterni, lasciando molte responsabilità ai tre difensori centrali.

È una scelta rischiosa, che però paga. A parte l’occasione di Cesarini (al 15esimo) i sambenedettesi rischiano pochissimo, costringendo la Reggiana ad alzare il pallone.

La pressione altissima dei rossoblu: Miracoli e Marchi aggrediscono il portatore; Rapisarda ed Esposito coprono i giocatori più vicini; Bove, Conson e Miceli marcano a uomo

Nel primo tempo il pressing si rivela anche un’arma offensiva: su palloni recuperati in zona offensiva i rossoblu creano le occasioni per Miracoli e Bellomo, costringendo la Reggiana a rifugiarsi spesso al fallo. Sui calci piazzati arriveranno le occasioni migliori dei rossoblu, con il tiro di Tomi (fuori di un soffio) e il gol annullato a Miceli (per un fallo in attacco).

La reazione della Reggiana

Nella ripresa i rossoblu giocano sulla falsariga del primo tempo, cercando di tenere altissima la pressione: da qui la scelta di sostituire “presto” sia Esposito che Miracoli (per Di Massimo e Stanco), così da avere due giocatori freschi nel pressing iniziale.

La Reggiana non molla, cercando di approfittare degli spazi concessi dai rossoblu. I sambenedettesi mantengono le redini del gioco, ma ora la partita si fa più combattuta: al 60esimo la Samb sfiora il vantaggio due volte in pochi secondi, con Rapisarda (murato in corner) e Miceli (sull’angolo successivo), poco dopo Cattaneo ha una grandissima occasione in ripartenza (bella uscita di Perina). Col passare dei minuti la Reggiana riesce ad alzare leggermente il baricentro, ma la Samb – di contro – trova più spazi per sfruttare i cambi di gioco verso il lato debole.

Per sfruttare maggiormente gli spazi Capuano inserisce un altro giocatore bravo in transizione (Valente) al posto di Bove, con Bellomo mediano. La più bella azione della ripresa arriva proprio su un cambio di gioco verso destra, col lancio di Di Massimo per Rapisarda. Un’azione che poteva ripetersi poco dopo, nell’occasione che ha fatto infuriare Capuano in conferenza stampa.

Di Massimo cambia per Rapisarda, occasione Samb; poco dopo, sulla stessa situazione, prova il tiro

Nel finale la gara è combattuta ma imprecisa, una battaglia che finisce per non lasciare feriti. Lo 0-0 che ne consegue è un risultato agrodolce, che delude i rossoblu (nonostante la prestazione) e lascia soddisfatti i granata (nonostante la prestazione).

Il risultato non basta

Al termine di una delle migliori prestazioni della stagione (contro una delle migliori squadre del girone) i rossoblu si trovano a fare i conti con il sorpasso della Feralpisalò, a ennesima riprova che il risultato non può sempre spiegare il senso di una partita. In questo difficile (complicato, sfortunato) inizio di 2018 i rossoblu stanno vivendo il paradosso di un andamento pessimo nei risultati e positivo nelle prestazioni, ma non devono fare l’errore di abbattersi o impaurirsi. Mai come stavolta, l’errore peggiore sarebbe proprio quello di guardarsi indietro.

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