La presentazione di Eziolono Capuano sulla panchina rossoblu
Le dimissioni (poi esonero) di Moriero hanno generato uno smottamento repentino nella stagione rossoblu. A pochi giorni dall’incontro con il Ravenna la Sambenedettese si è trovata a cercare un allenatore che conoscesse già il campionato, e fosse capace di dare nuovo impulsi ad una stagione che sembrava stagnare nell’apatia. Eziolino Capuano, appena svincolato dal disastrato Modena, è capitato a fagiolo. Il nuovo tecnico rossoblù è stato presentato alla stampa e ai tifosi questa mattina.
Il primo a prendere la parola il direttore sportivo Francesco Panfili: “Spetta a me il compito di presentare mister Capuano. È un allenatore importante che tutti conoscono. Non è stato facile portarlo a San Benedetto. A livello burocratico ci sono stati problemi. Il mister ha deciso di rescindere rinunciando a tutto e questo fa capire la sua voglia. Fa parte del suo DNA. Lui ha una carica emotiva incredibile e per lui questa piazza rappresenta qualcosa di importante. Lo ringrazio per ciò che ha fatto, ovvero accorciare i tempi”
Microfono al nuovo tecnico rossoblù in abito blu, camicia bianca e cravatta arancione (a pois): “Chiedo scusa per lo slittamento della presentazione da ieri a oggi. Mi è stato chiesto, sotto forma di ricatto, che se avessi voluto prendere il comando della panchina della Sambenedettese avrei dovuto rinunciare alle mensilità di luglio agosto settembre ottobre e metà novembre. Essendo io un uomo di grandi principi non ho esitato un attimo a rinunciare. Ho svolto il primo allenamento a Grottammare. Ho fatto questa risoluzione e oggi sono qui orgoglioso, fiero, emozionato come il primo giorno in cui ho intrapreso questo mestiere. Nella mia carriera non sono mai stato fermo”.
La sala stampa piena durante la presentazione di Capuano
L’arrivo a San Benedetto
“Ogni volta che sono venuto a San Benedetto sono stato insultato. Questo mi dava carica e mi faceva dire che prima o poi avrei allenato il club rossoblù. Fiero di tutto questo. Allenare la Samb è un desiderio di tutti e privilegio per pochi. Parliamo di una piazza storica. Si, mi sento dunque privilegiato. I tifosi hanno un sogno? Ce l’ho anche io. Un allenatore va valutato in base al potenziale umano che ha a disposizione e per questo non mi sento di aver mai fallito. Ritengo che la squadra sia fortissima. Probabilmente la più forte che ho avuto negli ultimi anni. L’asticella si è alzata rispetto alle mie ultime esperienze”.
Io e il presidente Fedeli abbiamo caratteri forti ma siamo entrambi uomini intelligenti. Ero in autostrada quando il Presidente mi ha chiamato. Sono bastate due parole e punto. Mi ha chiesto semplicemente di essere l’allenatore della Sambenedettese. Spero di ripagare la sua fiducia e quella di tutti gli altri. Ho il sogno di farmi amare da questa piazza come è accaduto anche in altre. Quello che ho passato a Modena non lo auguro a nessuno. Ho subìto una mortificazione indegna”.
L’eredità di Moriero
“Ringrazio Checco Moriero, lo reputo un grosso allenatore e non lo dico per circostanza. Noi allenatori siamo soggetti ai risultati. C’è chi subisce di più e chi meno. La squadra l’ho trovata bene. Bacinovic lo ritengo tra i 10 giocatori più forti d’Italia in questa categoria. Dovrò essere bravo io a far sì che torni ad essere quello che è. Gode della mia stima illimitata come tutti gli altri giocatori. Dovrà adeguarsi a me. Non succederà il contrario. Io non cambierò mai il mio modo di approcciare. Nel momento in cui Capuano sarà diverso non avrà più senso di esistere. Sono una persona dai principi notevoli”.
“Vengo da una famiglia che mi ha insegnato molto e di grande spessore. Una cosa è fondamentale: sono un uomo di grandi sentimenti e che si emoziona piangendo con lacrime vere. Non sono un duro ma una persona disponibilissima. È una vocazione fare l’allenatore. Mi hanno detto che sono pazzo o matto perché ho lasciato i soldi. Io invece ho scelto di fare qualcosa che mi piace”.
