Samb-Monza dimostra che sì, siamo questi

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Contro i brianzoli i rossoblu hanno mostrato cose diverse, confermando gli stessi problemi di fondo. L’analisi tattica di Samb-Monza


A sei giorni dalla sconfitta con la Giana Erminio – ultimo atto di un mese terribile – i rossoblu si sono trovati di fronte ad uno degli avversari peggiori possibili. Per molti versi, il Monza si presentava come un’antitesi perfetta, dal punto di vista tecnico, tattico e societario. Dall’altra parte i rossoblu avevano avuto a malapena il tempo di riscuotersi dall’ennesimo rovescio tecnico, con l’arrivo di Roselli (sesto tecnico in tre anni, lo stesso periodo di Zaffaroni in Brianza).

Eppure la Sambenedettese se l’è giocata fino in fondo, stemperando problemi che sembravano più grossi, e confermandone altri che erano stati troppo sottovalutati. Alla fine è arrivato un (altro) pareggio in rimonta, ma stavolta – a differenza della Vis – sono arrivati applausi e non fischi.

Le scelte di Roselli e Zaffaroni

Nonostante il poco tempo a disposizione Roselli non ha rinunciato a mischiare un po’ le carte, dando una prima impressione della Samb che ha in mente. Il modulo è il 4-4-2, con Sala in porta, Zaffagnini e Miceli centrali, Gemignani e Cecchini terzini, Gelonese e Signori mediani, Rapisarda e Calderini esterni, Russotto e Stanco in attacco.

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Stesso modulo per il Monza, che conferma il solito assetto con la novità Ceccarelli in attacco

Con questo assetto Roselli sembra confermare gli stessi timori di Magi, pure se con soluzioni diverse. La copertura dell’ampiezza (un problema endemico, in questo inizio di stagione) viene “risolta” con la presenza di due esterni per fascia, una mossa che dà meno campo da coprire ai due mediani, senza rinunciare alle due punte o alla spinta di Rapisarda sulla destra.

Dall’altra parte, il 4-4-2 dei brianzoli è tale solo in fase di partenza. Appena la squadra entra in possesso i biancorossi ruotano le posizioni di difesa e centrocampo, formando un vero e proprio 3-5-2: Tentardini scivola alto sulla fascia sinistra, con D’Errico (l’esterno) che accorcia verso il centro; dall’altra parte Caversazi si stringe al fianco dei due centrali, formando un rombo di costruzione insieme a Barba, Negro e Riva.

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La transizione del Monza, dal 4-4-2 al 3-5-2

In questo modo la squadra di Zaffaroni riesce a mettere in inferiorità numerica i due attaccanti rossoblu (che comunque non rinunciano alla pressione), creando le condizioni per creare situazioni di vantaggio sui due esterni. Questo accade soprattutto a sinistra, dove – oltre agli scambi tra D’Errico e Tentardini – il Monza può contare anche sul supporto attivo di Riva, terzo a sinistra.

Equilibrio e rottura

La Sambenedettese non si fa trovare impreparata. Per limitare la catena sinistra del Monza Roselli chiede molto sacrificio a Gelonese, chiamato a coprire le uscite in pressione di Gemignani e Rapisarda. Questo lavoro si traduce, essenzialmente, nel seguire pedissequamente i tagli esterni di D’Errico, che spesso approfitta degli scambi di Tentardini e Riva per cercare il taglio esterno alle spalle di Gemignani. Gelonese è molto diligente, ma quando D’Errico riesce a scappare i rischi sono altissimi.

Il Monza cerca le combinazioni sulla sinistra. La Samb copre bene nelle prime due occasioni, ma alla terza rischia

Il piano dei rossoblu è abbastanza semplice: la squadra difende corta e compatta, e appena ha l’occasione prova a spingere forte sui due esterni. Rapisarda resta largo, per sfruttare gli spazi in progressione, Calderini taglia verso il centro per favorire le discese di Cecchini.

All’inizio, buona parte della partita si gioca sulle due fasce: al 10′ D’Errico si libera sulla sinistra e prova il cross per Cori, che manda alto; poco dopo Cecchini si sovrappone a Calderini, riceve e serve per la testa di Stanco, fermato dalla parata di Liverani.

Le fiammate dei due centravanti sono un inizio promettente, ma da lì in poi sarà una partita molto bloccata. Samb e Monza sono attente e aggressive, ma – nelle zone calde – peccano di lucidità, lasciando la partita in bilico. Non a caso, al primo errore la partita si sblocca.

