Oltre alla vittoria, si iniziano a vedere i primi passi della gestione Roselli. L’analisi tattica di Samb-Imolese
Negli ultimi anni San Benedetto è stata patria delle soluzioni veloci. Nel corso della presidenza Fedeli, in cui ogni momento difficile veniva risolto con l’individuazione e la cacciata dei colpevoli: un processo catartico, a cui è sempre seguita una reazione veloce e assolutoria.
Dopo i traumi con Monticelli e Matelica Palladini ha preso in mano la squadra ed è rimasto imbattuto fino alla promozione; Sanderra ha vinto la prima in casa dopo le dimissioni di Palladini, mettendo fine a un’astinenza di sette partite; Capuano ha capovolto la stagione mettendo in fila otto gare senza sconfitte. In questo modo è cresciuta e si è sviluppata la narrazione dei colpevoli (allenatori, giocatori, ex dipendenti), che aveva permesso alla Sambenedettese di proiettare al di fuori i suoi problemi.
Anche per questo motivo, la crisi d’inizio campionato – proseguita anche dopo il cambio tecnico – ha avuto risvolti molto pesanti, spostando l’attenzione dal campo alla società stessa, e alla sua condotta gestionale nel lungo periodo. Con un crescendo di tensione, la dirigenza è arrivata alla resa dei conti, e non è un caso che nelle ultime settimane – insieme alle persistenti voci di cessione – siano arrivati l’addio di Gianni e quello (di fatto) di Andrea Fedeli, unici punti fermi delle ultime quattro stagioni.
Al suo arrivo, Roselli ha trovato una squadra sola e in netta difficoltà. Non a caso, le discussioni tecniche e tattiche hanno lasciato il posto all’aspetto psicologico, diventato subito prioritario. Dopo i saliscendi di Monza e Fano è arrivato il crollo di Ravenna, che ha spinto il tecnico a citare per la prima volta la componente “paura”. Con tre punti in sei partite, e appena due gol segnati, la Samb promettente e ambiziosa di inizio anno lasciava il posto ad una squadra che doveva guardarsi alle spalle.
Discontinuità
Per rinfrancare la squadra Roselli ha deciso di cambiare molto, nel modulo e negli uomini. Oltre a Zaffagnini (squalificato) l’allenatore ha sostituito Miceli, Gemignani e Ilari. In difesa ha esordito la coppia Biondi-Di Pasquale, con Rapisarda e Cecchini terzini, Gelonese e Signori mediani, Bove e Calderini esterni. Davanti, Russotto è tornato titolare, al fianco di Stanco.
Il modulo di partenza dei rossoblu, che poi si riposizionava in una specie di 4-3-3 asimmetrico, con Bove più stretto. Dall’altra parte, l’Imolese conferma il solito 4-3-1-2
Stavolta, il 4-4-2 era più asimmetrico: in fase di possesso Bove partiva largo sull’esterno, ma poi stringeva al centro per aprire alle discese di Rapisarda, con Calderini alto e largo sulla fascia opposta; stesso movimento avveniva anche in fase di non possesso, con la mediana che si riposizionava con quattro giocatori e… mezzo: con l’accentramento di Bove la destra veniva coperta dalla posizione più avanzata di Rapisarda, o dai (rari) arretramenti di Russotto.
Dare giudizi sul nuovo assetto è difficile, anche perché la Sambenedettese va subito sotto: al 4′ Hraiech raccoglie una respinta corta di Di Pasquale e serve Lanini, che resiste alla pressione di Biondi, scambia con Belcastro e supera Sala (non impeccabile).
Il gol è una mazzata: per diversi minuti i rossoblu continuano sbandare, e l’Imolese sembra poter fare male da un momento all’altro, sfruttando i troppi spazi lasciati liberi a destra. Il primo squillo dei padroni di casa arriva al 20esimo, con un tiro da fuori di Bove. Pochi secondi dopo il centrocampista si infortuna e lascia il posto a Ilari.
Il 4-3-3 asimmetrico
Il cambio obbligato permette a Roselli di cambiare assetto. Con l’ingresso dell’ex Teramo la squadra passa al 4-3-3, con Russotto e Calderini esterni. Anche in questo caso, in fase di possesso la squadra ruota le posizioni: Ilari si stringe alto sulla trequarti, con Signori e Gelonese che giocano in linea per coprire eventuali transizioni.
