Alla vigilia di Pasqua i rossoblu hanno la meglio in una partita accesa e combattuta. L’analisi tattica di Samb-Ravenna
Dalla partita di Ravenna alla partita col Ravenna sono passati quattro mesi, ma è sembrato molto di più. Giudicare un allenatore non è sempre semplice: a volte bastano poche partite, a volte non basta una stagione intera. Nel caso di Capuano, è bastato pochissimo.
La vittoria col Ravenna non fa che confermare la qualità del percorso dei rossoblu, frutto di un lavoro i cui semi erano presenti già nella gara di andata, a pochi giorni dall’insediamento del tecnico. I numeri (per quanto positivi) non bastano mai, a spiegare le cose; la vera svolta è stata in aspetti meno misurabili, ma più importanti. Solidità tattica (che non è rigidità), preparazione sugli avversari (che non è catenaccio), capacità di adattamento (che non significa buttare tutti avanti o indietro). Fondamenti preziosi anche nella partita di sabato.
L’impostazione di Samb e Ravenna
Per la partita coi ravennati Capuano ha deciso di tornare al 3-4-3, confermando buona parte della squadra che aveva concluso la partita a Bolzano. Davanti Stanco è stato affiancato da Valente (largo a sinistra) e Bellomo (stretto al centro), sulla destra è tornato Rapisarda, con Mattia arretrato alla sinistra del terzetto difensivo.
La scelta del difensore doveva dare ai rossoblu la possibilità di avere un’altra fonte di gioco sulla sinistra, in modo da dare manforte a Tomi e Valente senza distogliere Bellomo dalla posizione centrale. Ai due trequartisti viene demandata gran parte della gestione “creativa” del pallone, con Marchi e Gelonese a gestire le seconde palle e dare copertura in fase di transizione.
I rossoblu mantengono i canali di gioco già consolidati, con Valente e Rapisarda larghi sulle fasce (pronti a sfruttare l’uno contro uno) e Bellomo tra le linee (dove ha libertà per ricevere o creare superiorità su una delle due fasce).
Il 3-4-3 asimmetrico dei rossoblu. Valente è larghissimo sulla sinistra, con Bellomo più stretto al centro e Rapisarda sulla fascia opposta
Il Ravenna (reduce da 4 vittorie consecutive) non arriva impreparato. Come all’andata il 3-5-2 di Antonioli si conferma un collettivo compatto e ben organizzato, bravo a limitare gli avversari e (soprattutto) capace di gestire il possesso anche sotto pressione.
I rossoblu sono sempre molto aggressivi: Bellomo, Stanco e Valente pressano i tre centrali e il mediano per disturbare l’uscita del pallone, con Rapisarda e Tomi pronti a uscire sull’esterno avversario in possesso. La mossa doveva aiutare rossoblu a recuperare palla a difesa scoperta, così da poter attaccare meglio gli spazi; i ravennati riescono a reggere l’impatto grazie a un possesso di grande qualità, con molti accorgimenti utili a mettere in inferiorità i rossoblu.
In fase di possesso il 3-5-2 degli ospiti si scagliona in vari segmenti, utili a creare situazioni di superiorità numerica. A turno, le due mezzali (Papa e Selleri) si allargano sull’esterno per creare un 2 contro 1 con il laterale sambenedettese, con gli altri due centrocampisti molto vicini in zona centrale (per isolare uno dei due mediani). Sulla fascia opposta l’esterno è spesso larghissimo (pronto al cambio di gioco), mentre le due punte si posizionano sempre sulla verticale del possesso, per sfruttare il 2 contro 2 coi centrali rossoblu.
Papa è largo vicino a Magrini (2 vs 1 con Tomi); Selleri e Palermo sono stretti al centro (2 vs 1 con Gelonese); Rossi è largo a sinistra (2 vs 1 con Bellomo); Marzeglia e De Sena giocano sul lato palla (2 vs 2 con Miceli e Conson)
De Sena e Stanco, botta e risposta
Queste situazioni permettono alla squadra di Antonioli di creare spazi alle spalle del centrocampo rossoblu, liberando Magrini sulla fascia e (soprattutto) Selleri tra le linee. Da un suo tiro il Ravenna guadagna il calcio d’angolo che porta al vantaggio di De Sena, dopo quattro minuti.
