Vernecchie rossoblu: 15^ puntata (Vis Pesaro-Samb)

Vernecchie: Vis Pesaro-Samb

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Puntata post Vis Pesaro-Samb


Sono le 22.34, Zingarelli di Siena guarda l’orologio, mette in bocca il fischietto e fischia tre volte, indicando la fine di una partita che, per molti versi, è stata quasi una lotta nel fango. Roselli festeggia con la squadra sotto il settore ospiti, festanti nonostante l’umidità, il freddo e il pareggio finale. Del resto è l’undicesimo risultato utile consecutivo, il terzo in rimonta. Il tecnico rossoblu se la prende comodo, e dopo una ventina di minuti sale nella piccola sala stampa del Benelli. Quasi tutti i giornalisti sono di San Benedetto. La prima domanda: “Miscter, quand’è che vedremo il Bel Gioco™?”. Roselli guarda i microfoni e fa un sospiro lunghissimo: inizia la partita più difficile.

Angelo A. Pisani: Ti giuro che non è romanzato, questa scena l’ho vista coi miei occhi. Lo so: conoscendo situazione iniziale, risultati e classifica sembrerebbe quasi un film di fantascienza – di quelli che leggeva Roselli, come ci ha detto – e invece è la realtà. Anzi, è un horror.

Michele Palmiero: Fossi stato in Roselli, avrei risposto con una variante del famoso aforisma di Goebbels: “Quando sento parlare di bel gioco, metto mano alla pistola”. Per fortuna, il mister è una persona molto più paziente di me e, soprattutto, molto più diplomatica davanti ai microfoni.

Angelo A: Te le ricordi le prime conferenze di Roselli? Per spiegare le difficoltà della squadra doveva fare giri molto lunghi, per evitare di demolire la già scarsa confidenza della squadra e la desolazione della piazza. Ora le cose stanno andando molto, molto bene, ma Roselli sta tornando a dare risposte sempre più vaghe e sempre più lunghe. Perché paradossalmente il rischio è lo stesso di quando eravamo ultimi: solo che ora si parla di dover arrivare più in alto, giocando “meglio”.

Roselli - Duccio

Michele: Torniamo sempre alla solita domanda: ci sono delle sacre scritture che indicano quale sia il bel gioco? C’è un numero prestabilito di attaccanti da schierare o di passaggi da effettuare prima di tirare in porta? Io so solo che la gente va allo stadio, applaude, si diverte quando vede una squadra che dà l’anima in mezzo al campo, rende la vita impossibile agli avversari e cerca il gol come se fosse una questione di vita o di morte. Ma forse è colpa mia che non capisco nulla di calcio…

Angelo A: Il “Bel Gioco” non significa nulla, se parliamo di giocare bene (giocare con un senso, avere un piano tattico e saperlo seguire) allora abbiamo già dimostrato di saperlo fare. Questa piazza è davvero esigente e pressante, nulla da dire. Non a caso la categoria giornalisti di San Benedetto si sta facendo una certa fama. La cosa interessante è vedere come reagiscono gli allenatori delle altre squadre. L’altra sera Colucci sì ricordava bene di noi, e infatti è partito in quarta. Giustamente, aggiungo. Tra l’altro ha espresso un concetto simile a quello di Roselli, e cioè che lui non sa cosa pensano i giornalisti sul gioco…

Leonardo Colucci

Michele: Su Colucci bisogna aprire una parentesi. È bravo, sa imprimere alle sue squadre un’idea coraggiosa di calcio, ma spesso – quando si è trattato di gestire la pressione – è andato in difficoltà. Con la Reggiana è stato schiacciato dalle prime difficoltà, a Pordenone non ha saputo gestire le ambizioni. È giovane, è bravo, ma sotto questo aspetto deve migliorare molto.

