Vernecchie rossoblu: 30^ puntata (Samb-Teramo)

Samb-Teramo

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Immagini di Pisani, video di Ramadani, copertine di Madou. Puntata post Samb-Teramo


La partita tra Sambenedettese e Teramo ha segnato due grandi ritorni, quello di Palladini al Riviera e quello della Samb al secondo posto. Nel giorno in cui la curva celebra i 95 anni di storia della Sambenedettese (e chi ne ha fatto parte) i rossoblu si prendono un pezzetto di futuro, guadagnando tre punti utilissimi in vista dei prossimi playoff. 

Negli ultimi giorni si è parlato tanto della connotazione politica della curva. Discorsi che appartengono al passato ma che finiscono sempre per tornare, come vediamo nel film di Miniero. Palladini non è fascista, ma a noi piace immaginarlo come nostro caro, vecchio, duce, del tipo che “QVANDO C’ERA LVI i terzini arrivavano in orario”. L’equivocità della foto spiega perché domenica Palladini abbia salutato in modo molto meno vistoso.

Michele Palmiero: Parliamo di cose importanti, secondo te Palladini ha salutato o no? Io dalla curva l’ho visto solo disperarsi per la prestazione di Gondo.

Angelo A. Pisani: Ma certo che ha salutato, l’ha anche detto in conferenza. Ovviamente era in una situazione un po’ così, sia per la situazione in sé che per la “distrazione” della partita. In quel momento il Teramo stava difendendo, e con quei tre dietro non è che ti puoi fidare…

Michele: Quello che mi ha impressionato (in negativo) del Teramo è stata la totale mancanza di minacciosità. Non si può dire che abbiano giocato male, che ci abbiano messo poca determinazione o che non ci abbiano provato: semplicemente non hanno mai dato l’impressione di poterci segnare. Non vorrei essere nei panni di Ottavio… la loro inconsistenza è stata quasi irritante.

Angelo A: Davanti non hanno mai fatto bene, quest’anno… Ci sono giocatori di qualità, il problema è che non c’è chi segna. Non a caso Palladini ha provato a cementificare la fase difensiva. Stava andando molto bene: loro non prendevano gol su azione da due mesi (l’ultimo è stato il 24 febbraio), battendo Padova e Triestina. La differenza è stata nella preparazione dei rossoblu, che hanno avuto l’umiltà di preparare la gara sugli avversari e il coraggio di prendersi qualche rischio. I due gol sono arrivati (anche) su errori del Teramo, ma li abbiamo innescati noi.

Michele: Non è certo una novità: Capuano studia ossessivamente le squadre avversarie e prepara i giocatori ad ogni situazione che incontreranno. La differenza rispetto ad inizio anno è netta. Siamo passati dal “Siamo la Samb e ci devono temere” di Moriero al “Li battiamo perché siamo più preparati” di Capuano.

Angelo A: Esatto. L’ho detto già tante volte: Moriero aveva un piano gara e puntava a farlo funzionare a prescindere, esponendosi agli avversari. Un atteggiamento coerente, sì, però finisce per essere stantio… Capuano ha basato il suo gioco su determinati principi, e non vi rinuncia, ma in ogni gara c’è una preparazione attenta e consapevole ai ribaltamenti che possono accadere durante la partita. Insomma, si parte dallo studio degli avversari. Perché, ed è bene ricordarlo, ci sono anche loro.

Michele: Già, la trasferta di Bassano è l’esempio che a volte bisogna considerare l’avversario, il suo stato di grazia e la fame di punti. Non possiamo pensare di vincere sempre e comunque per grazia divina. Probabilmente gli ultimi anni di D ed Eccellenza – giocati sempre per vincere – ci hanno disimparato a perdere e a guardare ai meriti degli altri, oltre ai nostri demeriti.

Angelo A: Guardando i risultati, gli avversari e la classifica non c’è un motivo al mondo per criticare questa squadra. Il primo posto non è mai stato davvero una possibilità, e soprattutto non è mai stato l’obiettivo con cui è arrivato Capuano.

Michele: Nell’oceano di dichiarazioni rivedibili di Fedeli, io ne voglio sposare una che trovo assolutamente vera: ogni volta che si è parlato di primo posto, la Samb ha fatto un passo indietro. In questa stagione non abbiamo mai davvero compiuto quel salto di qualità per poter vincere il campionato: accettiamolo e viviamo al meglio le 3 partite che restano per arrivare carichi ai playoff.

Angelo A: Per me il salto di qualità è stato arrivare secondi a questo punto, fare di più era molto difficile. Siamo vicini, e c’è rammarico, ma i 6 punti di distanza non li abbiamo accumulati negli ultimi mesi, anzi. All’andata abbiamo buttato via tante partite, e all’arrivo di Capuano la squadra sembrava già finita. Essere tornati così in alto deve essere una fonte di merito, non un rammarico. Il problema è che non ci si accontenta mai.