Agli avanzamenti di Ilari si aggiungono anche i movimenti di Russotto, che spesso accentra la sua posizione per dare più soluzioni tra le linee. La Sambenedettese alza il baricentro, ma – come a Ravenna – la manovra è troppo lenta, e non riesce a creare gli spazi giusti.
Dal canto suo, l’Imolese prova a controllare il gioco, sfruttando gli spazi concessi dai rossoblu in fase di transizione. La squadra di Dionisi fa una partita intelligente, e arriva con continuità sulla trequarti avversaria, ma – paradossalmente – le occasioni migliori sono tutte dei rossoblu.
La Samb soffre, ma riesce a rendersi pericolosa sfruttando calci piazzati e contropiedi. Al 27esimo Calderini raccoglie palla sugli sviluppi di una punizione e prova la girata di sinistro, respinta; pochi minuti dopo il numero 10 approfitta del liscio di Garottoni, scende sulla fascia e mette una gran palla per Russotto, che sbaglia.
L’errore non è isolato: nel finale di primo tempo il centrocampista romano viene messo davanti alla porta da una punizione di Biondi, ma spara altissimo. L’intervallo arriva poco più tardi, lasciando ai rossoblu tantissimi rimpianti.
La reazione del secondo tempo
Nella ripresa i rossoblu partono con un atteggiamento molto diverso, mettendo subito pressione agli imolesi. Alla prima azione utile Calderini salta un avversario come un tunnel e guadagna una punizione dal limite, a cui segue la rovesciata di Biondi. Sono i primi segnali della rimonta: pochi minuti dopo, Stanco rimette a posto la partita.
L’attaccante arretra fino a centrocampo, ruba palla a Carraro e lancia in verticale Russotto, che salta Garattoni e gli restituisce palla sul secondo palo; l’attaccante controlla e si inventa un gol spettacolare.
Recupero, cambio di gioco col sinistro, corsa di 50 metri e gol col destro
Il gol regala forza e coraggio alla squadra di Roselli, che non si ferma più. Due minuti dopo Stanco segna di nuovo, risolvendo un’azione confusa con un gran sinistro. La segnalazione del fuorigioco spegne l’esultanza, ma non rallenta la spinta dei rossoblu, che nei minuti successivi alzano sensibilmente il ritmo.
Rispetto alle ultime partite la Samb cambia radicalmente atteggiamento, abbandonando il solito blocco difensivo per cercare di pressare il più alto possibile. Stanco marca i due difensori, aiutato da Calderini e Russotto, che cercano di schermare l’appoggio ai terzini; alle loro spalle, Gelonese si alza sul mediano, con Ilari e Signori che marcano le mezzali, allargandosi in caso la palla arrivi al terzino.
La pressione molto aggressiva dei rossoblu mette in difficoltà il possesso ospite
Questo atteggiamento porta alcuni rischi – dietro la squadra rischia spesso il tre contro quattro, e i centrocampisti sono chiamati a coprire tanto spazio – ma i rossoblu vengono ripagati. Il gol annullato arriva proprio su un recupero alto, e lo stesso vale per le occasioni successive: la Samb ci prova con Stanco, Russotto e Signori, e al 65esimo riesce a chiudere la rimonta.
Rapisarda guadagna rimessa su un recupero alto e serve di fretta per Calderini, che prova la percussione; Carini devia come può, e sulla palla si avventa Ilari, che riscatta l’errore di Ravenna segnando il 2 a 1.
Il gol toglie un macigno dalle spalle dei rossoblu. Il risultato è importante, e Roselli decide di non correre rischi: al 74esimo il tecnico inserisce Gemignani al posto di Calderini, dando una connotazione molto più difensiva al 4-3-3.
In fase di non possesso la Samb torna a difendere corta e compatta, con Gemignani che – a seconda dell’azione – arretra sulla linea dei centrocampisti o dei difensori. Nel finale l’Imolese spinge molto, ma i rossoblu riescono a tenere il risultato intatto, rischiando poco e giocando molto col cronometro.
Crisi finita?
A poche ore dalla vittoria sono arrivate le dimissioni di Gianni e l’esonero di Lamazza, già sostituito da Fusco. Eppure, nonostante le turbolenze societarie, intorno alla squadra sembra essere tornato il sereno. Come ammesso da Roselli, la strada è ancora lunga, e i problemi di fondo restano: ma la Samb è tornata a vedere la luce.