La squadra di Magi torna alla vittoria, confermando le buone cose fatte vedere nelle ultime partite. L’analisi tattica di Samb-Albinoleffe
Nel post partita i più maligni hanno chiesto a Magi da quanto tempo aspettasse la vittoria, vista il lungo digiuno vissuto questa stagione. Effettivamente, il tecnico rossoblu non vinceva una partita di campionato dal 4 ottobre 2017, quando il suo Bassano batté la Fermana guadagnando il primo posto in classifica. Un sogno breve e sfortunato, concluso due mesi dopo con la sconfitta di Gubbio, la sua Gubbio, dopo averne perse altre cinque in nove partite.
Sembrano passate ere geologiche, anche perché nel frattempo il Bassano è scomparso, vittima delle strane alchimie di Renzo Rosso, e Magi – dopo essere stato corteggiato, ingaggiato, esonerato – passa già al secondo giro della giostra rossoblu. Nonostante il pessimo ricordo di questo inizio di stagione il tecnico è tornato a San Benedetto con più fiducia in se stesso di quanta gliene dessero gli altri, cercando di rivitalizzare una storia – sua e della squadra – che sembrava già al capolinea.
Le conferme di Magi, le sorprese di Marcolini
Dopo i buoni segnali visti con la Virtus Verona, rovinati da un secondo tempo desolante, e la gagliarda partita di Bolzano, rovinata dalla sconfitta, i rossoblu si sono trovati di fronte l’Albinoleffe di Marcolini, una squadra molto più pericolosa e in forma di quanto suggerisse la classifica.
Nonostante le urgenze Magi ha deciso di confermare l’assetto della squadra, cambiando il minimo indispensabile (che nel caso della Sambendettese significa cambiare almeno tre ruoli). Con la squalifica di Celjak Magi ha spostato Biondi terzo a destra, inserito D’Ignazio sulla fascia e arretrato Fissore come terzo a sinistra. Per il resto, tutto uguale, compreso il modulo: 3-4-1-2.
Molte conferme per la Samb di Magi, diversi cambi per l’Albinoleffe di Marcolini
Dall’altra parte Marcolini si è trovato di fronte scelte più complicate, complice le contemporanee assenze di Agnello, Giorgione e Genevier. Anche per questo motivo il tecnico ha deciso di invertire il triangolo di centrocampo, alzando Sbaffo sulla trequarti, e abbassando Romizi e Nichetti sulla mediana. Un cambio “minimo” ma decisivo, che ha permesso all’Albinoleffe di avere vantaggi strategici in entrambe le fasi, e ha costretto i rossoblu a rincorrere.
Il primo vantaggio dei seriani sta nelle posizioni intermedie di Kouko e Sbaffo, che in fase di possesso si spostavano alle spalle e ai lati dei due mediani avversari, garantendo una soluzione in verticale a Nichetti e Romizi. La prima occasione della gara arriva proprio su una palla ricevuta sulla trequarti da Kouko (bel sinistro a giro, parato da Sala), tra i più attivi a inizio partita.
Sbaffo e Kouko si muovono sulla trequarti, aprendo la possibilità per la giocata in verticale di Romizi
All’inizio è l’Albinoleffe a fare la gara, sfruttando al meglio i movimenti di Cori e la posizione alta e larga dei due esterni. Il centravanti seriano è il regista oscuro della manovra offensiva, allungando la squadra di alcune fasi e permettendole di accorciare in avanti sui palloni lunghi. Non a caso, la migliore occasione dell’Albinoleffe arriva da una sua spizzata per la corsa di Kouko, che a tu per tu col portiere angola troppo il tiro.
Le contromisure della Samb alla pressione dell’Albinoleffe
Dal canto suo, la squadra di Magi inizia con diverse difficoltà, complice l’ottima fase di pressione dell’Albinoleffe. Ancora una volta la chiave tattica è la posizione di Sbaffo, che partendo da posizione centrale dava i tempi di pressione ai due attaccanti, marcando il primo centrocampista o alzando la pressione fino alla zona di Miceli.
