Cesena-Samb, le cose giuste al momento giusto

Cesena-Samb 1-3

Gli uomini di Montero sbancano il Manuzzi con una partita fatta di cinismo, intelligenza e un po’ fortuna. L’analisi tattica di Cesena-Samb


Poco più di una settimana fa Montero diceva che la Sambenedettese aveva affrontato tutte le sue avversarie al momento giusto. Effettivamente, l’inizio di campionato della Samb è sembrato il frutto di un’agenzia viaggi: dopo il tour delle Marche, con le trasferte di Fano, Pesaro e Fermo − partite complicate ma non troppo, utili a registrare la squadra − i rossoblu hanno iniziato quello dell’Emilia Romagna, affrontando una serie di avversarie in difficoltà crescente: Modena, Ravenna, Piacenza.

Le tre partite hanno segnato il primo grande slancio della Samb, che ha messo insieme 7 punti su 9, raggiungendo un grado sempre maggiore di fiducia e consapevolezza. Nel momento forse migliore della squadra è arrivata la trasferta di Cesena, contro un avversario poco in forma, ma storicamente temibile: nei 20 incontri precedenti la Sambenedettese aveva vinto solo 3 volte, sempre in casa, e non faceva punti in Romagna da 40 anni.

Le conferme della Samb

Altro calcio, altri tempi. Nel frattempo le cose sono molto cambiate, per il fallimento dei cesenati e per la crescita dei sambenedettesi, che negli ultimi anni hanno consolidato le loro radici nella Serie C. Anche per questo motivo, la partita del Manuzzi offriva delle prospettive ribaltate: da una parte le incognite di un Cesena talentuoso ma inesperto, schiava dei suoi alti e bassi; dall’altra le certezze della Sambenedettese, che oltre al buon momento poteva contare sull’esperienza dei suoi giocatori più rappresentativi.

Non a caso nella formazione iniziale è stato il Cesena ad adattarsi alla Samb, e non viceversa: mentre Montero conferma in blocco l’undici della scorsa settimana Modesto mischia un po’ le carte, riportando Butic al centro dell’attacco e alzando Ciofi sulla fascia destra, con l’inserimento di Maddaloni nel terzetto difensivo. Una scelta abbastanza prudente, che lo stesso tecnico giustificherà con l’intenzione di dare più copertura sulla catena sinistra dei rossoblu.

Cesena-Samb

La buona partenza dei cesenati

Inizialmente le premure di Modesto si rivelano poco necessarie, anche perché i padroni di casa hanno iniziano la gara nel modo migliore, prendendo subito il pallino della partita. Il 3-4-3 dei cesenati è quello che ci si aspettava, ovvero una squadra aperta e organizzata, che ha provato a imporsi sulla gara con un atteggiamento intraprendente ed aggressivo.

Col senno di poi può sembrare strano, ma nei primi quindici minuti la squadra di Modesto è padrona del campo, controllato grazie a una pressione molto alta, che partiva già dai giocatori offensivi. Ad inizio azione Zecca, Butic e Borello si orientavano su Miceli, Angiulli e Di Pasquale, schermando la prima costruzione e impedendo la trasmissione verso Rocchi e Frediani, che a loro volta venivano seguiti da Valencia e Franco.

Il pressing iniziale del Cesena, con i tre attaccanti orientati a uomo sulla prima costruzione dei rossoblu

Alle loro spalle stavano i tre centrali, affiancati spesso dai due laterali di centrocampo, che restavano bassi per coprire i due esterni e dare supporto alla linea difensiva.

Così bloccata la retroguardia sambenedettese era costretta a tornare da Santurro, anche lui pressato e spesso troppo frettoloso nel cercare il lancio lungo. I tentativi del portiere erano giustificati dalla presenza di Volpicelli e Cernigoi, temibili nel gioco aereo, ma i due sono stati costretti a giocare marcati e con le spalle alla porta, in posizioni che li hanno resi inefficaci per tutto l’inizio della partita.

