Virtus Verona-Samb: fortunati, ma con merito

Analisi: Virtus Verona-Samb

Gli episodi tengono a galla la partita, i rossoblu riescono a vincerla. L’analisi tattica di Virtus Verona-Samb


«Sarà una partita diversa»

Dopo un mese passato ad affrontare le corazzate del campionato (Pordenone, Vicenza, Feralpisalò, Triestina) la Sambenedettese si è trovata di fronte il Virtus Verona di Fresco, che – per classifica, momento, contesto – offriva una sfida del tutto nuova. Contro gli scaligeri la squadra di Roselli doveva dare un messaggio forte, dimostrando di poter giocare bene anche le partite da vincere.

La trasferta di Verona era molto più complicata di quanto non dicesse la classifica. In settimana gli infortuni di Biondi e Stanco hanno ridotto al minimo le scelte di Roselli, rimasto senza centravanti di ruolo. Nonostante le assenze, il tecnico ha deciso di cambiare il meno possibile, confermando modulo e 9/11esimi della squadra. Con la conferma di Celjak l’unico dubbio era in attacco, dove il tecnico ha preferito Ilari a Di Massimo. Una scelta a sorpresa, che Roselli ha spiegato con la necessità di avere almeno un cambio offensivo per la partita.

Formazioni Virtus Verona-Samb

Il 3-5-2 della Sambenedettese con Ilari; Fresco sceglie il 3-4-1-2, con Grbac alle spalle di Danti e Grandolfo

Una partita tirata

Quella di Ilari non è solo una scelta strategica. Senza i centimetri di Stanco – fondamentali, per risalire il campo – i rossoblu trovano un’alternativa fondamentale nel gioco spalle alla porta di Ilari – bravissimo a liberarsi tra le linee, e sempre pronto a girarsi in verticale. Il primo squillo della Sambenedettese arriva proprio su una giocata dell’ex Teramo (tacco a seguire per Calderini), che nei minuti successivi sarà uno dei principali riferimenti per cercare la verticalizzazione.

L’impostazione dei rossoblu si scontra con l’alta intensità messa in campo dalla Virtus, che approfitta dei tre giocatori offensivi per bloccare il primo possesso dei rossoblu. La squadra di Fresco difende alta e compatta, cercando di fare sempre molta densità in zona palla. Danti e Grandolfo si dividono tra la pressione dei centrali e la marcatura di Gelonese (con Grbac in seconda battuta), mentre il mediano e l’esterno sul lato palla accorciano verso il quinto e la mezzala.

Dietro, i tre centrali erano supportati dal mediano (pronto ad accorciare su un eventuale cambio di gioco) e l’esterno del lato debole, che accorciava dietro formando una linea di quattro uomini. In questo modo i rossoblu potevano cercare solo il cambio gioco (complicato) o il lancio in verticale.

Virtus Verona

Danti scherma Gelonese, Rossi si alza in marcatura su Rapisarda e Casarotto marca Rocchi. Celjak è costretto a lanciare in verticale

L’ottimo inizio degli scaligeri sorprende la Samb, che si trova costretta a concedere campo ai padroni di casa. La Virtus sfonda spesso sulle due fasce, dove ci provano Danti (due volte) e Grandolfo. Il culmine della pressione arriva intorno al 20esimo, quando la Virtus mette in fila 3 calci d’angolo consecutivi, sfiorando il gol. I rossoblu ne escono indenni, e iniziano lentamente a riprendere in mano la partita.

Nei minuti successivi la squadra di Roselli riesce a riprendere campo, ma è sui calcio piazzato che arrivano le occasioni migliori. Il più pericoloso è proprio Ilari, che alla metà del primo tempo va al tiro due volte su altrettanti piazzati, ricevendo i suggerimenti prima di Rapisarda e poi Celjak. Al 30esimo l’attaccante ci riprova ancora, stavolta su punizione, con un bel mancino sventato da Giacomel.

L’equilibrio, la rottura

Buona parte delle emozioni si concentrano nella fase centrale del primo tempo, con il culmine della pressione scaligera e la risposta dei rossoblu. Dopo la mezz’ora la partita sembra spegnersi, anche perché la Sambenedettese – dopo alcuni minuti di assestamento – sembra prendere le misure della Virtus, riducendone lo spazio di manovra.

