La Rifinitura: Teramo-Sambenedettese

I dubbi di Capuano e Asta alla vigilia di Teramo-Samb


A dispetto della distanza (negli obiettivi, nelle situazioni e nella classifica), Asta e Capuano si trovano in momenti molto simili. Teramo e Sambenedettese sono due squadre in cerca di risposte: dopo le ultime settimane biancorossi e rossoblu hanno di fronte a sé uno snodo fondamentale, un punto cardine che rischia di influenzare il resto della stagione.

Capuano e la ricerca di continuità

Con 15 giorni di permanenza, Capuano ha già vissuto tutti i saliscendi dell’ambiente rossoblu: all’esaltazione della prima vittoria sono seguite le critiche post-Bassano, fino al capitombolo di Caserta. Una sconfitta che ha fatto esplodere una situazione (tecnica e ambientale) da tempo sotto pressione.

La conferenza stampa di Gianni ha sorpreso per la veemenza di termini e decisioni, sintomo di una storia che parte da molto più lontano. I problemi tecnici dello scorso mercoledì vanno avanti sin dall’inizio della stagione, quando lo scarso rendimento dei giocatori ritenuti fondamentali ha creato la spaccatura tra obiettivi ed effettive possibilità dell’organico.

Al suo arrivo Capuano aveva provato ad essere più inclusivo possibile, evidenziando il suo apprezzamento e rispetto per la rosa (definita “fortissima”). Da qui la scelta del 3-4-3, l’apertura verso Sorrentino (“È un giocatore alla Capuano”) e la scelta di ridare centralità a Bacinovic (“Per me è tra i migliori dieci della serie C”). Con l’epurazione (ormai certa) del primo, e il probabile accantonamento di Troianiello e Di Cecco, l’allenatore sambenedettese si trova in una situazione ancora più delicata.

Nonostante le dichiarazioni di Gianni (“Le scelte finali saranno del tecnico”) è lecito aspettarsi un atteggiamento in linea con la società. Questo porterà a scelte ristrette, ma potrebbe accelerare il processo verso il 3-5-2, con Di Massimo, Valente, Miracoli ed Esposito a giocarsi i due posti in attacco.

Nella conferenza di oggi Capuano è tornato a relativizzare le aspettative (“Non siamo il Barcellona né il Real Madrid”), ma ha tenuto alta l’asticella, confermando di andare a Teramo solo per vincere. In settimana il tecnico ha testato più soluzioni. Difesa a tre e quattro, due e tre punte: Capuano ha diverse possibilità, ma un solo obiettivo.

Asta e il bisogno della svolta

Dopo il deludente campionato dello scorso anno i teramani hanno deciso di cambiare il volto della squadra, lasciando partire giocatori importanti per garantire massima flessibilità ad Antonino Asta. Come alla Feralpi, il tecnico ha impostato la squadra su un 4-3-3 verticale, corto e reattivo.

In mezzo il trio composto da Ilari, Di Grazia e Amadio garantiva solidità nel possesso e (soprattutto) qualità nella ripartenza: appena recuperata palla i tre cercavano la giocata verticale, sfruttando la velocità degli esterni (Tulli e Bacio Terracino) o cercando di costruire situazioni di superiorità grazie alla salita dei due terzini.

Il problema arrivava nelle transizioni: con tre centrocampisti poco adatti nel coprire spazi lunghi, e due terzini spesso scoperti in avanti, la squadra si trovava spesso a subire. Dopo un inizio altalenante i teramani perdono 4 a 2 a Pordenone, subendo 3 gol nei primi 40 minuti e segnando solo su calcio piazzato.

La sconfitta ha convinto Asta a rimettere a posto la squadra, cercando di ovviare ai problemi aggiustando l’assetto. Il passaggio al 3-5-2 ha dato solidità nelle fasi di transizione e migliorato la copertura in orizzontale sul campo, senza far svenare esterni o mezzali nelle coperture sulla fascia.

La perdita di un giocatore in avanti doveva essere compensata dall’aggressività dei due esterni, aiutati dal “gancio” dei due giocatori offensivi. Asta ha provato diverse soluzioni, affiancando Foggia a Soumaré, Barbuti e Tulli, ma non è ancora riuscito a trovare una coppia capace di facilitare e velocizzare la fase di ripartenza.

Il 3-5-2 ha portato solidità e limiti. Nelle ultime nove gli abruzzesi hanno fermato squadre come Feralpisalò, Triestina e Renate, battendo il Padova e perdendo male col Gubbio, nell’unica partita in cui Asta ha provato a cambiare assetto. Sette pareggi su nove, 8 gol fatti e 8 subiti: il Teramo sembra in un limbo, e uscire sta diventando difficile.

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