Vernecchie rossoblu: S05E13 (Samb-Matelica)

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero, in collaborazione con l’Antico Caffè Soriano. Puntata post Samb-Matelica


Domenica 13 dicembre, ore 14 e 33 minuti. Qualcuno, nel vedere il gol di Danilo D’Ambrosio in Cagliari-Inter, decide di lanciarsi in un vaticinio: “Oggi segneranno entrambi i gemelli. Segnatevi queste parole”. Non poteva sapere che le sue parole avrebbero aperto il vaso di Pandora. La Samb va avanti quasi subito, ma dopo l’espulsione di D’Ambrosio inizia praticamente un’altra gara, che la squadra di Zironelli perde senza appello. La sconfitta, come al solito, ha portato alla solita litania di critiche, proteste e disperazioni, spingendo molti a chiedere la testa di alcuni membri della squadra e (soprattutto) del mister. Tutto da buttare?

Michele Palmiero: Caro Angelo, eccoci qui a parlare della prima sconfitta della gestione Zironelli e, con essa, la solita reazione isterica sui social. Io vorrei iniziare da qui, perché francamente è ridicolo che si celebri il bel calcio della Samb a Trieste (nel pantano del Nereo Rocco si è praticato uno sport non identificato a metà tra rugby e pallanuoto) e oggi si debba leggere che la Samb non ha un gioco, che la rosa fa schifo e Zironelli non capisce nulla.

Angelo A. Pisani: Siamo sempre alle solite. A Trieste la prestazione era stata bella soprattutto per il coraggio e le idee, e molti parlavano di gioco “trovato”. Domenica abbiamo fatto un discreto primo tempo, chiudendo avanti e rischiando poco, ma si giudica la partita – e la squadra, e il tecnico, e le partite passate – in base a 45 minuti giocati con l’uomo in meno. Per me tutto questo è ridicolo, così come è stato ridicolo iniziare a urlare contro mister e squadra già dai primi minuti del secondo tempo.

Michele: Oltre alla mancanza del tifo, che comunque è pesante, questa squadra deve anche affrontare le urla costanti contro i giocatori e l’allenatore. Un passaggio indietro al portiere? Arrivano i mugugni. Un giocatore sbaglia la giocata? Insulti e “vattene” a non finire. Ci sono sempre state, ma senza i cori della curva a coprirle la situazione è insostenibile. Ovviamente non dico che i tifosi non debbano arrabbiarsi, sono il primo a vivere intensamente i 90 minuti. A fine partita ero parecchio deluso per la prestazione anche io, ma così si fa solo del male alla Samb.

Angelo A: Il discorso è proprio questo. Qui non si parla della legittimità o meno della critica, qui si parla di privilegiati che vanno allo stadio e ne approfittano non per far sentire la loro vicinanza, ma per dire direttamente alla squadra quello che altrimenti scriverebbero su Facebook. Persone che quasi preferiscono le partite in cui va male, così possono dire di aver avuto ragione. Domenica c’era la squadra avanti con un uomo in meno, bisognava incitare la squadra, e invece hanno contribuito a buttarla giù. Con lo stadio pieno sarebbe stato forse più semplice resistere, mentre con quella tribuna è stato sicuramente più difficile.

Michele: Mister Zironelli ha ragione quando dice che l’espulsione ha cambiato la gara, ma il Matelica aveva guadagnato l’inerzia favorevole già da parecchi minuti. Dopo un ottimo inizio, culminato con il bel gol di Angiulli, i rossoblu hanno lasciato il pallino del gioco agli avversari e non l’hanno più ripreso. Si possono fare mille ragionamenti sul secondo tempo: io, ad esempio, sono rimasto sorpreso quando Shaka Mawuli è entrato al posto di Botta perché mi sembrava troppo presto per togliere anche il secondo riferimento offensivo. Al di là dei limiti dei nostri, bisogna però dire che il Matelica ha giocato una grande gara, che mai mi sarei aspettato da una matricola (per di più reduce da un periodo non positivo).

Angelo A: Dire che ha lasciato il pallino del gioco mi sembra eccessivo. Nel primo tempo ci sono stati momenti di maggior pressione e momenti di attesa, e alla fine sta nella normalità di una squadra che è avanti e prova a gestire. A conti fatti avevamo rischiato poco, tanto che Nobile non ha neanche ricevuto un tiro in porta. Riguardo il secondo tempo: col senno di poi, forse, si poteva lasciare Botta qualche minuto in più, ma in quel momento anche io avrei fatto quella scelta. Botta non stava toccando palloni, non riuscivamo proprio ad arrivarci, e l’inferiorità numerica a centrocampo si stava facendo sentire. Shaka poteva dare più equilibrio a centrocampo, e soprattutto era uno di quei giocatori che poteva prendere palla al limite dell’area e poi portarla avanti in conduzione. Il problema è che è stato ammonito subito, e secondo me questa cosa ha pesato nell’azione del pareggio (dove ha avuto timore a tentare l’anticipo all’inizio dell’azione).