Per diversi minuti i rossoblu fanno fatica a uscire dalla metà campo, affidandosi essenzialmente alle conduzioni di Gemignani e Rapisarda. Ne consegue che i cesenati prendono campo, mettendo le tende nella metà campo dei rossoblu. Fondamentalmente, il Cesena aveva impostato la gara con l’intenzione di lavorare ai fianchi della Sambenedettese, aprendo il campo in ampiezza per poi sfruttare eventuali isolamenti sulla fascia, o creare situazioni di superiorità al limite dell’area di rigore.

Per coprire le due fasce Montero aveva chiesto ai due esterni di difendere in linea coi mediani, con il solo Rocchi ad alzare la pressione al fianco di Cernigoi. Questa scelta lasciava inevitabilmente qualche spazio in zona centrale, in particolare sui tagli di Zecca e Borello, che spesso mettevano in inferiorità numerica il centrocampo rossoblu.

Nella prima parte della gara i cesenati hanno cercato e spesso trovato spazi alle spalle della mediana sambenedettese, soprattutto a destra, dove Ciofi e Borello si alternavano nei movimenti ad allungare in fascia e tagliare verso il centro del campo, in modo da tenere basso Gemignani e ricevere senza pressione.

L’idea di Montero era quella di fare uscire alto il centrale, in questo caso Di Pasquale, ma in diverse occasioni gli spazi troppo ampi tra le linee hanno spinto il numero 23 a temporeggiare e andare in seconda battuta. In queste situazioni Borello aveva la possibilità di ricevere, girarsi e cambiare il gioco verso l’altra fascia, dove Giraudo poteva cercare l’uno contro uno in isolamento. La prima occasione della partita arriva proprio sui piedi del terzino cesenate, che al 4′ cerca un tiro-cross molto pericoloso dall’interno dell’area di rigore.

La reazione della Sambenedettese

Come detto, nei primi 15 minuti il Cesena è padrone del campo, ma alla lunga finisce per appiattirsi sulle giocate di Giraudo e Borello, risultando troppo prevedibile. Dal canto suo la Samb rischia poco o nulla: dopo i primi minuti di assestamento Miceli e Di Pasquale ritrovano le distanze, bloccando efficacemente sia le percussioni di Borello che gli uno contro uno cercati da Zecca e Butic. Stesso discorso sulla fascia, dove Rapisarda trova un alleato fondamentale in Rocchi, fondamentale nel ricucire gli strappi alle spalle e ai lati della mediana rossoblu.

Dopo i primi venti minuti l’impatto dei cesenati cala, e i rossoblu riescono a gestire meglio il possesso, alzando gradualmente il baricentro. Nella fase centrale del primo tempo viene fuori la maggiore malizia della Sambenedettese, brava a sfruttare tutte le prime occasioni della sua partita.

Al 23esimo Di Pasquale riceve un appoggio centrale da Rapisarda, e trovandosi spazio davanti decide di tentare la percussione in zona centrale, approfittando dell’indecisione dei cesenati per portare la palla fino al limite dell’area di rigore. Da quell’azione i rossoblu guadagnano il corner che cambia la partita.

Ancora una volta sono decisivi i calci piazzati:  l’uno a zero di Rapisarda arriva su un corner di Di Massimo, e pochi minuti dopo, sugli sviluppi di una rimessa laterale, i rossoblu segnano il raddoppio. Frediani riceve sulla trequarti sinistra, rientra sul piede forte e crossa sul lato opposto per Volpicelli: l’esterno viene anticipato da Giraudo, ma sulla ribattuta Angiulli infila in porta.

I due gol in cinque minuti stordiscono i cesenati, che nel finale del primo tempo si sbilanciano in avanti lasciando molti spazi alla Sambenedettese, che ha un buon gioco a difendersi bassa e compatta, aspettare l’ennesimo cross in mezzo e ripartire a campo aperto. Negli ultimi quindici minuti il Cesena porta più volte cinque o sei giocatori al limite dell’area, ma la Samb rischia molto poco e trova anche lo spazio per provare un paio di volte l’affondo.