Michele: Abbiamo fatto più volte questo discorso: per esperienza, “abitudine a vincere” e qualità della rosa questa NON è una squadra che poteva ambire al primo posto. Il cammino è stato esaltante, il secondo posto sarebbe la ciliegina sulla torta, ma anche il terzo – ormai quasi sicuro – è un traguardo notevole che merita gli applausi di tutti. Oggi ho letto il rammarico di Andrea Fedeli: “Se Bacinovic e Troianello avessero reso saremmo stati lassù”. Non sono d’accordo, anche perché le fortune di questa Samb sono passate da chi ha giocato al posto loro.

Angelo A: Io non capisco: quale rendimento pensava di ottenere? Bacinovic è arrivato alla Samb dopo due brutte annate tra Ternana e Lanciano, Troianiello veniva – praticamente – da quattro anni di inattività. Se parla dell’esborso economico il discorso non cambia, perché ci sono tanti giocatori che guadagnano tanto di più. La spesa non ti dà presunzione di resa: se l’Inter mi comprasse pagandomi 5 milioni l’anno sarei comunque più scarso di Borja Valero (e con una barba peggiore).

Michele: Posso accettare le grandi aspettative su Bacinovic, anche perché – oltre al passato in Serie A – ha dimostrato di poter spostare gli equilibri anche qui a San Benedetto. Su Troianiello, invece, faccio molta più fatica… La stagione ha dimostrato che acquisti come Gelonese ed Esposito, meno di risalto, siano stato molto più funzionali. Lo stesso vale per Bellomo, che ha lasciato subito un impatto.

Angelo A: Bellomo si sta dimostrando un giocatore di grande qualità, ma è soprattutto funzionale. In questa stagione ha giocato esterno alto, trequartista e mezzala, dando più soluzioni (e non meno) alla squadra. Il senso degli acquisti importanti è questo: arricchire la squadra, e non costringerla a giocare per loro.

Michele: Bellomo ha giocato un primo tempo illegale. Fossi il Teramo lo denuncerei per violenza reiterata e danni morali: per 45 minuti ha fatto quello che voleva, uno così non lo vedevamo da tempo. Mi dispiace che sia arrivato da noi con la spada di Damocle della Salernitana a fine stagione. Le parti in causa ovviamente smentiscono che sia già tutto fatto, ma resta il mio fastidio per questi affari in coppia con Fabiani (tentati in altre occasioni senza successo).

Angelo A: Mah, in questo caso c’è poco da rammaricarsi; senza la destinazione Salernitana è probabile che non sarebbe venuto qui, quindi lo vedrei più come un’aggiunta per questi sei mesi che una perdita per i prossimi. Io non ci vedo nulla di male nel collaborare con le grandi nelle operazioni di mercato. Collaborare, però, non fare vassallaggio. Negli ultimi anni molte squadre del nostro girone hanno fatto molti affari, possiamo provarci anche noi.

Michele: Quello che sicuramente sarà un affare, purtroppo, è Rapisarda… Temo che lui sarà il protagonista del prossimo mercato, con tantissime pretendenti ai suoi piedi. Per me sta dimostrando di valere altre categorie, tenerlo sarà difficile. Certo, è troppo presto per parlarne, e molto dipenderà dal finale della stagione. Ma dopo lo scippo di Mancuso vivo queste cose con terrore.

Angelo A: Intanto godiamocelo, no? Rapisarda ci sta insegnando come ogni giocatore, nel contesto giusto, possa esprimersi al meglio delle sue possibilità. Lui è sempre stato un giocatore affidabile (merce rare, tra i terzini), ma negli ultimi mesi – con un gioco più adatto a sfruttare le sue qualità – è diventato un giocatore clamoroso e decisivo. Questo a dimostrare che il talento non cala dal cielo, va coltivato.

Michele: A proposito di belle cose che se ne andranno, bisogna parlare assolutamente della conferenza di Capano. Il post partita è stata la cosa più emozionante della giornata: Fedeli è stato l’antipasto, la diatriba dei teramani il contorno, Capuano è stato primo, secondo, dolce, caffè e ammazzacaffè. Secondo me aveva già preparato varie discussioni in base all’andamento della partita. È stato un discorso “cesellato” in ogni particolare.

Angelo A: No, fidati, ha fatto tutto a braccio. Alcune cose partono da lontano, ovviamente (anche perché ogni volta arriva con una settimana di critiche sul groppone), ma quando parla è tutto spontaneo. Ormai le conferenze sono diventate una lotta tra Eziolino (la sua parte sanguigna, quella che vorrebbe esplodere) e Capuano (l’allenatore serio e preparato che cerca di spiegare e spiegarsi).

A volte è sfiancante: quando gli chiedono per la quarantesima volta del Padova, o del “difensivismo” lo vedi aggrapparsi ai microfoni, come a farsi forza, e molte volte le sue risposte arrivano dopo una serie di respiri per sbollentare il nervosismo. Il dramma è che abbiamo un allenatore che ama parlare di calcio, e quasi tutti gli chiedono soltanto di polemiche e gossip.


La copertina di Madou è ispirata alla locandina di “Sono tornato”, di Luca Miniero. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. E se vi va potete iscrivervi anche al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati! 

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