Fano-Samb conferma pregi e difetti dei rossoblu

Gli uomini di Roselli soffrono, resistono e pareggiano, cavando un punto da una partita complicatissima. L’analisi tattica di Fano-Samb


La scorsa settimana Ravenna aveva segnato il punto più basso della stagione rossoblu, mostrando tutti i problemi di una squadra che aveva problemi a difendersi, a giocare e (soprattutto) a reagire. La partita con l’Imolese (prima rimonta e prima vittoria della stagione) ha aiutato gli uomini di Roselli a prendere un po’ di respiro, ritrovando fiducia e consapevolezza.

La trasferta di Fano metteva gli uomini di Roselli davanti a una prova molto più complicata del previsto. A dispetto dei 6 punti in classifica, in questo scorcio di campionato la squadra di Epifani aveva mostrato un’ottima organizzazione di gioco, suffragata anche dallo scontro diretto in coppa, a fronte delle persistenti difficoltà dei rossoblu.

I cambiamenti di Epifani, le conferme di Roselli

Una differenza che si è vista anche nelle scelte: rispetto alla gara di mercoledì Epifani ha mischiato molto le carte, cambiando cinque titolari e assetto di gioco, mentre Roselli ha cercato di toccare il meno possibile. Il 4-3-3 iniziale è lo stesso che ha rimontato sull’Imolese, con il solo Gemignani al posto del febbricitante Russotto.

Formazioni Samb e Fano

Il 4-3-3 dei rossoblu, con Gemignani esterno alto. Dall’altra parte il Fano gioca col rombo, con Cernaz alle spalle di Filippini e Ferrante

L’importanze del gioco verticale

Come con l’Imolese, in fase di possesso la Samb ruota spesso le posizioni, con gli avanzamenti di Ilari sulla trequarti e i tagli di Gemignani verso l’interno. La mossa doveva garantire ai rossoblu più soluzioni tra le linee, nel tentativo di verticalizzare con più facilità, o aprire alle discese sulla fascia di Rapisarda e Calderini.

Il problema, ancora una volta, sta nella qualità del possesso: la pressione medio-alta del Fano basta a mandare in tilt il possesso dei rossoblu, che non riescono mai a dare respiro alla manovra. La soluzione preferita diventa quindi il lancio lungo, alla ricerca dei due contro due creato dai tagli degli esterni al limite dell’area di rigore. Anche in questo caso, la pressione fanese ferma (quasi) tutto sul nascere.

Stanco e Gemignani sono in situazione di due contro due al limite dell’area di rigore. Ma la Samb non riesce a lanciare, e quando gira il possesso sull’altra fascia butta via il pallone

Dall’altra parte il Fano cerca situazioni di gioco simili, sfruttando la pericolosità di Ferrante e Filippini nei duelli individuali. La Sambenedettese gioca con buona intensità, cercando di limitare il controllo palla dei rossoblu, ma la squadra di Epifani mostra qualità anche sotto pressione, riuscendo a liberare gli spazi per le giocate in verticale.

Proprio su una verticalizzazione arriva il fallo di Di Pasquale su Ferrante, da cui arriverà la punizione dell’uno a zero. L’errore del centrale viene reso tale dalla splendida punizione di Acquadro, che infila Sala con un gran destro sotto all’incrocio. Sono passati solo 3 minuti, e la Samb è già sotto.

La reazione della Samb

Le dinamiche sono simili alla partita con l’Imolese, ma stavolta i rossoblu – pure se con qualche farraginosità – reagiscono più in fretta. La squadra di Roselli gioca in modo molto aggressivo, nel tentativo di disturbare la prima costruzione del Fano e (soprattutto) cercare situazioni di vantaggio in transizione.

L’aggressività dei sambenedettesi regala qualche fiammata – i cross di Calderini e Rapisarda, il colpo di testa di Stanco – ma anche rischi. Il Fano interpreta la partita con maturità, gestendo il possesso con calma, e senza cadere ostaggio della pressione avversaria. Oltre al gioco verticale la squadra di Epifani dimostra di sapere anche rallentare i ritmi, oscillando da una fascia all’altra nel tentativo di creare gli spazi giusti.

