La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero, in collaborazione con l’Antico Caffè Soriano. Puntata post Carpi-Samb
I rossoblu erano arrivati all’esordio in campionato con tante grandi aspettative, ma la partita di Carpi è stata confusa e fallimentare come il gioco finale di Takeshi’s Castle, quando tutti i partecipanti salivano su delle macchinette e sparavano con le pistolette d’acqua per fare l’assalto al fortino. Dopo la gara Montero ha parlato di burbujas, bolle di sapone, per spiegare le aspettative intorno alla squadra, ma a qualche giorno di distanza la sensazione dominante è stata quella di un buco nell’acqua. Dopo un’estate passata a rispolverare le bandiere i tifosi hanno ricominciato a preparare le sedie per il processo di Norimberga.
Michele Palmiero: Calma, calma, calma. Non può esserci così tanta sfiducia dopo una partita di campionato. La Samb a Carpi ha giocato male e meritato di perdere, ma 90 minuti non sono abbastanza per dare indicazioni di nessun tipo. Ci sono talmente tante variabili − l’espulsione per un fallo dubbio, le tante assenze, la condizione fisica − da rendere impossibile qualsiasi analisi definitiva. Quando leggo che la Samb è irriconoscibile, poi, mi viene da ridere: è una squadra completamente nuova, cosa vuoi riconoscere dopo una partita fantasma di Coppa Italia e una trasferta in campionato?
Angelo A Pisani: Il problema è che molti hanno messo questa prestazione sull’onda lunga dei primi mesi del 2020, quando non sembravamo più in grado di vincere una partita. Stessa sensazione di impotenza, stessa impressione di ingenuità mista a sfiga. Però questa è una squadra diversa, in un momento diverso, con tutto un campionato ancora da giocare. Finora abbiamo visto poco e nulla di questa squadra, l’unica base di discussione sono i 23 minuti giocati prima dell’espulsione a Carpi: direi poco. A me restano i dubbi sul livello attuale della rosa, e l’ho ripetuto più volte, ma sono più le incognite che i giudizi negativi. Alla fine il discorso è semplice: si può giudicare una squadra dopo una partita giocata 70 minuti con l’uomo in meno? Per me no.
Michele: L’episodio dell’espulsione è stato decisivo, ma va detto che il Carpi aveva approcciato decisamente meglio la gara e dava l’impressione di stare meglio, fisicamente e tatticamente. Devo essere sincero: gli emiliani mi hanno sorpreso tantissimo per la qualità messa in campo, nonostante i nomi di certo non altisonanti. Per quanto abbia poca stima di un allenatore come Pochesci, ho visto una squadra con idee chiare e buone individualità, in particolare Bellini e Maurizi. Detto ciò, sono convinto che sarebbe stata tutt’altra gara con i nostri al completo.
Angelo A: Ci sono tanti giocatori interessanti, ma secondo me il giocatore fondamentale del Carpi, quello che più di altri ha segnato la differenza tra le due squadre, è stato Lamine Fofana. Un’azione su tutte: la grandissima palla per Carletti al 32esimo, nell’azione dell’uno a zero. E non dico solo il passaggio in sé, che pure sembrava calibrato col contagocce, ma per tutta l’azione: dalla pausa con cui ha aspettato il movimento giusto alla postura del corpo prima del passaggio − con il busto spostato verso l’esterno, per ingannare i difensori sulle sue intenzioni. Se ci fai caso, Enrici prima dell’assist si sposta verso sinistra, aspettandosi la palla verso la fascia, ed è lì che si perde Carletti. Possono sembrare dettagli insignificanti, ma sono i dettagli che fanno la differenza.
Se ripenso alla Samb di domenica la prima cosa che mi viene in mente è l’imprecisione: un po’ per il campo, un po’ per la fretta di giocare velocemente anziché costruire l’azione giusta. L’unico giocatore che riusciva a dare la pausa era Angiulli, che però è stato poco al centro del gioco, anche perché la palla passava quasi sempre dagli esterni. Se rivedi la partita troverai tanti errori non forzati e tanti cross inutili dalla trequarti, errori che vanno al di là della formazione o del modulo. Il problema è che senza uno come Botta manca proprio chi dia ritmo e qualità sulla trequarti, anche perché Angiulli non può fare tutto da solo.
