Carpi-Samb e le bolle di sapone

Analisi tattica Carpi-Samb

L’errore difensivo al 23esimo è costato ai rossoblu un uomo e, di conseguenza, la partita. L’analisi tattica di Carpi-Samb


Se si esclude l’ambientazione − sugli spalti vuoti del Cabassi, all’aperto, con nubi oscure all’orizzonte − la conferenza stampa di Montero di ieri sera, dopo la sconfitta all’esordio con il Carpi, sembrava uscita da un video di qualche mese fa. Le stesse critiche al rendimento della squadra, all’atteggiamento tattico, al modo in cui si è persa la partita. La Sambenedettese aveva diverse giustificazioni, su tutte l’espulsione al 23esimo di D’Ambrosio, ma tanto è bastato per tornare allo stesso clima della scorsa stagione, quando il tecnico sembrava avere le valigie pronte e la squadra non sembrava averne più. Stampa e tifosi sono già partiti con i processi sommari, incolpando l’allenatore o i giocatori (spesso, entrambi), o accusando la terna arbitrale di aver voluto danneggiare i rossoblu.

È solo la prima giornata di campionato, ma per molti versi sembra già essere la resa dei conti: un po’ per l’andamento della gara, che tanto ha ricordato certe partite dello scorso anno, un po’ per le enormi aspettative che si erano montate sulla squadra rossoblu. Aspettative basate su alcuni grandi nomi e tanti nomi esotici, sugli investimenti, sulla ristrutturazione della dirigenza, ma poco o nulla di quanto visto in campo. Tolta qualche buona impressione nelle amichevoli, le poche che si potevano vedere, non c’era stato modo di valutare seriamente la squadra. Nella conferenza di ieri Montero ha parlato di “burbujas”, bolle di sapone, per rappresentare le aspettative createsi intorno a una squadra ancora incompleta, con diversi giocatori chiave assenti, e in piena preparazione “estiva”. La prima di campionato non ha fatto altro che far esplodere qualcosa che, di fatto, non c’è mai stato per davvero.

Come era stata impostata la partita

Le assenze di Mawuli, De Ciancio, Bacio Terracino e Botta hanno influenzato le scelte iniziali di Montero, che ha deciso di scendere in campo con un assetto particolare, ma meno sperimentale di quanto si sia detto nel post partita. In fase di non possesso la Samb partiva col solito 4-4-2, con Scrugli, Cristini, D’Ambrosio e Enrici in difesa, Masini, Angiulli, Rocchi e Liporace a centrocampo, Maxi Lopez e Nocciolini in attacco; in fase di costruzione, tuttavia, Scrugli si alzava sulla fascia, con Masini che si stringeva sulla mezzala, e gli altri tre difensori si disponevano a tre. Con Liporace largo sull’altra fascia e i due attaccanti vicini, la squadra era schierata col 3-5-2. Un assetto non molto diverso da quando già si vedeva nelle partite del precamponato, quando Angiulli arretrava in mezzo ai due centrali per permettere la salita dei terzini.

Ai tre in costruzione si aggiungeva spesso Angiulli, mentre la mezzala sul lato palla si allargava per dare un appoggio laterale, e l’altra restava centrale per offrire un’opzione tra le linee. Davanti i rossoblu formavano una linea da quattro, con i due esterni larghi e le due punte in posizione centrale. L’idea era sempre la stessa: occupare meglio possibile l’ampiezza del campo, in modo da allargare le maglie della difesa avversaria e servire in modo pulito le due punte. Il problema dei rossoblu non è stato molto diverso da quanto visto nell’amichevole contro la Roma, nell’amichevole più importante del precampionato: la circolazione della palla e la fase di pressione.

Come ha giocato la squadra

I rossoblu − poco aiutati dal campo, in alcuni punti ingiocabile − non sono riusciti a far girare velocemente la palla, e si sono trovati senza la possibilità di raggiungere le due punte in modo pulito; il possesso era costretto sulle fasce laterali, e quando Scrugli e Liporace arrivavano con la palla sulla trequarti la difesa del Carpi era già chiusa. Quando i rossoblu riuscivano a passare dal centro, raggiungendo le due punte, uscivano le cose migliori: la migliore occasione del primo tempo è arrivata al 21esimo minuto, quando la palla aveva viaggiato in verticale da Angiulli, a Masini, a Maxi Lopez, che aveva liberato la percussione di Rocchi e il filtrante verso Nocciolini.

Un’azione preparata e ben riuscita, ma anche l’unica del primo tempo. A dimostrazione che il problema dei rossoblu è sembrato più di prestazione che di impostazione

L’errore in rifinitura è stato fatale, per i rossoblu, che nell’azione successiva si sono trovati in dieci per l’azione di D’Ambrosio, che ha di fatto deciso la partita. L’azione del Carpi è stata la conseguenza dei problemi in pressing della Samb, che è sembrata un po’ imballata e farraginosa, e non è riuscita ad essere efficace come avrebbe dovuto. Nei primi venti minuti il Carpi era già riuscito a passare, ma la Samb era stata sempre reattiva; il rosso al 23esimo minuto è arrivato per la somma di due grandi giocate e un errore di valutazione: il colpo di tacco di Carletti, in anticipo su Cristini; l’esterno di prima intenzione di Maurizi, a servire in verticale Giovannino; l’intervento in ritardo di D’Ambrosio, forse ingannato dal rimbalzo.

L’azione ha anche segnato la distanza tra la prestazione del Carpi e quella della Samb: da una parte una squadra fresca e frizzante, capace di far girare la palla con velocità e qualità; dall’altra una squadra troppo lenta e piatta, ancora appesantita dalla preparazione. La squadra di Montero si è trovata in una condizione precaria, in un campo su cui era abbastanza difficile giocare, e non ha potuto far altro che subire la partita. Lo dimostra anche il vantaggio dei carpigiani, arrivato dopo un rilancio corto di Nobile (ingannato dal terreno) e una copertura poco reattiva di Cristini ed Enrici.

Le mancanze della squadra

La partita ha tante attenuanti, ma ha confermato le lacune di una squadra che − al netto del campo, delle condizioni fisiche, delle assenze − ha dimostrato di avere bisogno di più qualità in mezzo al campo. Nell’amichevole con la Roma i rossoblu si erano appoggiati alla classe di Ruben Botta, che aveva aiutato molto a far girare il possesso, ma in assenza dell’argentino i rossoblu si sono trovati a dover arretrare Nocciolini sulla mezzala destra. Stesso discorso può valere per le due fasce, dove è mancata la presenza di un giocatore capace di saltare l’uomo per sbloccare le situazioni statiche di possesso.

È ancora presto per dire se sia solo un problema di brillantezza fisica, se servano nuovi profili dal mercato o basti il ritorno degli assenti. In questo momento è troppo presto per tutto, perché sostanzialmente abbiamo visto solo 23 minuti di una squadra ancora imballata e con molti assenti. Nelle prossime settimane i rossoblu avranno più tempo per crescere fisicamente e tatticamente, trovare nuove soluzioni e migliorare la propria dimestichezza: i segnali poco incoraggianti di questa gara non arrivano nel pieno del campionato, come era accaduto lo scorso anno, ma all’inizio di un percorso tanto ambizioso quanto complesso. La Samb è ancora un cantiere aperto, e dare un giudizio finale in questo momento è sicuramente affrettato, e (probabilmente) anche poco serio.

No comments

Commenta