Gabriele Gravina è il nuovo presidente della Figc

Gabriele Gravina

L’ex numero 1 della Lega Pro assume il comando della Figc con il 97% di preferenze


Dopo 9 mesi termina il commissariamento della Federazione Italia Giuoco Calcio: Roberto Fabbricini, che ora può tornare a tempo pieno alla carica di segretario generale del CONI, lascia il trono a Gabriele Gravina. Inizialmente la durata del commissariamento doveva essere di 6 mesi, ma è stato necessario attenderne altri 3 per trovare il candidato in grado di mettere d’accordo tutte le componenti con diritto al voto. Gabriele Gravina prosegue dunque la sua scalata alle gerarchie del calcio italiano, dopo aver rivestito il ruolo di presidente della Lega Pro.

“Ringrazio tutti per la fiducia ed il sostegno che mi avete voluto dare. Sono uno di voi che con voi vuole cambiare verso e direzione al gioco del calcio. Il calcio non può più aspettare, ripartiamo insieme”.

Una candidatura ampia… con esclusi eccellenti

Già alla fine del mese di settembre la corsa di Gravina aveva compiuto lo scatto decisivo: Cosimo Sibilia (Lega Nazionale Dilettanti), Renzo Ulivieri (AssoAllenatori) e Marcello Nicchi (AIA), alla presenza di Giancarlo Abete, avevano sottoscritto l’accordo per le elezioni della Figc, e per la candidatura alla presidenza di Gravina. L’ex presidente della Lega Pro è dunque riuscito a riunire grandi pezzi dell’elettorale della Figc, unendoli intorno a una candidatura forte e condivisa.

Nella ultime settimane, tuttavia, ha fatto scalpore il mancato appoggio della Lega di Serie A. La massima serie del calcio italiano prosegue sulla strada del non-allineamento con il resto della politica del pallone: il presidente Micciché, inoltre, deve fare i conti con l’ipotesi della SuperLega portata avanti dai top club europei. Nel corso dell’elezione Gravina ha raggiunto il 97% delle preferenze, ma resta l’impressione che il dialogo con la Lega di A sia ancora tutto da costruire.

Il programma di Gravina

“Il calcio italiano di nuovo in gioco”: è questo il titolo del programma targato Gabriele Gravina. Uno dei punti più interessanti del manifesto politico è senza dubbio la riforma dei campionati attraverso una tripartizione: il Professionismo, con Serie A e B a 20 squadre; il Semiprofessionismo, una serie Serie C in tre gironi, con 60 club totali; il Dilettantismo, con 9 gironi e 162 squadre riunite sotto la Lega Nazionale Dilettanti.

Gravina si è soffermato anche sul miglioramento dei settori giovanili  attraverso il Progetto Laboratorio Italia. Il neo-Presidente ha proposto un campionato intermedio tra Primavera e Juniores riservato alla Serie C e ai Dilettanti, in aggiunta alla creazione di accademie federali e alla modernizzazione delle infrastrutture (Progetto Stadio Italia).

La riflessione di Gravina riguarda anche il progetto delle seconde squadre, pure se in toni molto vaghi: “Il progetto deve essere certamente incentivato e sviluppato attraverso un percorso organico e programmato che non intacchi, ma esalti ed agevoli, gli interessi delle diverse componenti. L’impatto che, per quanto parziale, si mostrerà dal varo di tale iniziativa sin dalla stagione 2018/2019 deve essere analizzato attraverso un nuovo percorso di valutazione a cui le Leghe dovranno mostrarsi attente e lungimiranti nell’apportare le eventuali modifiche e calibrazioni“.

Quali prospettive?

Martedì 16 ottobre Gabriele Gravina ha dato le dimissioni da numero 1 della Lega Pro: un pro-forma necessario per prepararsi alla carica di Presidente della Figc. Tuttavia, la terza divisione del calcio italiano dovrà rimanere nei pensieri del dirigente. I 1029 giorni di carica della presidenza Gravina in Serie C sono stati contraddistinti da note positive e da gravi colpe.

Di buono c’è sicuramente il miglioramento dei conti, passati dai 797 mila euro di perdita del 2015 al plus di 308 mila euro nel 2017. Impietosi, invece, i numeri che certificano la crisi delle squadre di Lega Pro: 16 squadre penalizzate nella stagione 2015/16, 12 nella stagione successiva, 61 punti suddivisi tra 11 squadre nell’ultima. Nel mezzo, i fallimenti roboanti di Modena, Bassano, Reggiana e un clima di incertezza che ha raggiunto l’apice nell’ultima estate (per un approfondimento, leggere la prima, seconda e terza parte di Serie C Horror Story).

Nel marasma del calcio italiano, una cosa è certa: Gabriele Gravina è atteso ad un lavoro sfiancante per restituire credibilità alla Federazione. Il dirigente pugliese ha voluto con forza questa carica e se l’è conquistata con largo consenso: ora arriva il difficile.

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