Angelo A: C’è anche da dire che ha avuto situazioni particolari (la gestione Piazza, l’eredità post-Tedino, la corsa in Coppa Italia…). Sicuramente è un tecnico capace, l’ha dimostrato in campo e in conferenza. Tra l’altro ha anche evidenziato alcuni contenuti tattici che non vengono espressi, come il fatto che la Samb difende marcando a uomo. Apriti cielo! I nostri erano tutti oltreggiati. Eppure e così. Io l’ho anche scritto, ci sono anche i video. Se si nega questa cosa siamo davvero ai livelli “Verità contro Fantasia”, come dice Roselli.

Michele: Forse gli 11 risultati utili consecutivi hanno provocato un po’ di confusione sul valore della rosa. Al di là della posizione in classifica, questa è una squadra che dà il proprio meglio quando difende bassa, compatta e può aggredire lo spazio. Questa Samb non sa imporsi nel possesso, è chiaro, ma non c’è niente di male. Roselli ha saputo trovare la formula vincente sulla base delle caratteristiche dei giocatori: ora che ci sono i risultati chiedergli qualcosa di diverso è masochismo.

Giorgio Roselli

Angelo A: Si vuole far passare il messaggio che questa è una squadra fortissima che potrebbe sempre giocare all’attacco, e se non lo facciamo è colpa dell’allenatore. Non si pensa mai alla forza degli avversari, né alle difficoltà contingenti che offre ogni singola partita. Lo diciamo da tempo e l’ha detto anche Roselli: questa non è una squadra che può gestire il possesso. Il nostro regista è il recupero del pallone. Martedì l’idea era quella di recuperare palla e sfruttare le transizioni, ma il campo molto pesante (e la loro bravura in fase di uscita) ci ha costretti a inseguire tutta la partita. Può succedere, siamo stati bravi a reagire.

Michele: Quando ho visto le condizioni del campo da gioco – e il tabellino delle formazioni ufficiali – ho avuto la sensazione che sarebbe stata una partita bloccatissima. E infatti lo è stata, per merito dell’attenzione di entrambe le squadre. Nel calcio italiano di partite così ce ne sono a decine in ogni categoria, dalla A all’Eccellenza. Non basta mettere una punta in più per cambiare le cose.

Vernecchie Vis Pesaro-Samb

Angelo A: Ma poi il gol è arrivato sugli sviluppi di un calcio piazzato, due secondi dopo l’ingresso di Calderini. A livello tattico il cambio c’entra poco. Il gol dimostra una cosa: che è sempre meglio avere giocatori di qualità in campo. Ma questa è una cosa anche banale, no? E non significa che si deve necessariamente giocare con tutta la squadra in attacco. Anche perché non ne abbiamo le caratteristiche.

Michele: Fidati, se noi giocassimo con quattro attaccanti dal primo minuto, se avessimo una squadra che segna gol a valanga e ne subisce altrettanti, Roselli subirebbe la critica opposta: “Mister, che ce ne facciamo del bel gioco se poi non vinciamo le partite?”.

Angelo A: Sicuro. Tempo fa Ferguson disse “Ora che le vincimo tutte 1 a 0 mi chiedete perché non segniamo di più. Se le vincessimo tutte 5 a 1 mi chiedereste perché prendiamo sempre gol”. Non c’è modo di accontentare tutti, ma in definitiva i tifosi vogliono le emozioni, non il “bel gioco”.  Contro il Teramo non abbiamo giocato “bello”, ma vammi a trovare qualcuno a cui non sia piaciuta la partita.

Michele: Non a caso l’emozione più grande della stagione è arrivata grazia all’acrobazia sgraziata di un difensore. La rovesciata di Miceli al novantesimo vale più di 20 partite con il 70% di possesso palla. Quando ricapita una cosa così? È stata così bella che qualcuno si è stordito al punto da confondere i tifosi della Samb con quelli del Teramo.

Vernecchie: Russotto


La copertina di Madou è ispirata alle copertine degli album Panini. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. E se vi va potete iscrivervi anche al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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