Le parole di Montero alla vigilia di Padova-Samb, il primo turno dei playoff di Serie C
Dopo più di quattro mesi lontani dai campi i rossoblu tornano a giocare in coincidenza con la partita più importante della stagione. Il primo turno playoff contro il Padova è una piccola porta aperta verso la coda del campionato, che potrebbe aprire scenari importanti o chiudersi subito.
La principale incognita sta nella preparazione della gara, data la scarsità del tempo a disposizione. I rossoblu hanno avuto solo due settimane per prepararsi, ma Montero resta positivo. L’inizio degli altri campionati ha dato la possibilità di fare un riflessione generale, e dare le giuste priorità nella preparazione:
«Ho guardato le partite del calcio tedesco, italiano, inglese e spagnolo, e ho avuto l’impressione che i giocatori, a livello mentale, fossero un po’ frenati. È normale, perché per questa pandemia siamo stati sessanta-settanta giorni seduti. Non sono i soliti venticinque giorni di pausa estiva − in cui magari fai una passeggiata, vai in bicicletta, giochi a tennis o beach volley − ma una “vacanza” forzata: se non avevi un giardino o un balcone grosso eri costretto a stare seduto in casa.
A Coverciano, dove sto facendo il corso, abbiamo parlato con cinque preparatori, e ci hanno detto tutti la stessa cosa: il problema principale non è stato nella perdita di forza fisica, ma nelle articolazioni. Per questo motivo ho chiesto allo staff di curare in particolare questo aspetto. Noi abbiamo avuto solo quindici giorni per preparaci, in Serie A hanno avuto sei-sette settimane, quindi qualcosa cambia».
Le possibilità della Samb
Nonostante le difficoltà, il tecnico resta positivo delle armi a sua disposizione: «I ragazzi sono molto motivati, vogliamo sfruttare il regalo fattoci dal presidente. Noi siamo una squadra che può tenere il pallone, ma può anche fare un gioco diretto. Abbiamo delle punte come Cernigoi e Grandolfo − che possono giocare in appoggio, ma anche cercare la profondità − e delle ali che uniscono velocità e bravura nell’uno contro uno. Abbiamo qualità, ci sono giocatori che possono deciderla in ogni momento.».
A livello tattico ci saranno poche sorprese: «L’abbiamo preparata come le altre, con una maggiore cautela sul modo in cui andremo a pressare. Sarà una partita chiusa, sicuramente, ma basta un calcio piazzato per cambiare le cose: bisogna essere attenti ma anche fiduciosi. Abbiamo preparato il 4-3-3, è quello in cui i ragazzi si trovano meglio, ci sono catene di gioco ormai consolidate su cui faremo affidamento».
Di fronte i rossoblu troveranno una squadra di grande livello, reduce da un campionato complicato: «Il Padova ha grande esperienza e tanti giocatori importanti, ha investito molto e sicuramente sperava di andare più in alto. Si tratta di una squadra con grande fisicità, forte sia a campo aperto che sulle seconde palle. Noi la stiamo preparando in un certo modo, non dimentichiamoci che quando siamo andati a Padova − nonostante mancassero diversi giocatori − abbiamo fatto una grande partita, perdendo solo negli ultimi minuti. Domani ce la giochiamo con tutti i giocatori a disposizione».
Stavolta ai rossoblu non basterà il pari, perché il Padova avrà a disposizione due risultati su tre. Montero non fa drammi: «Avere più risultati a favore è un vantaggio per la squadra, ma l’obbligo di vincere ci darà una spinta in più. Nel corso del campionato abbiamo dimostrato di saper tenere una certa mentalità, anche quando abbiamo perso. Mi auguro di fare le stesse prestazioni prima della pandemia, in cui non abbiamo fatto passare le avversarie oltre al centrocampo, a dispetto delle sconfitte. Per me in una partita secca sono importantissimi gli stimoli e le motivazioni: partite così si vincono con la testa».
Il rapporto col presidente e il futuro del tecnico
Nel corso dell’intervista il tecnico ha parlato anche del suo rapporto col nuovo presidente, Domenico Serafino: «Mi ha fatto una bella impressione, e finora tutto quello che ha detto l’ha anche fatto, regalando a me e ai giocatori la possibilità di giocarci questa partita. Ci sono tanti ragazzi in scadenza di contratto, e questa è una grande chance per guadagnarsi il rinnovo o l’interesse di altre squadre. Dobbiamo solo ringraziarlo per quanto fatto nelle ultime settimane».
In conclusione, l’allenatore rossoblu è intervenuto anche sulle voci che parlano di un suo possibile approdo a Brescia già dalla prossima stagione: «Con Diego Lopez [l’attuale allenatore, ndr] ho giocato dieci anni in nazionale. Se il Brescia dovesse chiamarmi la prima cosa che farei è chiamare lui. In molti mi chiedono di questa trattativa, ma per me è come se andassi all’Ascoli. Io ho giocato quattro anni all’Atalanta, come faccio ad andare al Brescia? In ogni caso, per ora non mi ha chiamato nessuno, ho parlato solo col presidente Serafino e siamo entrambi concentrati sui playoff».