Samb-Triestina è stata una prova di maturità

Analisi tattica Samb-Triestina

I rossoblu giocano una partita intelligente, superando indenni i momenti più difficili. L’analisi tattica di Samb-Triestina


In questo novembre la Sambenedettese si è trovata di fronte un ciclo complicatissimo: dopo il pareggio col Pordenone (ottimo inizio, ripresa sofferta) e la sconfitta di Vicenza (ripresa sfumata) i rossoblu sono riusciti a battere la Feralpi, con una prestazione tanto bella da valorizzare anche le delusioni delle ultime partite.

La prima vittoria prestigiosa della stagione ha messo la Samb davanti una sfida completamente nuova, quella di confermarsi. Contro la Triestina – altra grande del campionato – gli uomini di Roselli avevano il compito di non sciupare il lavoro delle ultime settimane, dimostrando la bontà della strada intrapresa.

Le scelte

Anche per questo motivo, Roselli ha deciso di confermare la stessa squadra vista nelle ultime gare: davanti a Pegorin hanno giocato Zaffagnini, Biondi e Di Pasquale, con Rapisarda e Cecchini sulle fasce, Gelonese davanti alla difesa, Rocchi e Signori sulla mezzala e il duo Calderini-Stanco in attacco. Dall’altra parte, Pavanel – senza Maracchi, Mensah e Granoche – ha confermato il modulo visto contro Pordenone e Vicenza, con Petrella, Bracaletti e Beccaro alle spalle di Procaccio.

Formazioni Samb e Triestina

Sia Roselli che Pavanel confermano gli stessi undici della settimana precedente

La partita è subito accesa: i rossoblu provano a impostare una pressione alta e aggressiva, cercando di soffocare il possesso della Triestina sul nascere. Dopo neanche un minuto arriva la prima conclusione della partita, con Stanco che prova il destro dopo un intercetto di Rocchi: queste fiammate della Samb saranno il leitmotiv dei primi 20′, ma stavolta il forcing non porta frutti.

In questo senso buona parte dei meriti vanno dati ai giuliani, che si presentano al Riviera con un’ottima organizzazione difensiva. Quello tra Roselli e Pavanel (che si conoscono bene: il primo è stato allenatore del secondo) è stata una partita a scacchi molto equilibrata, dove ogni mossa ha trovato la giusta contromisura.

Le mosse di Roselli e Pavanel

La prima novità arriva dal tecnico rossoblu, che rispetto alle ultime uscite ha chiesto ai suoi una fase di costruzione più elaborata, con un maggiore contributo dei centrali palla al piede. Quando i terzi di difesa entravano in possesso le due mezzali si spostavano sull’esterno per aprire spazi e dare un appoggio sicuro, lasciando i due esterni alti e pronti alla ricezione del cambio di gioco. Una giocata cercata soprattutto a sinistra, dove i movimenti di Signori aprivano lo spazio per la conduzione di Di Pasquale, che così poteva cercare la verticale per Stanco o il cambio gioco verso Rapisarda.

Signori si allarga sulla fascia, aprendo lo spazio per Di Pasquale; il centrale avanza per cercare il cambio gioco verso destra (dove ci sono Stanco e Rapisarda)

I meccanismi non perfetti della Sambenedettese si sono scontrati con la buona preparazione della Triestina. In fase di non possesso la squadra di Pavanel difendeva con Bracaletti al fianco dei due mediani, e i due esterni (Petrella e Beccaro) molto arretrati, a formare un 4-5-1 molto coperto. Un assetto che costringeva la Samb a tornare spesso dietro, aprendo alla successiva pressione degli alabardati – che accorciavano in avanti con molta reattività, utilizzando almeno tre giocatori (solitamente, Procaccio, Bracaletti e l’esterno sul lato palla).

Nella seconda metà del primo tempo – mentre scema la carica iniziale dei rossoblu – la Triestina inizia a guadagnare metri, controllando il possesso con grande qualità. Consapevole di non poter scardinare il blocco centrale dei rossoblu, la squadra di Pavanel cerca di sfruttare al massimo l’ampiezza. In fase di possesso le due fasce sono sempre occupate, dagli esterni o dai terzini, che spesso si alzano già durante la prima fase di costruzione.

