Samb-Vicenza: razionalizzare la sconfitta

Analisi: Samb-Vicenza

Nonostante lo svantaggio e l’uomo in meno i rossoblu lottano, si illudono e infine crollano. L’analisi tattica di Samb-Vicenza


«Non pensiamo più alla salvezza»

Nella vigilia di Samb-Vicenza Roselli aveva candidamente ammesso che l’obiettivo dei rossoblu non era più quello di salvarsi, ma giocare per “qualcosa di diverso”. Difficile dargli torto: col pareggio del Liberati la Sambenedettese era arrivata a quota 39, tenendo a cinque punti di distanza la Ternana undicesima, e allungando di dieci sopra al Fano, terzultimo in classifica. La partita contro il Vicenza – che seguiva a 37 punti – era un primo spareggio, per i rossoblu, che con una vittoria avrebbero potuto mettere il primo mattoncino sul consolidamento della zona playoff.

I biancorossi arrivavano alla sfida del Riviera dopo aver iniziato il 2019 con 7 punti in 8 gare, un ruolino di marcia che ha sancito il ritorno di Colella, richiamato dopo il breve e fallimentare interregno di Serena. Diverso il momento dei rossoblu, che dopo le sconfitte con Monza e Ravenna erano riusciti a rialzarsi grazie a cinque risultati utili consecutivi.

Le scelte

Ai diversi momenti di condizione mentale corrispondevano diversi momenti di condizione fisica: la squadra di Roselli arrivava alla terza partita in sette giorni con le solite scelte risicate, acuite dalle assenze di Cecchini e Zaffagnini. Dopo le due partite di Fissore sulla fascia Roselli decide di riportarlo in posizione di centrale, puntando sull’esordio di D’Ignazio dal primo minuto. Per il resto, poche sorprese: Rapisarda a destra; Ilari, Gelonese e Signori a centrocampo; Calderini e Stanco in attacco.

Formazioni Samb-Vicenza

Colella conferma 9/11esimi della scorsa settimana, con Curcio alle spalle di Giacomelli e Guerra

La scelta del 3-5-2 doveva dare più copertura dei rossoblu a centrocampo, formando tre coppie naturali con i tre vertici offensivi del rombo vicentino: Signori su N. Bianchi, Ilari su Zonta e Gelonese su Curcio. Il vertice basso del rombo, invece, era coperto dai due attaccanti rossoblu, che ad inizio azione lasciavano il possesso ai quattro difensori per coprire efficacemente Pontisso.

L’idea era quella di bloccare il centro del campo, costringendo i vicentini a passare per le catene laterali – dove D’Ignazio e Rapisarda, una volta recuperata palla, potevano rivelarsi pericolosissimi in transizione.

Samb-Vicenza fig. 2

Le marcature dei rossoblu a inizio gara: i tre di centrocampo si orientano a uomo su Zonta, Curcio e Bianchi, Rapisarda esce su Stevanin, Calerini e Stanco coprono Pontisso

I rossoblu iniziano molto aggressivi, e dopo neanche 30 secondi arrivano alla prima conclusione in porta, con un colpo di testa di Signori su cross di Calderini. L’azione era partita da una punizione in posizione avanzata, guadagnata grazie a una seconda palla recuperata sulla trequarti offensiva. Per diversi minuti il canovaccio della Samb è questo: palla in verticale, consolidamento del possesso e ricerca del calcio piazzato o della rifinitura.

Le mosse di Roselli e Colella

Sin dai primi minuti la Samb dimostra di puntare molto sui calci piazzati, cercando il cross in mezzo anche sulle rimesse laterali in zona offensiva, dove Rapisarda lasciava la palla alle rimesse lunghe di Celjak. L’intenzione – neanche troppo velata – era quella di ridurre al minimo la lunghezza delle azioni di gioco, sfruttando ogni palla ferma, e togliendo al Vicenza la possibilità di prendere ritmo.

Dopo un inizio un po’ confuso la squadra di Colella riesce a prendere gradualmente il controllo, appoggiandosi alla maggiore qualità tecnica dei suoi interpreti. Per superare il “blocco” del centrocampo i biancorossi iniziano a uscire palla al piede coi due difensori centrali, che spesso conducevano palla fino alla metà campo, costringendo Ilari e Signori a scegliere se andare in pressione o mantenere la marcatura.

Il problema era acuito dai movimenti di Zonta e N. Bianchi, che spesso si spostavano sulle fasce laterali per aprire gli spazi a Curcio e (soprattutto) Giacomelli, che dava superiorità sulla trequarti svariando su tutto il fronte offensivo.

Dopo il primo quarto d’ora la squadra di Roselli decide di cambiare registro, alzando leggermente le marcature. Stanco e Calderini iniziano a spendersi anche nella pressione sui due centrali, senza lasciare Pontisso, mentre le due mezzali (Ilari in particolare) si alzavano sull’eventuale ricezione del terzino. Alle loro spalle la marcatura delle mezzali veniva presa in consegna dai due laterali, a costo di rischiare il 3 contro 2 sulla linea difensiva.

Stanco in pressione su Bizzotto, Calderini marca Pontisso, Ilari va sul terzino. Rapisarda si stringe su Zonta, D’Ignazio resta nella zona di Bianchi

La mossa aiuta i padroni di casa a sporcare la partita dei vicentini, che nella fase centrale del primo tempo non riescono a sviluppare il gioco in modo lineare. L’atteggiamento è efficace ma rischioso, e in molte occasioni i rossoblu sono costretti al fallo, per evitare di farsi trovare scoperti.