I cambi della ripresa

Nel Modesto decide di aumentare subito il peso offensivo della squadra, inserendo Zerbin a posto di Maddaloni, con Cofi terzo a destra e Zecca laterale di centrocampo, per un 3-4-3 molto più offensivo. L’ingresso del giocatore di proprietà del Napoli regala ai cesenati gli strappi che nel primo tempo sono molto mancati: la squadra di Modesto alza molti giocatori sulla linea della palla e inizia a giocare in modo più diretto, sfruttando le catene laterali per servire i tagli verso il centro di Borello e Zerbin.

La squadra di Montero, confortata dai due gol di vantaggio, decide di aspettare gli avversari difendendo bassa e compatta, con l’obiettivo di sfruttare gli spazi in contropiede. Un’idea fondamentalmente giusta, che però apre a qualche rischio in transizione. Su un contropiede sbagliato arriva il primo grande rischio della ripresa: Sabato recupera palla e lancia per Zerbin, che taglia dentro e fa partire la mischia che porta al palo di Butic.

Lo spavento accelera i cambi di Montero, che pochi minuti dopo sostituisce Di Massimo con Gelonese, alza Frediani sulla fascia e porta Rocchi sulla mezzala sinistra. Nonostante gli aggiustamenti le cose precipitano abbastanza velocemente, perché al 62esimo minuto − poco dopo un contropiede sciupato da Frediani −  i rossoblu subiscono il gol dell’uno a due da Borello, servito in mezzo dopo il grande affondo di Zerbin sulla fascia sinistra.

Cuore caldo e sangue freddo

Il 2 a 1 mette grande pressione ai rossoblu, schiacciati tra la spinta dei cesenati in campo e quella dei tifosi alle loro spalle. Nel momento più complicato i rossoblu, per citare Montero, mantengono il cuore caldo e il sangue freddo, si difendono con efficacia e fanno raffreddare la pressione dei cesenati, tenendoli lontani dall’area di rigore.

Nella fase centrale della ripresa il Cesena spinge senza trovare spazi, e alla lunga finisce per fare il gioco dei rossoblu, che fanno scorrere il cronometro in paziente attesa del momento giusto. Questo arriva allo scoccare dell’ultimo quarto d’ora, quando il contropiede di Frediani porta i rossoblu a guadagnare una preziosa punizione in zona d’attacco. Sui sviluppi di quel piazzato i rossoblu sfiorano il gol con Cernigoi, prima, e guadagnano la punizione del 3 a 1 poi. A battere è ancora una volta Frediani, che pesca la testata vincente di Miceli.

Il gol mette in sicurezza la partita dei sambenedettesi, che nel finale vengono salvati un’altra volta da un legno, quello colpito da Ciofi sulla punizione di De Feudis. Negli ultimi minuti Montero passa alla difesa a cinque, come col Piacenza, giusto in tempo per finire i cambi prima della sciocca espulsione di Santurro, che costringe i rossoblu a giocare i minuti di recupero in dieci e con Cernigoi in porta. Nonostante tutto, i rossoblu arrivano al fischio finale indenni, facendo esplodere i mille rossoblu del Manuzzi.

Quali prospettive?

Il 3 a 1 finale lancia i rossoblu al terzo posto, a -4 dal Padova, dando una prospettiva completamente diversa al campionato dei rossoblu. Dopo una vittoria del genere è difficile tenere a bada l’entusiasmo, e non è un caso che molti abbiano già dimenticato la gara di coppa con la Fermana, una partita in cui la mediocre prestazione delle seconde linee avevano spinto molti a preconizzare un campionato di metà classifica.

La verità è probabilmente in mezzo. A Cesena i rossoblu hanno dato un’altra prova di forza, ma nonostante la brillantezza delle ultime settimane la squadra di Montero non sembra avere ancora le risorse per affrontare un campionato ai vertici. Ad oggi la Samb è una delle migliori sorprese del campionato, ma la sua misura si vedrà nei prossimi mesi, quando le partite si accumuleranno, i campi si faranno più pesanti e inesorabilmente arriveranno altri infortuni e squalifiche.

In questo momento la scelta più saggia è quella di godersi il grande momento della squadra, senza imporle limiti né obiettivi, e sperando di guastare la festa a più avversarie possibili.

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