La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero, in collaborazione con l’Antico Caffè Soriano. Puntata post Feralpisalò-Samb
Tre anni dopo l’annata di Capuano i rossoblu tornano a disputare la prima dell’anno a Salò, ma stavolta escono dal Turina con una vittoria tanto preziosa quanto effimera, visto tutto quello che è successo nei giorni e nelle ore successive, a partire dal post-partita. Dopo la conferenza di fuoco di Zironelli sono arrivati gli esoneri di Fusco e Colantuono, a cui è seguito l’arrivo a sorpresa di Improta come direttore tecnico. A pochi giorni dalla partita col Padova c’è molta confusione, ma i rossoblu possono contare su un’arma che altri non hanno: Rubén Botta, La Bambola Assassina.
Angelo A. Pisani: Caro Michele, finalmente iniziamo bene l’anno. Abbiamo vinto la prima dell’anno a Salò (una trasferta che in passato ha portato sfiga), Botta ha fatto il fenomeno e la squadra si è rilanciata in classifica. Non sappiamo quanto durerà, ma almeno per questa settimana possiamo stare tranquilli.
Michele Palmiero: Ma che dici? Zironelli ha sbroccato in conferenza, Fusco e Colantuono sono stati licenziati e in città stanno circolando voci tali da far sembrare QAnon roba da dilettanti… E siamo solo a martedì. Ecco, bene la vittoria, ma forse questo 2021 poteva iniziare più tranquillamente.
Angelo A: Vabbè, ma stiamo parlando del niente. Ti ricordo che abbiamo 30 punti e manca ancora una partita al termine del girone d’andata, nonostante le cose assurde che sono uscite prima della partita. Capito? Prima, non dopo. Vabbè, col senno di poi possiamo dire che Zironelli era nervoso per queste cose qua, e non perché San Benedetto l’aveva già portato all’esaurimento (cosa che non escludo accada nel giro di pochi mesi). In ogni caso io sono sempre dalla parte di chi se la prende con le domande dei giornalisti, ma una piazzata del genere sembrava eccessiva.
Michele: San Benedetto è una di quelle piazze in cui si può vedere tutto e il contrario di tutto nel giro di 48 ore. Restando al campo possiamo dire che a Salò abbiamo ammirato la miglior versione stagionale di Ruben Botta: assist pazzesco per Lescano (e gol bellissimo del Facundo, che nel gioco d’aereo è già da Serie B) e poi gol-vittoria con una splendida serpentina. E vogliamo parlare di Nobile? Facevo fatica a credere che alcune sue parate fossero reali.
Angelo A: Su Nobile stiamo finendo gli aggettivi (toh, un altro che non abbiamo ancora detto: fantasmagorico) e ormai credo sia chiaro a tutti che stiamo parlando del miglior portiere dai tempi di Consigli. Merita di fare la stessa carriera, e spero riesca a farla con la nostra maglia addosso. Su Botta diciamo sempre le stesse cose: è un giocatore che può decidere qualsiasi partita, basta trovare il modo di usare la sua enorme qualità per la squadra. Nelle prime settimane con Zironelli c’è stata qualche difficoltà, soprattutto dal punto di vista tattico, ma sabato ha dimostrato quanto può essere pericoloso quando riceve negli ultimi 30 metri. Il secondo gol è roba che a questa categorie non si vede tanto spesso.
Contratto quinquennale
Michele: Botta è un giocatore molto superiore alla media della Serie C, e su questo non ci sono sicuramente dubbi. Anche quando non segna gol assurdi come questo, costringe la squadra avversaria a raddoppiarlo in ogni zona di campo: è un vantaggio per i compagni e, quando passa, un piacere assoluto per gli occhi.
Angelo A: Come ha detto Angiulli, quando hai uno che è sempre disponibile per ricevere palla è un aiuto incredibile. Poi, certo, se ti trovi sempre a dargli palla è un problema: sai come si dice, sfortunata la terra che ha bisogno di eroi. Però avere un giocatore del genere, e sollecitarlo al momento giusto, significa avere sempre una possibilità per andare in porta. Il primo gol parte da una palla ricevuta sulla trequarti con la difesa avversaria schierata, e siamo andati in gol. I giocatori bisogna metterli in condizione attraverso la tattica, ma poi è la qualità che fa la differenza.
