Vernecchie rossoblu: 7^ puntata (Samb-Santarcangelo)

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero


Negli ultimi giorni Ruth Ben-Ghiat ha scritto un interessante articolo sul The New Yorker, chiedendosi come mai in Italia (a differenza di tanti altri paesi) siano rimasti in piedi tanti monumenti e opere fasciste. Il pezzo ha scatenato un concitato dibattito, simile – per toni, e violenza delle posizioni – a quello che ha coinvolto i palladiniani e gli antipalladiniani nella settimana più difficile della gestione Moriero.

Le ultime gare, fortunatamente, hanno permesso di superare l’impasse: con tre vittorie consecutive Moriero è tornato ad essere il ditt.. l’allenatore indiscusso di questa squadra, che ora si trova al primo posto in classifica. La guerra per il campionato è ancora lunga, ma l’eredità del passato si è improvvisamente alleggerita.

Angelo A Pisani: L’anno scorso, in questo momento, arrivavamo dal pareggio in casa del Venezia e ci apprestavamo a battere il Padova per il primo posto in classifica. E comunque già si parlava delle tante critiche a Palladini, l’allenatore che qualche mese prima ci aveva fatto vincere il campionato, e qualche mese dopo è stato spinto alle dimissioni. Speriamo che quest’anno non si ripeta la storia.

Michele Palmiero: Il calcio ha la memoria corta, si sa, e l’ottimo inizio della scorsa stagione lo ricordano già in pochi. Rispetto a 12 mesi fa ci sono molte differenze, però. La rosa di quest’anno è più profonda, più duttile, più forte tecnicamente e con maggior consapevolezza. E infatti abbiamo maggior cinismo: facciamo punti soffrendo, è vero, ma in questo siamo maestri.

Angelo A: Siamo più forti e più esperti, senza dubbio, però eravamo cinici anche l’anno scorso. Penso a gare come quelle con Forlì, Fano, Feralpisalò e Teramo, gare in cui – pur soffrendo – non abbiamo mai dato l’impressione di poter perdere. Secondo me, in questo, siamo abbastanza simili; questa Samb ha più risorse per fare gol, ma in certe situazioni rischia anche di più. Che poi è quello che ha portato alle critiche di qualche settimana fa.

Michele: E qui arriviamo alle somiglianze. Quello che non cambia, con l’anno scorso, sono le altalene emotive e i giudizi affrettati di tifosi, stampa, e società. L’anno scorso si rinfacciava a Palladini la mancanza del bel gioco, dimenticando che la squadra allestita non aveva un tasso tecnico da primi della classe; lo stesso con Sanderra. La poca tutela di staff e giocatori ha portato alle crisi di dicembre e aprile, che ben ricordiamo. In questo aspetto siamo molto migliorati, e secondo me è uno dei fattori che aiuta la squadra a rimanere sul pezzo anche dopo una sconfitta.

Quando tutto sembra andare eneb bene

Angelo A: Moriero dice sempre che per lui, le critiche, non pesano. Dopo la partita col Padova ha mostrato il coraggio di perseguire le sue idee, ed è stato premiato. Con Reggiana, Mestre e Santarcangelo abbiamo fatto prestazioni solide, nonostante la sofferenza. E dopo ogni partita la squadra sembra riuscire a maturare qualche aspetto di sé stessa. Piano piano, ma in modo costante.

Michele: La differenza più grande rispetto all’anno scorso è la mancanza della squadra ammazzacampionato™. Il Venezia di Inzaghi, da ottobre in poi, ha legittimato il successo con un percorso da schiacciasassi; il Parma ha avuto difficoltà nel corso della stagione, ma aveva una rosa clamorosa per la categoria. Quest’anno i giochi sono apertissimi.

Ma tu non ti fidi comunque

Angelo A: I giochi sono aperti ora, ma non so se e quanto durerà. Ci sono squadre oggettivamente superiori. Vicenza e Triestina sono new entries con organici (e blasone) di livello, il Padova ha fatto un mercato da capolista e il Pordenone (dopo due anni di vertice) sembra pronto a vincere. Io vedo la Samb più in basso, in quel gruppo di squadre ambiziose ma non testate.

