La Rifinitura: Sambenedettese-Teramo

Samb-Teramo

L’analisi, i momenti e le prospettive alla vigilia di Samb-Teramo


Il ritorno di Ottavio Palladini al Riviera non poteva che essere in una sfida ad alta tensione, come le tantissime giocate (e vinte) nei suoi anni nel campo e sulla panchina rossoblu. La partita tra Sambenedettese e Teramo vuol dire tanto per entrambe le squadra: gli uomini di Capuano devono rispondere alle (tante) critiche giunte dopo la sconfitta di Bassano, i teramani devono fare risultato per tenersi fuori dalla zona playoff.

La sfida tra i due tecnici sarà anche una battaglia di stili: dal suo arrivo a Teramo (lo scorso gennaio) Palladini ha utilizzato diversi moduli, ma nelle ultime settimane sembra aver trovato un equilibrio grazie ad un ibrido tra 3-5-2 e 3-4-3. I due assetti si alternano spesso, a partita in corso ma anche in base alla fase di gioco, una pratica che rappresenta il maggiore punto di contatto col gioco dei rossoblu.

Un inizio difficile

In questo scorcio di stagione il lavoro di Palladini è stato molto complesso: quella lasciata da Asta (esonerato dopo la rimonta subita in casa dal Vicenza) era una squadra molto fragile, senza le qualità – tecniche, ma anche psicologiche – per reagire ad una situazione che si faceva sempre più difficile.

Nonostante le 2 vittorie nelle ultime 5 con Asta il Teramo continuava a rimanere nei bassifondi della classifica, a un solo punto dal penultimo posto. La rivoluzione tecnica voluta da Campitelli (assieme a Palladini è arrivato anche Federico, diesse) serviva per assicurare la classifica, ma era anche e soprattutto una scelta per il futuro.

A gennaio la squadra ha cambiato tantissimo, inserendo otto nuovi giocatori. L’ex tecnico della Sambenedettese ha provato subito a dare un’impronta alla squadra, scontrandosi con una serie di risultati a metà: alla gara d’esordio i teramani hanno sfiorato la vittoria in casa del Ravenna, subendo il pareggio negli ultimi minuti, a Fermo la squadra si è fatta rimontare a causa di due errori difensivi, crollando nel finale. Due errori difensivi hanno indirizzato anche la sconfitta col Bassano, che ha rovinato l’ottima pareggio guadagnato in casa della Feralpi (nonostante l’uomo in meno).

La svolta (anche mentale) è arrivata con la vittoria Padova. Il 2 a 0 in casa della capolista ha rilanciato gli abruzzesi, certificando la bontà del 3-4-3 impostato da Palladini. Su quel modulo la Samb ha basato l’assetto delle ultime settimane, pur con qualche adattamento.

L’impostazione del Teramo

Il punto fermo dei biancorossi è la difesa a tre, un assetto che permette ai biancorossi di mascherare il poco dinamismo di Speranza e Caidi, valorizzando al massimo le qualità offensive degli esterni Varas, Ventola e Sales. A centrocampo la squadra alterna la mediana a due o a tre, con Graziano e De Grazia punti fissi. I due hanno qualità speculari (più forte fisicamente il primo, più tecnico il secondo) ma hanno entrambi un ottimo dinamismo, requisito fondamentale per dare supporto al reparto offensivo.

La mediana viene scelta in base all’avversario: contro squadre come Sudtirol e Albinoleff (brave nel possesso e nello sfruttare l’ampiezza) Palladini ha utilizzato sempre la mediana a cinque, con Ilari mezzala sinistra; nelle gare in cui il Teramo ha cercato di contestare il possesso avversario, cercando un gioco più diretto, il tecnico ha optato per la mediana a quattro, con due trequartisti alle spalle di Gondo.

A seconda dell’assetto cambia anche la fase di uscita: il Teramo cerca sempre di sfruttare le catene laterali, provando a sfruttare le situazioni di superiorità ricercate sugli esterni. Con la mediana a cinque i teramani sfruttano gli abbassamenti di mezzala o mediano verso la fascia, alzando l’esterno più in alto, vicino alla punta; col 3-4-3 i biancorossi sfruttano i due centrocampisti sul lato per liberare la verticale verso il trequartista.

Graziano e Sales scambiano corto attirando gli avversari, liberando spazio per la verticalizzazione verso Bacio Terracino

Cambia il modulo, non i principi

Nonostante la diversità di uomini e modulo, il Teramo ha diversi punti fissi: l’occupazione degli esterni in fase offensiva (compito dei trequartisti nel 3-4-3, prerogativa degli esterni nel 3-5-2) l’utilizzo delle catene laterali (come descritto sopra) e la fase di non possesso.

Nel 3-4-3 l’assenza della mezzala viene ovviata, a seconda delle fasi, da Santantonio e Ventola (rispettivamente, trequartista ed esterno mancini). In fase di non possesso la squadra difende sempre e comunque con il 5-3-2: i due esterni si allineano ai centrali, uscendo solo per pressare il portatore sull’esterno, in mezzo – vicino a Graziano e Di Grazia – arretra Santantonio, con un meccanismo simile a quello che si vede alla Sambenedettese con Bellomo.

Gondo e Bacio Terracino pressano, Santantonio accorcia dietro

In fase di possesso la “funzione” di mezzala viene assolta da Ventola, che nel 3-4-3 viene schierato a sinistra, sul piede invertito. Quando il possesso si svolge sulla fascia destra l’esterno biancorosso accorcia verso il centro per dare copertura preventiva, coprendo Santantonio.

Quando la squadra gioca sul suo lato, invece, Ventola resta largo solo per ricevere, tagliando verso il centro palla al piede o scambiando con i compagni. La qualità tecnica del numero 2 biancorosso è una delle principali fonti di gioco del Teramo, fondamentale per assolvere al gap tecnico dovuto all’assenza di Ilari.

Ventola accorcia dentro al campo, vivacizzando il possesso

Verso Samb-Teramo

Col nuovo assetto la squadra di Palladini ha ritrovato grande solidità, e i numeri lo dimostrano. Nelle 7 partite da Padova ad oggi i teramani hanno subito solo 3 gol, tutti su calcio piazzato. Eccettuata la gara di Bolzano (persa su un calcio d’angolo, al 92esimo) gli abruzzesi non hanno mai perso, raccogliendo 10 punti.

Nonostante le dichiarazioni della vigilia, il momento (e la fame di punti) delle due squadre fa presagire una partita molto bloccata. I rossoblu, senza Esposito, avranno pochi spazi, ed è probabile che la partita finisca per giocarsi sulle fasi di transizione delle due squadre.

In tal senso, la squadra di Capuano dovrà dimostrare la qualità e la rapidità giusta nell’amministrare il possesso, unica soluzione per attaccare a campo aperto una squadra che – probabilmente – giocherà a restringere sempre di più lo spazio. Un’altra possibilità offensiva potrebbe essere nella pressione alta: un’arma che permetterebbe di sfruttare la scarsa qualità del possesso teramano, ma finirebbe per scoprire spazi per la squadra ospite.

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