Michele: Montero ha ricevuto tante critiche per la formazione, il 3-5-2, ma era difficile fare altro con tutte queste assenze. Il 4-3-1-2 era impraticabile: mancava Botta, ma soprattutto non c’erano De Ciancio e Mawuli a dare quantità in mezzo; per il 4-4-2 stesso discorso, perché mancavano i titolari sulle fasce: Bacio Terracino e Botta. Montero non aveva poi tante opzioni, soprattutto se voleva tenersi un altro cambio offensivo oltre a Lescano, che in questo caso era Chacon.
Angelo A: Io non ne farei una questione di modulo, anche perché la Samb cambiava assetto in base alla fase di gioco (per dirla in breve, giocavamo col 3-5-2 in fase di possesso e il 4-4-2 in fase di non possesso). Il problema, come hai detto tu, erano soprattutto le assenze. Nella squadra di domenica ci è mancato tantissimo Ruben Botta, o comunque un giocatore che facesse quel lavoro lì (ci ha provato Nocciolini, sbattendosi molto, ma con poco successo). Speriamo si faccia presto con il tesseramento.
Michele: Il dato che emerge da questa prima giornata è abbastanza chiaro: escluse Modena e Feralpisalò, tutte le squadre con ambizioni importanti hanno steccato. Uno dei motivi è senza dubbio legato alla preparazione, perché le big avranno bisogno di tempo per carburare. Ma io noto anche un’altra incognita importante, quella del fattore campo. Le partite a porte chiuse finiscono per penalizzare inevitabilmente le squadre che giocano in casa, specie se abituate all’apporto dei propri sostenitori come Samb, Perugia, Padova, Triestina.
Angelo A: A luglio il New York Times aveva pubblicato un articolo molto interessante in cui analizzavano i risultati di Bundesliga delle sei settimane dopo la chiusura. In quel (breve, per carità) campione la percentuale di vittorie in casa era scesa dal 43% al 33%. Che ci sia una differenza è innegabile, e sono d’accordo col fatto che peserà soprattutto per una squadra come la nostra, che negli anni traeva tantissima forza nel suo pubblico. Detto questo… va bene le altre, va bene le assenze, ma prima di metterci tra le big aspettiamo di vincere almeno una partita.
Michele: I primi novanta minuti non mi hanno fatto cambiare idea su chi lotterà per la vittoria finale. Secondo me la Samb è da inserire nella prima fascia insieme a Perugia (con tutte le incognite legate a una retrocessa dalla B che ha bisogno di rifondare la rosa) Triestina e soprattutto Padova. Un gradino sotto vedo la Feralpisalò e soprattutto il Modena, che non ha nascosto le proprie ambizioni e punta a chiudere il calciomercato da protagonista.
Angelo A: Negli ultimi anni il girone B è stato sempre molto complicato, quest’anno non sembra diverso. A quelle che hai citato aggiungo il Sudtirol, che ha tenuto tutti i titolari dello scorso anno (a parte Berardocco, che è andato a insegnare calcio a Castellammare), aggiungendo un ottimo giocatore come Raphael Odogwu. L’anno scorso hanno fatto un campionato un po’ pazzo, ma se trovano continuità non hanno molto da invidiare alle prime. Ecco, a proposito di pazzia: se vogliamo competere per vincere bisogna che tutto l’ambiente faccia un salto di qualità: se facciamo un dramma ad ogni risultato negativo a fine anno non ci si arriva.
Michele: Quest’anno mi sento fiducioso, almeno da parte della società. Ti dico una frase che fino a pochi mesi fa non mi sembrava possibile, specie dopo una sconfitta: ho molto apprezzato le dichiarazioni del presidente. Certo, il presidente è cambiato, ma la sorpresa resta: nessun allarmismo, nessuna isteria, nessun insulto ai tesserati o all’allenatore. Una società forte sa come e quando comunicare, e mette al primo posto la serenità del gruppo. Detto questo, la pazienza non sarà infinita: dopo un investimento del genere la proprietà si aspetta risultati importanti, e Montero sa benissimo che quest’anno l’obiettivo non è semplicemente entrare nei playoff.
Angelo A: La Samb è ancora un cantiere aperto, non è ancora il tempo delle valutazioni. Detto questo, ho saputo che già ci sono allenatori che si sono proposti. Tra gli applicanti pare ci sia pure un argentino.
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La copertina di Madou è ispirata a Takeshi’s Castle, il programma televisivo ideato da Takeshi Kitano. Meme di @apakakov. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. Intanto iscrivetevi al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!