Rispetto ai padroni di casa la squadra di Roselli imposta un sistema di marcature più rigide: i due attaccanti schermavano il passaggio centrale, mentre le mezzali andavano in pressione sul terzo centrale, mentre i due esterni prendevano in consegna il loro avversario diretto. Dietro i tre centrali erano lasciati contro i due attaccanti, mentre Gelonese giocava fisso in marcatura su Grbac.

Sambenedettese - difesa

Rocchi è appena uscito sul centrale, Sirignano, Rapisarda si alza in pressione sull’esterno avversario. Nel frattempo Gelonese segue a uomo Grbac 

Nel finale di primo tempo la partita sembra rallentare, ma l’equilibrio tra le due squadre è molto fragile, e al primo episodio si spezza. A due minuti dall’intervallo la Virtus riesce a mandare in tilt la pressione dei rossoblu liberando lo spazio per Sirignano, che scende sulla sinistra mettendo una gran palla per Grandolfo: l’attaccante si libera di Di Pasquale, aggancia alla grande e infila l’uno a zero.

La Samb è troppo passiva, ma la Virtus esce dalla pressione con grande qualità. L’ottimo cross di Sirignano dà valore a tutta l’azione

La partita cambia

Il gol spezza le reni ai rossoblu, che nei pochi secondi prima dell’intervallo fanno in tempo a rischiare lo 0-2, salvandosi solo grazie all’intervento di Pegorin. La ripresa inizia sugli stessi binari, perché alla prima azione utile la Virtus buca ancora la difesa: Grandolfo riceve e allarga per Danti, che serve l’inserimento di Grbac. Il trequartista viene atterrato in area, ma per l’arbitro è simulazione: dal possibile rigore si passa al rosso per Grbac (che era già ammonito), e la partita cambia.

Roselli approfitta dell’uomo in più per accelerare i tempi. Dopo pochi secondi Rocchi lascia il posto a Di Massimo, e la Samb passa a un 3-4-3 molto più offensivo. Un assetto asimmetrico, dove Ilari (prima punta?) galleggiava tra la trequarti e l’attacco, con Di Massimo più centrale e Calderini larghissimo a sinistra.

Il piano gara si capisce subito: i rossoblu spingono molto sulla destra, con le percussioni di Rapisarda e Di Massimo, e una volta che il campo viene bloccato cercano il cambio di gioco sul lato opposto, dove Calderini poteva cercare l’uno contro uno.

La mossa si rivela azzeccata: dopo neanche 10 minuti Calderini riceve sulla fascia, salta Trainotti e mette dentro un bel cross per Rapisarda, che pareggia i conti.

Un finale convulso

Subìto il pareggio Fresco decide di correre ai ripari, togliendo una punta (Danti) per un altro centrocampista (Rubbo). Il passaggio al 3-5-1 sancisce la fine di ogni velleità offensiva, e da lì in poi la squadra di casa gioca una partita tutta difensiva, concedendo il pallino del gioco ai rossoblu.

La Sambenedettese alza la pressione, ma a parte qualche tentativo da fuori non riesce a superare il blocco difensivo della Virtus, tutta raccolta a difesa della propria area di rigore. I calci piazzati regalano ai rossoblu diverse occasioni (il tiro-cross di Calderini, i tentativi di Miceli e Celjak), ma la porta di Giacomel sembra stregata.

I sentimenti negativi si amplificano all’86esimo, quando Di Massimo colpisce il palo con una punizione dal limite dell’area. Ma la serata di Verona (a dispetto di pali, squalifiche e infortuni) continua a sorridere ai rossoblu, che al 91esimo – sull’ennesimo corner della partita – trovano il gol vittoria con Rapisarda, alla prima doppietta in carriera.

Costruire la fortuna

La trasferta contro la Virtus regala ai rossoblu il primo successo esterno, utile a uscire per la prima volta dalla zona retrocessione. Un risultato dovuto, ma non per questo semplice. In due mesi Roselli è riuscito a recuperare una squadra che rischiava di sprofondare, accompagnandola in un periodo di transizione lungo e difficoltoso.

La Sambenedettese vista a Verona è ancora lontana dalla perfezione, e resta la consapevolezza che – senza il conforto di alcuni episodi – la partita sarebbe potuta finire molto diversamente. La differenza sta nella forza (mentale, prima che tecnica) della squadra, capace di riprendere in mano una partita complicatissima. Al netto di fortuna, sfortuna e infortuni.

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