Michele: Padova e Vicenza sono sicuramente più avanti, ma il divario con Pordenone, Bassano e Samb è molto più sottile di quanto sembri. Triestina e Feralpisalò sono partite a rilento, ma hanno a disposizione ottimi organici e con un filotto di vittorie possono tornare in corsa. Per noi la cosa importante è esserci: senza pretese, ma con entusiasmo e sfrontatezza.

Angelo A: A proposito di entusiasmo e sfrontatezza, domenica si affronta il Renate. Età media bassissima e classifica clamorosa, considerando che sono potenzialmente primi. Le pantere (le pantere, quanto è figa questa cosa?) sono, insieme al Mestrem tra le squadre più interessante del girone, e stanno mostrando un gioco bello e sfrontato. Sarà una bella sfida.

Michele: L’anno scorso hanno sorpreso il girone A con una buona organizzazione di gioco dove spiccava la forza fisica del centravanti Marzeglia, una nostra ex conoscenza. Quest’anno, con una rosa più giovane e un allenatore esordiente tra i Pro, stanno facendo ancora meglio. La cosa curiosa è che nel giro di una settimana affrontiamo le due più giovani del girone. Il Santarcangelo si è presentato al Riviera con tantissimi ragazzi, e un allenatore tornato in Serie C dopo alcuni anni nel settore giovanile. Sulla carta sembrava una partita da vincere in scioltezza, invece ci hanno fatto sudare le fatidiche “sette camicie”.

Angelo A: A me la squadra di Angelini non è dispiaciuta per nulla. Arrivare al Riviera con 4 punti e insistere sui propri principi di gioco non è da tutti, specie quando lo fai con una squadra che per 6/11esimi ha gente sotto i 21 anni.

Michele: Onore alla voglia e alla grinta del Santarcangelo, ma chi mi ha davvero impressionato è stato Gianmarco Piccioni. Ero piccolo quando esordiva in prima squadra con la Samb e mi piaceva l’idea di un giovane ragazzo di San Benedetto pronto a segnare sotto la “sua” curva. Le cose non sono andate così – non mi toglierò mai dalla testa quella maledetta frase, “i vostri Tormenti sono finiti” – ma domenica ero curiosissimo di rivederlo dal vivo dopo tanti anni.

Angelo A: Io con lui sono andato a scuola due anni al liceo, proprio nel periodo in cui esordiva nella Samb allenata dal padre. Ai tempi è stato investito da tante chiacchiere contro la società e la squadra, ma la carriera successiva – pure se esotica – ha dimostrato che lui è un giocatore di calcio e non un raccomandato. Col Santarcangelo è stato il migliore in campo, ha sfiorato il gol più volte e fatto l’assist dell’1 a 1.

Michele: Non me ne vogliano i romagnoli, ma un giocatore con quelle doti tecniche e quella capacità di leggere il gioco non può lottare per non retrocedere. Non mi dispiacerebbe, in un futuro, vederlo di nuovo con la maglia della Samb. Già a gennaio, perché no: le sue caratteristiche lo rendono diverso e complementare agli altri attaccanti in rosa; sarebbe una buona aggiunta.

Angelo A: Parliamo di un ragazzo che, prima di ieri, era sempre stato snobbato dai nostri. Questo spero che aiuti a riflettere sui giudizi e le cattiverie a prescindere. Io sono per fare come con i Mean Tweets di Jimmy Kimmel: registriamo i tesserati della Samb mentre leggono i commenti orribili scritti sui vari social dai tifosi, e poi li pubblichiamo su Samb Channel. Così iniziamo a capire che sono esseri umani anche loro.

Durim li fa e Angelo li accorpa


L’immagine di Madou è ispirata a L’Apoteosi del fascismo, di Luigi Montanarini. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. E se vi va potete iscrivervi anche al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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