La Triestina passa da una fascia all’altra, evitando la pressione dei rossoblu 

Il rifugio costante sulle due fasce permette alla Triestina di passare rapidamente da un lato all’altro, così da evitare la pressione dei rossoblu, che finiscono per abbassarsi. Gli alabardati hanno un piano gara abbastanza semplice: la squadra oscilla da destra a sinistra cercando di aprire lo spazio per la verticalizzazione, dove si sfrutta la superiorità numerica (data da terzino, esterno e centrocampista a supporto) per liberare la giocata sulla trequarti.

La catena destra della Triestina

Per la Triestina funziona particolarmente bene la catena di destra, dove il terzino Formiconi scende con regolarità grazie agli spazi aperti da Petrella. L’esterno alabardato gioca si accentra spesso, senza palla o in conduzione, cercando di liberare spazi o cercare il cambio gioco sul lato sinistro. I continui scambi con Bracaletti e Procaccio tolgono ogni tipo di riferimento alla Sambenedettese, che dal quarto minuto aveva anche dovuto fare a meno di Biondi (infortunato).

Per tutto il primo tempo la Triestina cerca di attirare il gioco sulla destra per poi cercare lo spazio alle spalle di Rapisarda, che spesso si faceva trovare troppo avanzato, o era troppo frettoloso nell’accorciare al centro. Potenzialmente, Beccaro e Sabatino hanno due grandi opportunità, ma le imprecisioni di Petrella permettono alla Sambenedettese di uscirne indenne.

Nel post-partita, Pavanel sottolineerà proprio le rifiniture sbagliate nel primo tempo. Difficile dargli torto

Alla fine, le migliori occasioni del primo tempo arrivano entrambe su calcio piazzato: al 31esimo la Triestina sfiora il gol con Codromaz, che di testa sfiora il palo; al 44esimo i rossoblu sfiorano il gol con Rocchi, che prova il destro sugli sviluppi di un corner.

Il secondo tempo

La ripresa sembra iniziare sugli stessi binari del primo tempo: la Sambenedettese cerca di recuperare alto per attaccare per pericolosità, la Triestina controlla il possesso per liberare lo spazio su una delle due fasce. Dopo un paio di fiammate (la percussione di Signori, il tiro-cross di Petrella) le due squadre diminuiscono gradualmente l’intensità, finendo per trovarsi in una posizione di stallo.

Le due squadre hanno diversi assenti, e le scelte ristrette spingono i due tecnici a toccare il meno possibile. I primi cambi del secondo tempo arrivano solo dopo il 70esimo, quando Pavanel sostituisce l’infortunato Formiconi con Libutti, e Roselli decide di dare un po’ di riposo a Signori inserendo Ilari.

Nel finale la Triestina – che non ha mai rinunciato al possesso – finisce per allungarsi, lasciando qualche spiraglio in più alla squadra di casa. Nel finale i rossoblu hanno due grandi occasioni in transizione, prima con Rapisarda (recupero e palla in verticale per Calderini, che manda fuori) e poi con Cecchini (percussione sulla sinistra e cross per Stanco, che non trova lo specchio). Gli errori dei due attaccanti (autori di una partita molto dispendiosa) valgono qualche rammarico, non di più.

Un pareggio giusto

Il pareggio finale viene accolto dagli applausi di tutto lo stadio, soddisfatto da una partita che – psicologicamente, oltre che tatticamente – vale molto più del pareggio. I rossoblu escono da questo ciclo terribile (Pordenone-Vicenza-Feralpisalò-Triestina) con nuove sicurezza, a livello di gioco e di uomini, certezze che valgono molto più del modesto balzo in classifica.

Dopo alcune settimane di transizione la Sambenedettese è riuscita a confermare la crescita delle ultime settimane, mostrando la forza per superare anche i momenti più difficili. Quando Roselli dice “Un mese fa ci avrebbero fatto a fette” esagera, ma non fa che rimarcare una questione fondamentale: dopo una lunga gestazione – fatta di partite dure, sfortunate e sofferte – la Samb è diventata una squadra matura.

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