Il sistema di gioco
“Un allenatore intelligente deve prima di tutto valutare il materiale umano del quale dispone. Gli esterni della Samb sono di grande qualità. Se volessi imporre il mio sistema di gioco andrei a snaturare e sminuire il potenziale. Sicuramente per far coesistere gli esterni non giocherò col 3-5-2. Cercherò di trasmettere il mio entusiasmo e la mia filosofia. Voglio far capire quanto sia importante ottenere risultato in una piazza così. Sono una persona molto coerente. Se dico che la squadra è forte è perché ci credo, senza ombra di dubbio. Ha qualche problema e dovrò essere bravo a eliminarlo. Troppo presto ora dare dei giudizi. Ho bisogno di un po’ di tempo”.
“Questa è una squadra che ha bisogno di autostima visti gli ultimi risultati (e non mi permetto di giudicare la prestazione). Dovrò incidere a livello caratteriale. Qui le qualità a livello tecnico ci sono e le conoscete meglio di me. Devo entrare nella mente e nel cuore di ogni ragazzo. Ho notato che c’è una grande frequenza di passo; questo è dovuto anche all’ottimo lavoro del preparatore atletico. Nella mia carriera ho sempre coccolato i miei giocatori. Li ho difesi pubblicamente e trattati in maniera diretta in privato”.
Verso Ravenna
“Abbiamo poco tempo per preparare la gara ma ho una squadra talmente forte che sarà in grado di ottemperare a qualsiasi situazione. Loro vengono da una vittoria. Li conosco, giocano con 3-5-2. Lavorano molto sulle ripartenze. Noi dovremo essere compatti. Oggi faremo un’ora e mezza di video per studiarli al meglio. Vanno rispettati, hanno conoscenza tattica e un bravo allenatore. Sarà difficile affrontarli ma ci faremo trovare pronti”.
“Chi va in campo domani? Chi penso possa farmi vincere la partita. Non guardo la carta d’identità ma chi mi dà più consistenza e compattezza a livello tattico. La mia specialità sono i calci piazzati? Si. Abbiamo già lavorato molto sui calci piazzati.Qualcosa domani ci inventeremo, statene certi. Poche soluzioni ma efficaci. So già comunque chi giocherà”.
Un pensiero rivolto a Luca Fanesi: “Voglio dirgli di non mollare. Faremo di tutto per vincere anche per lui. Lo aspettiamo in curva e lo dico col cuore a nome di tutta la squadra”.
Le critiche degli ex giocatori
Attaccato duramente da un comunicato dei giocatori del Modena, Capuano – loro allenatore fino alla scorsa settimana – ha cercato di mettere in punto alla vicenda.
“Voglio dire due cose fondamentali. Ieri sono stato attaccato e mi è stato detto che non ho dignità. Io ho sopportato di tutto a Modena. Vorrei dire tante cose e le tengo nel mio dolore. Sono in questo mondo di 30 anni. Quando ho iniziato queste persone non erano nemmeno nei testicoli dei loro genitori. Non solo ho perso un contratto ma sono stato ricattato mentre tutti sono stati svincolati e avranno la possibilità di giocare altrove. Per essere a San Benedetto ho dovuto rinunciare a tutto. Tutti gli stipendi passati e quelli che avrei dovuto percepire in futuro”.
“Mi ricordo quando a Potenza non avevamo nemmeno i palloni per allenarci. Finimmo il campionato, giocando. Nella vita bisogna avere la grande forza di fare del bene e di ricevere del male. Io non porto rancore e finisco qui però ieri sono rimasto molto male non per l’allenatore ma per l’uomo perché ho dato il meglio di me ad ogni giocatore. Il mio nome può essere accostato a qualcosa di folkloristico ma in 30 anni Capuano non è mai stato accostato ad una nefandezza. Il mio nome non è mai comparso nelle cose indegne che capitano nel calcio. Devono vergognarsi delle cattiverie che si sono permessi di dire sulla mia persona”.