Samb-Piacenza, la vittoria più bella nella partita più difficile

Samb-Piacenza

I rossoblu hanno giocato una grande gara, uscendo vittoriosi da una sfida tiratissima. L’analisi tattica di Samb-Piacenza


In questo inizio di campionato il pur buon cammino dei rossoblu era stato accompagnato da una piccola inquietudine di fondo. La squadra di Montero ha messo in fila diverse prestazioni tra il buono e l’ottimo, ma il livello tecnico di alcune avversarie (e lo stato di forma di altre) avevano lasciato molti nel timore che un’altra Vis Pesaro buttasse tutti giù per terra.

Dopo la vittoria di Ravenna, troppo bella e forse troppo facile, i rossoblu si trovavano di fronte ad un avversario tutt’altro che agevole, il Piacenza di Franzini. La squadra biancorossa arrivava al Riviera con un ottimo slancio, regalato dalle vittorie con Ravenna e Carpi e il ritorno al 3-5-2. Nel corso della settimana la dirigenza biancorossa aveva anche risolto le grane intrasocietarie, facendo rientrare le dimissioni di Gatti e rimettendo a disposizione della squadra Daniele Cacia.

Nonostante il suo ritorno Franzini ha confermato la coppia composta da Paponi e Sestu, con l’ex Ascoli in panchina. Per il resto l’unica sorpresa è l’inserimento di Corradi, preferito a Cattaneo per il ruolo di mezzala sinistra. Dall’altra parte Montero ha confermato la squadra ipotizzata alla vigilia, con Volpicelli esterno d’attacco e Di Pasquale come centrale di sinistra.

Samb-Piacenza

Nella conferenza prima della gara Montero aveva messo l’accento sulla pericolosità degli avversari, una squadraccia “in senso buono”, che sa sempre come affrontare le partite. Nelle ultime settimane il Piacenza si era dimostrata una squadra pericolosissima in transizione, ma per la sfida del Riviera Franzini ha deciso di giocarsela in modo più intraprendente, chiedendo ai suoi un approccio più aggressivo.

Il pressing del Piacenza

I biancorossi hanno impostato una pressione molto alta sul primo possesso della Sambenedettese, coi due attaccanti che si dividevano la pressione tra Angiulli e i due centrali, e le mezzali pronte ad avanzare per togliere tempo e spazio sulla ricezione del terzino. Alle loro spalle gli altri due centrocampisti erano pronti ad accorciare sul lato palla, e quando un centrocampista sambenedettese arretrava verso la palla non esitavano a seguirlo.

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Paponi e Sestu vanno su Angiulli e Di Pasquale, mentre Corradi esce su Rapisarda; Rocchi accorcia dietro per ricevere, ma viene inseguito da Marotta

In queste situazioni i piacentini si trovavano con un solo centrocampista a copertura della metà campo, la mezzala sul lato debole, che doveva essere la prima ad allargarsi nel caso in cui la Samb fosse riuscita a cambiare il fronte offensivo. In questi casi dava copertura Della Latta (il terzo centrale a destra), che si alzava sulla metà campo per dare ulteriore copertura.

Nel caso la Sambenedettese riuscisse a risalire il campo, o cercasse direttamente uno dei due esterni, i piacentini potevano contare sulla copertura di Zeppella e Imperiale, che marcavano a uomo Di Massimo e Volpicelli, in modo da non concedere alcuno spazio alle spalle o ai lati del terzetto difensivo.

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L’immagine di prima più ampia: si possono notare le marcature a uomo di Zeppella e Imperiale, e l’avanzamento di Della Latta per dare copertura

Il dominio del Piacenza nella prima parte di gara parte proprio dalla grande organizzazione in fase difensiva: la squadra di Franzini gioca con grandissima intensità, accorcia puntualmente in zona palla e dà pochissimo respiro agli avversari, costretti a uscite palle sempre più lente e laboriose. Gli uomini di Montero, dal canto loro, hanno il merito di non perdere la calma, limitando al minimo gli errori, ma quando era il momento di verticalizzare trovavano sempre la copertura degli ospiti, che potevano recuperare palla e ripartire.

Il buon inizio del Piacenza 

Il Piacenza ha due opportunità a inizio gara, quando cerca l’affondo con Zeppella e Sestu, ma col passare dei minuti viene fuori la buona preparazione preparazione della Samb, che rispetto alla prime giornate dimostra di poter difendere le transizioni negative con più organizzazione e malizia.

La squadra di Franzini decide quindi di ragionare un po’ di più con la palla, cercando di portare più giocatori sulla linea offensiva. I rossoblu si difendono con un 4-5-1 abbastanza ordinato, con Volpicelli e Di Massimo in linea coi mediani, per poi cercare – a turno – la pressione individuale sul pallone.

La scelta è efficace fino a un certo punto, perché quando le uscite arrivano in ritardo il Piacenza ha lo spazio per  cercare Corradi e Nicco alle spalle della linea mediana. Nella fase centrale del primo tempo Marotta e compagni cercano più volte l’imbucata; al 26esimo minuto Corradi riesce a ricevere, scambia con Sestu e lancia per Imperiale, facendo partire l’azione che porta all’uno a zero.