Il gol è una doccia fredda, ma i rossoblu reagiscono velocemente. La squadra di casa alza rapidamente il baricentro, e al 22esimo – dopo i tentativi di Marchi e Bellomo – arriva il pareggio. La situazione di gioco è quella cercata e provata per tutto il primo tempo: verticalizzazione immediata sul centrosinistra, recupero alto e palla a Bellomo, che serve per Rapisarda (larghissimo). Il terzino va sul fondo, evita l’intervento di Rossi e mette dentro per Stanco, che infila in rete.
Lo scatto dei rossoblu
Il gol cambia completamente l’inerzia della gara, dando nuova spinta ai rossoblu. Nella parte finale del secondo tempo i sambenedettesi sfiorano il raddoppio con Stanco (verticalizzazione, recupero alto e cross di Valente) e si vedono negare un rigore su Bellomo, trascinato a terra da Rossi.
Il rammarico non dura molto: a inizio ripresa Bellomo recupera palla a metà campo, prova la percussione e (aiutato da una deviazione) si inventa il gol del raddoppio.
Raggiunto il vantaggio i sambenedettesi non rinunciano al pressing offensivo, continuando ad alzare (molto) i due esterni, anche a costo di rischiare qualcosa in fase difensiva. Il Ravenna prova spesso a sfruttare gli spazi alle spalle delle uscite di Rapisarda e Tomi, ma la buona copertura dei mediani – aiutati dall’uscita dei centrali sul lato palla – permette ai rossoblu di tenere botta, limitando gli attacchi degli ospiti.
Antonioli decide quindi di giocare in modo più diretto, coi tre centrali a gestire il primo possesso e le coppie di esterni e mezzali alte sulla linea offensiva. La mossa impoverisce un po’ la qualità del possesso, ma restituisce pericolosità ai ravennati, aiutando a ricreare quelle situazioni di vantaggio sfruttate anche nel primo tempo.
La presenza di tre, quattro giocatori in zona centrale convince i rossoblu a coprire soprattutto il centro, concedendo spazio sulle due fasce.
Mezzali ed esterni salgono sulla linea offensiva, costringendo i rossoblu ad abbassarsi. La densità centrale delle due squadre apre lo spazio per Magrini, sulla destra
Per limitare al meglio i ravennati Capuano decide di cambiare le carte in tavola: nell’arco di 15 minuti il tecnico cambia tutti gli uomini del tridente, inserendo Esposito, Miracoli e Bove. I tre cambi (e il passaggio al 3-5-2) dovevano aiutare i rossoblu a coprire meglio il campo in ampiezza, dando anche un po’ di linfa al reparto offensivo.
Miracoli ed Esposito non fanno mancare mai il loro contributo, in fase di possesso e non. La Samb torna ad alzare il baricentro, e nella fase centrale del secondo tempo torna a farsi preferire anche nel palleggio. In tal senso è fondamentale il lavoro di Esposito tra le linee, nel possesso e (soprattutto) in rifinitura.
Esposito “pulisce” l’uscita del pallone sulla zona destra, e poi segue l’azione sulla fascia opposta. Tomi e Bove scambiano e servono proprio il numero 10
La Samb ha un’occasione con Rapisarda (anticipato) e sfiora il gol con Miracoli, ma non riesce a chiudere la partita. Nel finale il Ravenna, passato al 4-3-3, prova a giocarsi le ultime cartucce, e riesce quasi ad andare a segno. Dopo mezz’ora di buona tenuta, i rossoblu finiscono proprio per lasciare spazio sulle fasce, dove i ravennati sfiorano il gol con De Sena e Broso, fermati dalle ottime risposte di Perina. I guantoni del portiere salvano porta e risultato, dando consistenza ad una partita comunque meritata.
Una squadra seria
La vittoria dei rossoblu, per quanto sofferta, non fa che confermare le qualità di una squadra sempre più matura. Ancora una volta la Sambenedettese si è rivelata capace di andare oltre sé stessa, mostrando una preparazione misurata anche sugli avversari e le circostanze della partita. Qualcosa che ad inizio anno sembrava impossibile. Da Ravenna al Ravenna, come dicevamo, non è passato molto: ma la Sambenedettese è cambiata tantissimo. E questo, in vista playoff, è la notizia migliore.