I problemi arrivano una volta che la squadra deve ripartire, perché in fase di transizione il Vicenza pressa molto efficacemente, limitando al minimo le già scarse opzioni dei rossoblu. I cinque della linea difensiva (poco supportati da Sala, molto impreciso) sono spesso costretti a buttare via palla, togliendo ai rossoblu la possibilità di rifiatare in zona offensiva.

Il Vicenza perde il possesso, ma riesce a risistemarsi subito: D’Ignazio è costretto a buttare via la palla

Dopo la mezz’ora la lucidità dei rossoblu cala, e il Vicenza riesce ad alzare gradualmente la pressione. Al 32esimo i vicentini trovano il corner che vale un bel pezzo della partita: Giacomelli pesca in area Curcio, che trova il braccio di Signori sulla linea. Rosso, rigore e 1 a 0.

La reazione della Samb

Sotto di un uomo e un gol la Samb ha il merito di non disunirsi. Inizialmente Roselli risistema la squadra con un 4-3-2, alzando Rapisarda sulla mezzala; pochi minuti dopo Rocchi prende il posto di D’Ignazio, schierandosi in mezzo a una mediana a quattro con Ilari a destra e Calderini a sinistra. Dietro resta la difesa a quattro, con Rapisarda e Fissore terzini.

I rossoblu non mollano, nonostante l’inferiorità numerica, e riescono a riaprire subito la partita. Al 38esimo minuto Ilari riesce a tenere una palla che sembrava fuori appoggiando per Rapisarda, che corre metà campo seminando quattro giocatori vicentini; Stanco riceve palla in verticale e guadagna l’angolo trasformato in rete proprio da Rapisarda (assist) e Ilari (gol).

Lo splendido gol di Ilari parte da qui

Il gol cambia completamente l’inerzia della gara, e nei cinque minuti prima dell’intervallo – paradossalmente – a spaventarsi sono i vicentini, che si trovano schiacciati tra la spinta dei rossoblu in campo e quella dei tifosi alle loro spalle. Il ritorno negli spogliatoi – che dovrebbe dare alla squadra il tempo di risistemarsi – finisce per essere deleterio.

Il secondo tempo

Al ritorno in campo i rossoblu provano a imporre lo stesso ritmo del primo tempo, cercando di recuperare palla con i movimenti in pressione alternati dai quattro centrocampisti. Una scelta deleteria, perché il Vicenza – sfruttando la superiorità tecnica e numerica in mezzo al campo – inizia a occupare efficacemente gli spazi sugli esterni e alle spalle dei due mediani, togliendo riferimenti grazie ai continui scambi tra le due mezzali e i tre giocatori offensivi.

Il movimento incrociato delle due mezzali apre una voragine per Giacomelli, che può ricevere, girarsi e puntare la difesa palla al piede

Il Vicenza inizia a mettere in seria difficoltà la difesa, e al 54esimo minuto arriva il raddoppio. Ancora una volta, parte tutto da un calcio d’angolo: Gelonese non riesce a liberare la prima respinta corta, i vicentini recuperano palla e servono Giacomelli sul lato corto dell’area di rigore. Il cross in area raggiunge Nicolò Bianchi, che colpisce male, ma grazie al rimbalzo riesce a beffare Sala.

I rossoblu non mollano. Nei minuti successivi – non senza difficoltà – la squadra di Roselli riesce a risalire il campo, e intorno all’ora di gioco riesce anche a minacciare la porta di Grandi. Stavolta la magia non riesce: Gelonese e Stanco non riescono a trovare il gol, e pochi minuti dopo – su un altro calcio piazzato – il Vicenza trova il 3 a 1. Rimessa veloce per Curcio, cross in mezzo e gran destro al volo di Bianchi, che stavolta colpisce benissimo.

Il gol è una pietra tombale sulla partita. Negli ultimi venti minuti il Vicenza gioca come il gatto col topo, aspettando le uscite dei rossoblu per poi sfruttare gli spazi in contropiede. All’82esimo Zarpellon sfonda sulla fascia e serve in mezzo per Bovo, che fa il poker con un gran destro sotto all’incrocio.

Razionalizzare la sconfitta

L’1 a 4 finale rappresenta la peggiore sconfitta in casa dai tempi della Serie D, quando il Matelica di Esposito fece a fettine una Sambenedettese molto più confusa e sconclusionata di questa. Nonostante l’uomo in meno la squadra di Roselli ha fatto la sua partita, tenendo testa nel primo tempo e giocando con generosità nel secondo. Forse troppa, perché nella ripresa i rossoblu hanno finito per mostrare il fianco ad un avversario con più qualità e risorse.

Nel post partita molti hanno rimproverato l’atteggiamento di Roselli, al quale – dopo tante settimane in cui si è chiesto di attaccare – è stato rimproverato di non aver difeso abbastanza. Paradossi del senno di poi. Quella di domenica è stata una partita di episodi: quelli che hanno segnato la partita nel primo tempo e che l’hanno chiusa nel secondo. I rossoblu hanno giocato complessivamente peggio, ma la sconfitta si è consumata su una rimessa laterale e due calci d’angolo – situazioni in cui freschezza e qualità tecnica hanno pesato tantissimo.

La sconfitta col Vicenza ha rimarcato ancora una volta le difficoltà dei rossoblu, costretti a fare compromessi con le difficoltà di una rosa corta e con poche alternative. Nelle prossime settimane la squadra di Roselli è attesa da Feralpisalò e Triestina, due squadre di alto livello che metteranno a dura prova l’attuale decimo posto. Confermarsi in zona playoff non sarà semplice, ma neanche impossibile.

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