Cosenza-Samb: la migliore sconfitta possibile

Cosenza-Samb

La squadra di Moriero perde la partita, ma non le speranze. L’analisi tattica di Cosenza-Samb


La scorsa settimana la vittoria della Sambenedettese sul Piacenza aveva lasciato i rossoblu con una vittoria importante e un paradosso: una vittoria così netta, dopo una sconfitta così desolante, lasciava la squadra di Moriero a un bivio, equidistante tra l’estensione dei suoi pregi e la profondità dei suoi difetti.

Dopo aver vinto una partita da vincere a tutti i costi i rossoblu si sono ritrovati nella stessa situazione vissuta a Piacenza: con la possibilità di speculare sul risultato, e l’intenzione di sfruttare la cosa a proprio vantaggio. Ancora una volta, l’esito non è stato quello sperato, nonostante una prestazione che lascia molta più fiducia in vista del ritorno.

L’aggressività del Cosenza

Nonostante parta in “svantaggio”, il Cosenza ha il compito più semplice. La squadra di Braglia si trova nella stessa situazione vissuta col Trapani, e imposta lo stesso tipo di partita: aggressiva sin dalle prime battute, nel tentativo di controllare la gara partendo dal controllo degli avversari.

La fase di non possesso dei calabresi si articola – di fatto – con una marcatura a specchio sui rossoblu, ruolo per ruolo, sin dalla trequarti avversaria. I due attaccanti (alternano la marcatura sui tre centrali, con particolare attenzione a Conson e Patti (così da scongiurare l’allargamento sull’esterno), il mediano si alza in marcatura su Bove, le due mezzali seguono stretti Marchi e Gelonese.

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La pressione dei calabresi. Miceli ha come unica soluzione il lancio lungo

L’ottima organizzazione dei giocatori di casa toglie ogni tipo di spazio ai rossoblu, costretti spesso al lancio lungo. Dopo i primi minuti Bellomo inizia ad abbassare molto di più la sua posizione, nel tentativo offrire una soluzione in più spezzando la superiorità numerica; al 10′ l’attaccante mette a referto la prima occasione ospite della serata, ma col passare dei minuti finisce nella morsa dei cosentini – sempre puntuali.

Nel primo tempo i tentativi offensivi dei rossoblu si limiteranno alle conduzioni Rapisarda e Valente, che spesso partivano bassi per smarcarsi dalla pressione avversaria e provare a creare superiorità palla al piede.

La copertura della Samb

Parte della sterilità offensiva sta anche nel piano gara dei sambenedettesi, che mostrano immediatamente di avere come priorità la fase difensiva. Il tentativo resta quello di sfruttare gli spazi in contropiede, ma rispetto a Piacenza la fase di possesso è più organizzata e meno rinunciataria.

I rossoblu partono con un baricentro medio-basso, ma accorciano sempre verso il portatore cercando di non lasciare mai i cosentini con libertà di giocare a palla scoperta. I due attaccanti si alternano nella marcatura del mediano Palmiero, mentre i centrocampisti accorciano sul lato palla: le mezzali escono sul terzo centrale in possesso, gli esterni controllano il giocatore in fascia.

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Miracoli marca Palmiero, Marchi e Rapisarda pressano Camigliano (centrale sinistro) e D’Orazio (esterno)

La scelta sembra funzionare, ma è difettosa: i rossoblu riescono a limitare la costruzione dei cosentini ma si trovano spesso impreparati nella situazioni di transizione, quando la maggiore freschezza dei padroni di casa finisce per indirizzare la partita.

Nel primo tempo i calabresi hanno molte occasioni, tutte su azioni “sporche”: il mancato tap-in di Bruccini (ripartenza di Okereke-Tutino), la conclusione da fuori di Mungo (respinta corta), il colpo di testa di Tutino (corner), la conclusione di Bruccini (contropiede). A queste grandi opportunità si aggiunge il vantaggio di Bruccini, giunto sugli sviluppi di una rimessa.

La reazione dei rossoblu

Nonostante i (tanti) rischi i sambenedettesi chiudono il primo tempo sotto di un solo gol, limitando i danni al minimo. Non è poco: nella ripresa il mancato raddoppio del Cosenza dimostra il suo effetto catartico, dando maggiore coraggio ai rossoblu – che decidono di prendersi più rischi, a costo di rischiare qualcosa.

La squadra di Moriero non cambia nulla, a livello tattico, ma decide di giocare più velocemente e più in verticale, chiedendo più sacrificio a Miracoli e Bellomo allo scopo di coinvolgere più attivamente mezzali ed esterni. La Samb inizia a farsi sentire sulle seconde palle, e riesce finalmente ad affacciarsi con continuità nella trequarti avversaria.

Nel secondo tempo la partita è subito accesa: al 49esimo gli ospiti lamentano un fallo in area di Corsi, e nel giro di pochi minuti arrivano le occasioni per Rapisarda (fuorigioco) e Dermaku (solo ma impreciso). Al 60esimo, sull’ennesima verticalizzazione, seguita da un recupero alto, i rossoblu riescono a segnare il pareggio.

Miracoli gestisce la palla vagante con grande intelligenza, innescando Bellomo: il trequartista si libera di due avversari e serve l’assist per Marchi

Poca gestione

Il pareggio arriva forse troppo presto, dando al Cosenza la possibilità di riorganizzarsi. Con l’uscita di Bellomo al 70esimo (per infortunio), i rossoblu perdono il principale riferimento del possesso offensivo, e iniziano lentamente ad abbassare la squadra. Moriero decide quindi di puntare al massimo sul contropiede, inserendo prima Di Massimo  e poi Tomi, con Valente mezzala. Sono gli stessi cambi di Samb-Piacenza, ma stavolta non funzionano.

Nella seconda parte del secondo tempo Braglia si limita a mettere dentro forze fresche, cercando di sfruttare l’atteggiamento più rinunciatario della Samb per aumentare la presenza offensiva. I nuovi entrati Calamai e Baclet iniziano a giocare a ridosso dell’area di rigore, con i due esterni molto alti e Tutino libero di svariare per tutto il campo, creando situazioni di superiorità numerica.

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Il Cosenza porta quattro uomini in area, la Samb copre con difficoltà (e un po’ di disordine)

Col passare dei minuti la Samb si abbassa a protezione della propria area di rigore, ma i padroni di casa – sfruttando i 5-6 uomini sulla linea offensiva – accumulano occasioni, sfiorando il gol con Tutino, Corsi e Baclet. Alla fine l’assedio ha successo: a tre minuti dal termine i cosentini (aiutati da una mischia in area) riescono a pescare il jolly con Baclet, servito dopo uno schema su calcio piazzato.

Tutto aperto

La sconfitta coi cosentini è deludente per il modo in cui è arrivata, ma guardando la partita non può sorprendere. Nella solita partita di “sbalzi” i rossoblu hanno mostrato le solite difficoltà nel controllo, ma tornano a casa con molti insegnamenti: sulla sfida, sugli avversari e su loro stessi. Rispetto alla trasferta di Piacenza la squadra di Moriero ha dimostrato più prganizzazione e pericolosità, confermando gli strascichi positivi della gara del Riviera.

La prossima domenica si prospetta lo stesso tipo di partita: con un solo risultato a disposizione, e un avversario dimostratosi forte ma battibile. Con il Riviera vestito a festa, e una maggiore consapevolezza, ripetersi è tutt’altro che impossibile.

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