Il ribaltone dei rossoblu

Il vantaggio cambia il volto della gara, perché il Piacenza abbassa il baricentro e la Sambenedettese prende subito l’iniziativa. La squadra di Franzini inizia a difendersi con un blocco corto e ordinato, per concedere meno spazio possibile alla Samb, costringerla a sbilanciarsi e sfruttare le transizioni offensive.

I rossoblu prendono gradualmente il campo, ma una volta arrivati la trequarti sono costretti a girare intorno all’area senza mai trovare lo spazio per l’affondo. La squadra di Montero ci prova in tutti i modi, prima tenendo i due esterni larghi sul campo e poi facendoli tagliare dentro, cercando spazio sulle catene laterali o filtranti alle spalle della linea difensiva. Il Piacenza si difende molto bene, e non è un caso che la prima grande occasione della Samb arrivi su un tiro da fuori di Gemignani, respinto da Del Favero.

Giusto una settimana fa, commentando la partita con il Ravenna, Montero aveva citato l’importanza dei calci piazzati, che statisticamente valgono quasi un terzo dei gol segnati a tutti i livelli. Alla vigilia della partita col Piacenza i rossoblu avevano segnato solo un gol su piazzato, a dirla larga, l’uno a zero contro il Ravenna, partito da una rimessa laterale a metà campo. Contro il Piacenza, nello spazio di 10 minuti tra primo e secondo tempo, i rossoblu ne segnano due consecutivi.

In entrambi i casi nasce tutto dal piede di Volpicelli, che disegna due traiettorie tagliate sul primo palo per la testa vincente di Cernigoi: la prima vale l’uno a uno a due minuti dall’intervallo, la seconda il raddoppio che capovolge la partita.

La reazione del Piacenza

Dopo lo svantaggio Franzini inserisce Bolis, Cattaneo e Cacia, con Sestu quinto di centrocampo in un 3-5-2 molto più offensivo. , e  mettendo grande pressione alla Sambenedettese, che nonostante le difficoltà non rinuncia ad attaccare, appoggiandosi alla qualità dei suoi giocatori offensivi. Per diversi minuti il Piacenza tiene il pallino del gioco, sfiorando il gol con Imperiale, ma alla fine hanno la meglio i rossoblu.

Al 66esimo minuto Gemignani recupera palla sulla sinistra, salta Sestu con un sombrero ed evita l’intervento di Della Latta danzando sulla linea di fondo, servendo con una suola in controbalzo Cernigoi; l’attaccante è in uno di quei giorni in cui metterebbe in porta anche uno scaldabagno, e infatti si arrampica sulla palla in qualche modo, e in qualche modo – dopo due o tre rimpalli – la palla entra in rete, regalando ai rossoblu il 3 a 1.

L’atteggiamento propositivo dei sambenedettesi è visto spesso e volentieri come un rischio, ma senza quell’atteggiamento Gemignani non si troverebbe mai così alto sulla fascia sinistra, pronto a pressare l’avversario nella sua trequarti invece di tornare indietro a coprire

La rete che dovrebbe essere della sicurezza trasforma la partita in un rodeo. Il Piacenza trova immediatamente il 2 a 3 con Paponi, servito da un calcio piazzato battuto da Cattaneo e rifinito da Cacia, e da lì inizia praticamente un’altra partita. La squadra di Franzini molla definitivamente gli ormeggi, mettendo grandissima pressione ai rossoblu, troppo stanchi per ripartire con la pericolosità di prima.

Nel giro di cinque minuti Cacia sfiora due volte il pareggio, trovando una grande risposta di Santurro e un salvataggio di Cernigoi sulla linea. Il finale di rossoblu è tutta sofferenza: nonostante l’ingresso di Gelonese per Volpicelli al 75esimo i padroni di casa trovano sempre più difficoltà a risalire e coprire il campo, convincendo Montero a giocargli ultimi minuti con la difesa a tre.

La Sambenedettese gioca gli ultimi minuti in apnea, con Biondi terzo centrale, Bove al fianco di Angiulli e Gelonese a centrocampo e Trillò alle spalle di Cernigoi in attacco. Il centravanti sambenedettese è l’unico reduce dei tre giocatori davanti, e nel secondo minuto di recupero – al termine di una grandissima azione personale – segna il quarto gol della sua gara, che decide definitivamente la partita.

Tirando le somme

Per come era iniziata la partita col Piacenza era tutt’altra che scontata, e per quanto c’è stato dentro la vittoria di domenica vale molto più dei tre punti in classifica. La Sambenedettese è ancora molto lontana dalle favorite del campionato: lo è per il budget, per la qualità media della squadra e per la profondità della panchina. Però ha dimostrato di poter competere sempre a testa alta, senza dover rinnegare i propri principi. La vera vittoria sta tutta qui.

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