Su un rilancio apparentemente innocuo, Riva si trova addosso la pressione di Stanco e sbaglia l’intervento, aprendo alla discesa dell’attaccante rossoblu. Stanco si porta avanti la palla con la testa, resiste alla pressione disperata di Riva e spara in rete l’uno a zero.

Dalla propria trequarti al cuore dell’area di rigore, con tanti saluti a chi faceva giochi di parole col suo cognome

La gestione della Samb, la risposta del Monza

Il vantaggio di Stanco arriva al 39esimo, e permette ai rossoblu di arrivare all’intervallo in vantaggio. Nella ripresa la squadra di Roselli impronta una partita ancora più reattiva, con l’obiettivo di limitare al massimo i rischi. La pressione del primo tempo viene circoscritta ai due attaccanti, Stanco e Russotto, con gli altri otto a formare due linee corte e compatte a copertura dell’area di rigore.

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Il blocco difensivo della Sambenedettese

Dal canto suo, il Monza aumenta ancora di più la pressione, con Giudici e Tantardini altissimi sulle due fasce, Giorno sulla linea degli attaccanti, e D’Errico a supporto. La Samb concede molto spazio sulle due fasce, e non a caso il Monza crosserà tantissimo, ma la retroguardia riesce a reggere.

Zaffaroni intuisce il contesto della gara, e decide di cambiare il piano offensivo. Al 68esimo Cori e Giorno lasciano il posto a Iocolano e Reginaldo, due giocatori più tecnici e utili nello stretto. Il Monza inizia a cercare più insistentemente il centro, cercando di sfruttare al meglio i duelli individuali al limite sulla trequarti offensiva.

Contestualmente la Sambenedettese inizia un lento e inesorabile calo fisico, che la porta a sfilacciare sempre di più la fase difensiva. I nuovi entrati colpiscono dove fa male: a pochi minuti dal suo ingresso Reginaldo si libera al limite dell’area e sfiora la traversa, cinque minuti dopo Iocolano innesca il gol dell’uno a uno. Una rete che somma due grandi errori dei rossoblu, che prima lasciano troppo spazio tra le linee, e poi leggono male il movimento di Reginaldo (che libera Jefferson).

Le due linee troppo distanti, l’errore della coppia difensiva, la mancata diagonale di Gemignani. Tanti errori, acuiti dalla classe dei brianzoli

Il gol del Monza nasce da tre subentranti (Jefferson, Reginaldo e Iocolano), ed evidenzia la netta differenza delle scelte a disposizione dei due tecnici. Per recuperare la partita, Roselli (senza Minnozzi e Di Massimo, infortunati) è costretto a sperimentare Ilari nel ruolo di seconda punta, al posto di un generoso ma stremato Russotto.

Il finale è convulso: i brianzoli sfiorano il gol sulla punizione di Iocolano per Negro (traversa), ma ci vanno vicini anche i rossoblu, che sfiorano il gol con una rovesciata di Ilari. Nonostante le occasioni la partita resta inchiodata sul pari, che dura fino al 90esimo.

La Samb è questa?

Alla fine della partita i rossoblu hanno strappato i primi applausi alla Curva Nord, positiva nonostante l’ennesimo rinvio dalla vittoria. Nonostante gli scossoni dell’ultima settimana, e i (già evidenti) cambi approntati da Roselli, il pareggio con il Monza conferma che i problemi dei rossoblu non sono passati.

Per la terza volta consecutiva la Sambenedettese ha perso punti in rimonta, ancora una volta su un errore difensivo, a dimostrazione di una squadra che non ha ancora la lucidità (o le qualità) per reggere con la stessa intensità per tutti i 90 minuti. Un problema non allenabile, perché nasce dalla mancanza di alternative forti dalla panchina.

In questo momento la squadra è aggrappata ad un nucleo di 13-14 potenziali titolari, e tante giovani alternative che (a giudicare dalle scelte) non sono ancora pronte. Giocatori come Valente ed Esposito possono non valere i titolari di oggi, ma erano armi a gara in corso che la Sambenedettese non ha più. Il discorso è valido un po’ per tutti i reparti.

Per i rossoblu si tratta di un difetto strutturale, che va oltre le competenze del singolo allenatore. Non a caso, nel post partita Roselli ha detto cose simili al suo predecessore, e cioè che bisognerà portare più giocatori possibili al livello dei “primi 14”. Su questa crescita (e solo su questa) passeranno tutte le ambizioni dei rossoblu.

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