Michele: Non a caso il presidente Serafino ha detto che sono iniziate le trattative per il rinnovo del contratto. Mettiamola così: è la notizia migliore tra quelle che ha annunciato nella sua ospitata a Scienziati nel Pallone. Per il momento non è dato sapere quali sono le motivazioni alla base dei licenziamenti di Fusco e Colantuono e la scusa della “divergenza di vedute” fa fatica a risultare convincente. Come prevedibile, in città si sono moltiplicate le vernecchie: il mondo del calcio ha da sempre una sua variante di omertà, non mi stupirei se non si venisse mai a sapere quale sia stata la motivazione ufficiale.
7 motivi per cui Serafino ha cacciato Fusco e Colantuono |
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Fusco e Colantuono hanno fatto body shaming su Maxi Lopez (son cose che càpitano, capitano! Capita anche a noi). |
Fusco e Colantuono hanno cercato di sostituire l’inno della Sambenedettese con la versione neomelodica di Nuttate de Lune. |
Fusco e Colantuono continuavano a riferirsi alle Malvinas come “Isole Falkland”. Ma las malvinas son argentinas. |
Fusco e Colantuono hanno criticato lo stile tricologico del presidente, affermando: «Tàjate scì capije, zellùse!» |
Fusco e Colantuono hanno provato a vendere Botta in Serie B, ma Serafino si è opposto. |
Fusco e Colantuono hanno provato a vendere Serafino in Serie B, ma Botta si è opposto. |
Serafino ha scoperto che lo “stile Atalanta” predicato da Colantuono era quello del Papu Gomez. |
Angelo A: Il doppio esonero è stato sorprendente, ma non è stato proprio una sorpresa. Fusco ha un piede e mezzo fuori dalla porta da mesi, sembrava solo questione di tempo; diverso il discorso di Colantuono, di cui non siamo riusciti a capire fino a che punto avesse influenza nelle scelte della Sambenedettese. Probabilmente uno dei motivi della rottura sta proprio nella mancanza di chiarezza riguardo il suo ruolo, e quindi della sua effettiva centralità nel progetto. Col senno di poi la vera domanda non è perché siano partiti, ma perché uno sia rimasto e l’altro arrivato. E cosa voglia dire una confusione del genere in un progetto ambizioso come quello che si è posto la Samb.
Michele: Ho letto diversi pensieri dei tifosi che si stupiscono di quanto possa far notizia il doppio licenziamento. Come dici tu l’addio di Fusco era nell’aria, se non altro per il peso del presidente nelle operazioni di mercato, ma non si può dire lo stesso di Stefano Colantuono. Non dimentichiamoci che la sua firma era stata accolta come una sorta di “garanzia” della serietà del progetto, sia dentro che fuori San Benedetto. Dopo nemmeno 3 mesi se ne va senza aver inciso in nessun aspetto tecnico o organizzativo. Da qui la domanda: a cosa serve il responsabile dell’area tecnica?
Angelo A: Se il motivo per cui Serafino ha deciso di cambiare entrambi è la diversità di vedute – questa la motivazione ufficiale – significa che i sostituti (Gianni Improta è già arrivato, resta da conoscere il nome del diesse) non avranno la piena libertà di prendere le loro decisioni. È giusto che il presidente abbia sempre l’ultima parola, ma le decisioni non possono partire soltanto da lui. Per carità, non è detto sia così, ma per ora le spiegazioni sono poche e vaghe, quindi per capire come si muoverà la società bisognerà attendere il mercato.
Michele: Intanto fra i tanti annunci del presidente c’è anche una chicca di mercato molto interessante. Riguarda un giocatore che tu conosci molto bene, caro il mio interista: il “levriero” Schelotto, svincolato dopo una parentesi incolore con il Brighton in Premier. Le incognite sono tantissime, ma si parla pur sempre di un giocatore che ha deciso il derby di Milano (e se l’è inciso sulla pelle per mostrarlo). Non vedresti bene un altro tatuaggio dopo un gol al Del Duca?
Angelo A: Allora, prima mettiamo in chiaro una cosa: prima sambenedettese e poi interista. Detto questo io ricordo Schelotto come uno dei cavalieri dell’apocalisse stramaccioniana, insieme a Mudingayi, Rocchi e Pereira. Detto questo lui era soltanto “La Fame”, mentre gli altri tre erano “Guerra”, “Morte” e “Pestilenza”. È sempre stato un giocatore onesto per la Serie A, e in Serie C sarebbe un lusso. Non gioca da alcuni mesi e non sappiamo in che condizioni sia, ma a 31 anni non puoi essere già finito – voglio almeno crederlo, altrimenti se ne vanno le nostre chance di giocare con la Samb in Serie B.
La copertina di Madou è ispirata alla copertina del film La Bambola Assassina 2, diretto da John Lafia. Meme di @apakakov. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. Intanto iscrivetevi al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!