Giana Erminio-Samb, Magi: “C’è da fare una riflessione profonda”

Giana Erminio-Samb

Giuseppe Magi commenta la sconfitta contro la Giana Erminio: “Con la società abbiamo già parlato un mese fa”


La Samb registra la seconda sconfitta in quattro gare, e deve prendere atto di uno stato di difficoltà che – alla vigilia del campionato -si aspettavano in pochi. Il Presidente Fedeli ha deciso di non rilasciare interviste, e lo stesso per la squadra. Davanti ai microfoni si presenta l’allenatore rossoblu, Giuseppe Magi.

Giuseppe Magi

Particolarmente strano il gol dell’1 a 1. Avevamo tanti giocatori in area di rigore, ma ci siamo fatti “fregare”. Ci sono nostre colpe, ma credo che alla fine della gara il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto perché le due squadre si sono affrontate creando diverse situazioni pericolose. Devo dire la verità, mi aspettavo una partita più noiosa: si è trattata di una sfida avvincente giocata con determinazione. Abbiamo perso, rimane l’amarezza al di là degli episodi che non ci hanno sorriso. Sui gol subiti ci abbiamo messo più del nostro.

Gli obiettivi e la forza della squadra

La Samb è questa, anche se non lo si riesce a capire. Ancora si sta cercando la vera Samb, ma la Samb è questa. Abbiamo fatto interviste, spostato l’attenzione sul rispettare la maglia ma io dico la verità: i ragazzi hanno dato tutto, non hanno tirato indietro la gamba né si sono risparmiati. A San Benedetto si fa fatica a vivacchiare perché c’è una pressione enorme che non te lo permette. Non posso rimproverare nulla ai ragazzi, a parte la qualità e l’applicazione del gioco. Molte giocate non vengono perché c’è molta frenesia, abbiamo forzato giocate quando potevamo mantenere il possesso palla. Oggi la Samb è questa, i giocatori utilizzati sono stati praticamente tutti: in questo momento c’è da fare una riflessione profonda.

Gli obiettivi stagionali

Se avessimo ottenuto tre o quattro vittorie consecutive avremmo detto che ad oggi la classifica non importa. Invece quando si è negativi bisogna guardare la classifica: io direi che la verità sta nel mezzo, la Samb è questa perché i numeri per ora dicono questo. Non possiamo andare dietro a ciò che poteva essere: bisogna accettare la realtà. Siamo in un momento di difficoltà nel quale due volte siamo andati in vantaggio ed entrambe le volte non abbiamo ottenuto la vittoria. Tre indizi fanno una prova, direi che di prove ne abbiamo avute già abbastanza.

Tempo di ritiro?

Ancora non ho saputo niente. Ora ci aspettano sei ore di viaggio, credo che saranno ore intense. Dovremo decidere se procedere con il ritiro o meno, ma credo che la riflessione profonda passi attraverso l’analizzare questa possibilità. La squadra ha dimostrato di avere delle qualità, però ha una fragilità esagerata. Non voglio buttare la croce addosso ai giocatori, non riescono ad esprimere il loro potenziale.

L’eslusione di Stanco

La società cosa vi ha risposto? Chiedetelo alla società. Si tratta di un argomento che non riguarda l’aspetto tecnico tattico, quindi tutte le domande su Stanco è giusto che le facciate alla proprietà. Non ci sono comunicati ufficiali della società, io resto in attesa di una risposta della società come voi. Io sono un dipendente ed è giusto che mi allinei a quelle che sono le direttive della proprietà. Spiegazioni alla società? È un dialogo che abbiamo già avuto un mese fa, non ho nulla da dire in più rispetto a un mese fa.

Un momento delicato

L’incontro coi tifosi? Io sono rientrato velocemente, poi mi hanno detto che hanno parlato sotto la curva. Nello spogliatoio non ho parlato con i ragazzi perché c’era molta delusione, tanto rammarico. Affronteremo questo discorso tornando in pullman e decideremo che strada prendere.

Dimissioni? Assolutamente no, io ho tanta rabbia in corpo che vorrei riuscire a trasmetterla ai giocatori. Ho tanta voglia di superare le difficoltà. Poi ci sono persone che mi valutano e decideranno se sono io la persona giusta oppure no. Io, però, dentro ho il fuoco. Per il bene della Sambenedettese dobbiamo decidere come intervenire e invertire la rotta.

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