Al solito, la Sambenedettese difende corta e stretta, cercando di formare un blocco molto compatto in zona palla. Di contro, il Fano cerca di dilatare sempre di più gli spazi, occupando le due fasce con i tagli delle due punte, gli allargamenti delle mezzali e le discese dei due terzini.

Spazi intasati, il Fano arretra e cambia lato: Acquadro si allarga sulla fascia e Setola si sovrappone, liberando lo spazio tra le linee per Ferrante

La squadra di Roselli copre abbastanza bene, ma è costretta a concedere qualcosa sulle due fasce, dalle quali il Fano riesce spesso a creare pericoli. Intorno alla metà del primo tempo, dopo le occasioni di Filippini e Ferrante, Roselli decide di abbassare la posizione di Gemignani, per dare più copertura a Rapisarda, con Ilari che partiva sulla trequarti e – in fase di non possesso – arretrava tra Gelonese e Signori.

Questo 4-3-1-2 spurio – già visto a Ravenna – aiuta i rossoblu a coprire meglio le due fasce, ma toglie un riferimento offensivo. Nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo la squadra di Roselli rischia poco, ma Sarr resta praticamente inoperoso.

Il secondo tempo

Durante l’intervallo la pioggia diventa un vero e proprio temporale, acuito dalle incessanti raffiche di vento. Il campo diventa sempre più pesante, la palla sempre più imprevedibile, ma le due squadre riescono a limitare i rischi, giocando sui fili di un cagionevole equilibrio.

Al 61esimo Epifani decide di irrobustire la squadra inserendo Ndiaye e Celli al posto di Tascone e Cernaz. La squadra aumenta i centimetri in campo e (soprattutto) torna alla difesa a tre, lasciando Ferrante e Filippini in attacco. Pochi minuti dopo parte Roselli decide di dare più peso all’attacco, inserendo Di Massimo al posto di Signori.

Poco più tardi, come a premiare le intenzioni dei rossoblu, arriva il gol del pareggio. I protagonisti sono gli stessi della partita di mercoledì: punizione di Ilari e tocco vincente di Stanco, che devia quel tanto che basta per infilare in porta.

Il pareggio sorprende entrambi i tecnici, che pochi minuti prima avevano fatto i cambi per preparare tutt’altra partita (uno di controllo, e l’altro all’arrembaggio). Nei minuti successivi la squadra di Epifani alza molto la pressione, con i due esterni di centrocampo alti sulle fasce e Ndiaye al fianco delle due punte, per creare un cinque contro quattro al limite dell’area rossoblu.

Dal canto suo Roselli decide subito di coprire la squadra, prima arretrando la posizione di Gemignani – che in fase di possesso passava a fare il quinto di difesa – e poi con gli ingressi di Rocchi e Zaffagnini, inseriti per rinforzare la linea difensiva negli ultimi minuti, sotto la bufera del Mancini. La Samb fa quello che serve, difendendo bene e portando a casa il pari.

Basta l’impegno?

Nel post partita Roselli ha lodato l’impegno della squadra, rimarcandone le lacune tecniche e di organico. A dispetto della bufera caduta sul “Mancini”, il cielo sopra i rossoblu sembra rischiarirsi: il pessimo inizio di campionato è riuscito a fare un reset sulle ambizioni estive, le turbolenze societarie sembrano aver dato più spazio di manovra al tecnico, che ora può ammettere candidamente che sì, un punto a Fano è qualcosa di guadagnato e non perso.

Al di là delle notizie positive (la buona reazione, il secondo risultato utile e il terzo gol di Stanco) restano le difficoltà della squadra, che ancora una volta ha dimostrato di soffrire nella gestione del possesso e dei momenti della partita. Questa settimana era importantissimo far risultato, ed è giusto prendere quel che arriva con la massima gratitudine, ma per il futuro servirà molto di più.

I continui aggiustamenti di Roselli stanno aiutando la Samb a riacquistare una sua quadratura, ma ora serve un salto di qualità da parte della squadra. Nei prossimi trenta giorni arriveranno Ternana, Pordenone, Vicenza, Feralpisalò e Triestina: da queste partite si misuerà il futuro della stagione rossoblu.

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