I due attaccanti partivano invece da posizioni più laterali, cercando di schermare la trasmissione tra gli altri due centrali e i mediani. Cori stava a destra, in disturbo sulla catena Fissore-Gelonese; Kouko a sinistra, tra Biondi e Rocchi; alle loro spalle, Romizi e Nichetti coprivano in seconda battuta.
La fase di pressione dell’Albinoleffe, che cerca di coprire la trasmissione dai centrali ai mediani
La mossa rallenta la fase di costruzione dei rossoblu, costringendoli far uscire palla sulle due fasce laterali, dove Rapisarda e D’Ignazio erano molto limitati dalla pressione di Gonzi e Gusu. La Samb non rinuncia a tenere palla, ma per un bel pezzo del primo tempo le uniche soluzioni sono i lanci in verticale verso Stanco, appoggiato da Ilari.
Dopo il primo quarto d’ora Magi decide di cambiare atteggiamento, spostando il baricentro in avanti. Ilari si avvicina di più a Stanco, ad occupazione del centro, Rapisarda si alza molto sulla destra e Russotto si allarga sulla fascia sinistra. La Samb inizia ad occupare meglio il campo, togliendo subito molta pressione alla linea difensiva.
Gli episodi rompono l’equilibrio
Nella fase centrale del primo tempo la partita inizia ad equilibrarsi, e le due squadre iniziano ad avvicinarsi alla porta solo su calcio piazzato, senza grandi pericoli. La gara cambia solo al 39esimo, quando la Sambenedettese – al primo vero affondo della gara – pesca il coniglio dal cilindro: bel cross di Rocchi verso il secondo palo e gran colpo di testa di Stanco, che al primo tocco in area segna l’1 a 0.
Nella ripresa la partita sembra offrire lo stesso equilibrio del primo tempo, ma ancora una volta i primi affondi della Samb sono quelli decisivi. Stavolta non si tratta di un episodio, ma dei due minuti di fuoco di Andrea Russotto, che tiene l’Albinoleffe in ostaggio sulla sua fascia sinistra. Il fantasista rossoblu prova e favorisce l’affondo due volte, e alla terza guadagna (e realizza) il rigore del raddoppio.
Il colpo è durissimo, per l’Albinoleffe, che cinque minuti dopo – su un rilancio di Biondi, in anticipo su Cori – lascia un buco enorme per Stanco, fortunato sul buco di Gavazzi e fenomenale nel colpire col mancino coprendo l’intervento di Riva.
Finale in discesa
L’Albinoleffe prova subito la reazione, e due minuti dopo sfiora l’1 a 3 con Kouko, che spreca una grande occasione ipnotizzato da un Sala freddissimo. È il canto del cigno dell’Albinoleffe, sciupona e sfortunata, che nell’ultima mezz’ora ci prova con poca convinzione, ben coperta da una Sambenedettese che già al 67esimo passa al 3-5-2 (dentro Bove e Signori, fuori Rocchi e Ilari), cristallizzando una soluzione difensiva che si era già vista nel primo tempo con gli abbassamenti di Ilari.
Nel finale la Sambenedettese può prendersi il lusso di amministrare, dando la gioia dell’esordio a Panaioli (entrato al 90esimo) e un buon quarto d’ora di gioco a Di Massimo e Calderini. Il 3 a 0 finale mette un punto esclamativo sulla “prima” vittoria di Magi (che aveva vinto anche in Coppa Italia, contro la Sanremese) e il “primo” gol di Russotto (che aveva già segnato contro il Fano in coppa), regalando alla Sambenedettese la prima vittoria con tre gol di scarto dai tempi di Samb-Fermana 3-0, giocata il 29 dicembre 2017.
Quella squadra si era appena guadagnata il secondo posto davanti 5 mila tifosi, al termine di una cavalcata incredibile. Ancora una volta, sembrano passate ere geologiche. E in questo caso ce le sentiamo tutte.