Michele: A proposito del pareggio del Matelica: per me quello è un gol da applausi, a prescindere dal discorso sull’uomo in più: è un’azione straordinaria, giocata con un tasso tecnico elevato e con movimenti dosati alla perfezione. In Serie C non si vedono così spesso giocate del genere, a volte bisogna cercare meno l’errore dei nostri e ammettere la bravura degli avversari. Vogliamo parlare di Volpicelli? Si vede che è il fulcro del progetto tecnico del Matelica, rispetto all’anno scorso ha molta più consapevolezza ed è stato il regista di tutte le azioni pericolose dei biancorossi.

Angelo A: Lì è proprio un discorso di intelligenza e interpretazione: Volpicelli e Balestrero erano in spazi stretti, con tanti avversari addosso, ma hanno avuto l’intelligenza e la qualità per tenere palla, creare lo spazio e liberare Maurizi per l’assist dell’uno a uno. Lì la difesa non poteva fare molto, il problema è stato farli arrivare lì. Comunque la Samb era certamente in difficoltà, e prima o poi avrebbe subito, ma resta il fatto che dopo un 1 a 1 del genere è arrivato un gollonzo su calcio d’angolo, quando mancavano dieci minuti alla fine. Con un po’ di fortuna sarebbe forse andata meglio di così. In ogni caso, comunque la si pensi della sconfitta, dare contro a Zironelli e Lescano è semplicemente ridicolo.

Michele: Nel giro di due settimane ho sentito tutto e il contrario di tutto: della giostra emotiva di noi tifosi abbiamo già detto, ma anche chi dovrebbe essere più analitico a volte si lascia trasportare. Dopo la vittoria di Arezzo, mister Zironelli aveva dichiarato: “Intanto siamo quinti, lascio le chiacchiere agli altri”. Dopo due settimane, in conferenza dice che non guarda la classifica e conta la crescita della squadra…

Angelo A: Le due cose non si escludono. I progressi sono evidenti, secondo me: in un mese e mezzo di lavoro la Samb ha trovato una sua identità tattica, e se qualcuno non è d’accordo con questa cosa resta il miglioramento in classifica: nonostante la sconfitta di ieri siamo la terza squadra del girone per rendimento, nelle ultime sei solo Sudtirol e Cesena hanno fatto di più. Detto questo, partire da qui e dire che la Samb deve vincere il campionato è un’assurdità. Ci si può provare, ma non può essere un obiettivo su cui misurare la riuscita della stagione. Questa squadra può ambire a una delle prime cinque o sei posizioni, se arriviamo a fare meglio sarà qualcosa in più.

Michele: Va bene, però anche Nobile e Maxi Lopez hanno parlato apertamente di primo posto. L’argentino ha detto di essere venuto qui perché convinto dalla proprietà grazie al progetto ambizioso, e dopo poche ore il presidente ha dichiarato di non aver mai parlato di primo posto. Ma perché? Sarebbe un errore dire che questa squadra deve ammazzare il campionato, ma che male c’è a dire che con questi investimenti l’obiettivo è naturalmente quello di provarci?

Angelo A: Un conto è provarci, un conto è dire “dobbiamo vincere”. Per me tutti vogliono provarci – dal presidente in giù, allenatore compreso – ma bisogna anche avere una misura su cui tarare i risultati raggiunti. Sono le cose che abbiamo sempre detto nelle annate con Fedeli: non ha senso mettere obiettivi fuori portata, perché poi va a finire che le buone stagioni diventano fallimentari. Si può essere ambiziosi e tenere comunque i piedi per terra, anche perché questa è una stagione evidentemente di transizione, e bisogna usarla per costruire. Che nel caso significa arrivare almeno al sesto posto, cioè più di quanto fatto in tre delle quattro stagioni di Fedeli in Serie C.

Michele: Non bisogna avere paura di essere chiari, tutto qui. Dire di puntare al primo posto non vuol dire essere obbligati a vincere. Questa società ha fatto investimenti inimmaginabili fino a pochi mesi fa, non sarà di certo la “scaramanzia” a frenare un progetto. Io per esempio dico che questa squadra non ha nessun obbligo di vincere, ma (per costi e “nomi pesanti”) non può esimersi dal lottare per il podio. Può farcela, può non farcela, a me interessa che ci sia un progetto chiaro e trasparente.

Angelo A: Comunque io direi di parlare dell’elefante nella stanza, ovvero quella Cassandra che nella scorsa puntata delle Vernecchie parlava di doppiette di Botta e vittorie già decise. Tra l’altro domenica hai anche scritto che entrambi i D’Ambrosio avrebbero segnato, e sappiamo com’è andata a finire. Mi aspetto delle scuse pubbliche, e ne approfitto per fare un appello ai lettori: se ci invierete almeno 10 messaggi col testo VENDETTA (come commento qui, via mail o sui social) Michele si metterà in in ginocchio sui ceci e riguarderà gli highlights di Samb-Monticelli. Poi mettiamo il video qui.


Antico caffè Soriano
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La copertina di Madou è ispirata alla copertina del film The Prestige, di Christopher Nolan. Meme di @apakakov. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. Intanto iscrivetevi al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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