La vera lezione di Imolese-Samb

Il pareggio di Imola fa capire la differenza tra risultati, obiettivi e prestazioni. L’analisi tattica di Imolese-Samb


«Se la squadra non fa risultato a Imola mi dimetto»

Le parole caustiche del presidente Fedeli avevano caricato al massimo la trasferta di Imola, dando ancora più urgenza ad una partita già complicata. Dopo le sconfitte con Monza e Ravenna – in due partite influenzate dagli episodi – Roselli e la sua squadra erano tornati pesantemente in discussione, al punto da doversi giocare la credibilità, oltre che i tre punti in classifica.

La partita non era delle più semplici, perché di fronte alla Sambenedettese c’era la migliore sorpresa del girone, l’Imolese. Alla vigilia della gara i romagnoli erano terzi in classifica, avevano la terza miglior difesa ed erano la seconda squadra meno battuta del girone. A questi ottimi risultati si aggiungeva la “mistica” del Romeo Galli, che in campionato era inespugnato da quasi due anni; l’ultima sconfitta era arrivata nell’aprile del 2017, quando lo stadio non era ancora ristrutturato e la squadra ancora in Serie D.

La solidità dei romagnoli assume ancora più valore considerando la loro proposta di gioco, basata su un atteggiamento molto più propositivo rispetto al contesto della Serie C. Dionisi si è inserito nel solco tracciato da Gadda, la scorsa stagione, e in pochi mesi è riuscito a dare alla sua squadra un’identità tattica molto forte, basata sulla ricerca del possesso come strumento difensivo, oltre che offensivo.

L’impostazione della partita

Quello con la Sambenedettese è stato uno scontro molto interessante, che ha visto affrontarsi due filosofie tattiche molto differenti: da una parte, una squadra che voleva aprire lo spazio attraverso il controllo della palla; dall’altra, una squadra che cercava di restringere lo spazio orientandosi soprattutto sull’uomo.

Roselli ha scelto di ruotare molti titolari anche per questo motivo, nel tentativo di mantenere alto il livello fisico (oltre che mentale) della squadra. Dopo due giornate il tecnico è tornato alla coperta di Linus del 3-5-2, con diverse novità: Sala in porta, Miceli e Fissore al fianco di Bondi in difesa, Caccetta, Bove e Ilari a centrocampo, Russotto al fianco di Di Massimo in attacco.

XI Imolese-Samb

La Samb torna al 3-5-2, confermando soltanto Biondi, Rapisarda, Cecchini e Di Massimo. Solito 4-3-1-2 per l’Imolese

Sin dai primi minuti si capisce che sarà una partita di attesa. In fase di non possesso la squadra di Roselli prova a disturbare la prima costruzione dell’Imolese con i due attaccanti e la mezzala sul lato forte, ma dopo i proverbiali 5-6 secondi di pressing la squadra arretrava e cercava di coprirsi con una serie di marcature a uomo: Biondi e Fissore seguivano le due punte, Cappelluzzo e Lanini; Bove marcava il trequartista, Musto; Ilari e Caccetta andavano sulle mezzali.

Le dinamiche 

Dette così, le marcature erano molto più lineari di quanto fossero in realtà. Nei fatti, l’Imolese ha messo sotto pressione la struttura della Sambenedettese fin da subito, scambiando molto spesso le posizioni: i due attaccanti cambiavano spesso lato, a volte arretravano fino alla trequarti e altre volte si allargavano sull’esterno, per portare via i centrali e aprire spazi agli inserimenti delle mezzali (Hraiech e Bensaja).

Le due fasce erano sempre occupate, perché quando non venivano occupate dagli attaccanti arrivavano il trequartista, i due terzini o le mezzali. Una situazione che spingeva i rossoblu a scegliere se scegliere la copertura dello spazio (abbandonando alcune marcature) o proseguire quella sull’uomo, portando a profondi cambiamenti nella struttura difensiva.

Imolese-Samb 2

Biondi si alza su Lanini, Fissore si accentra per marcare Cappelluzzo, Caccetta arretra fino alla linea difensiva per seguire Bensaja

La Sambenedettese sceglie una via di mezzo, alternando momenti di maggiore flessibilità (dove Cecchini e Rapisarda andavano a prendere il posto dei due centrali in copertura, i centrali si alzavano fino alla trequarti o le mezzali scendevano fino all’esterno) a situazioni di pura difesa posizionale, nel tentativo di assorbire gli attacchi dell’Imolese con più semplicità.

Nonostante la grande attenzione, le  potenziali fragilità della Sambenedettese restavano due: la fase di pressione nell’uscita della palla e la copertura degli spazi al fianco di Bove, al ritorno da titolare dopo mesi di infortunio, e ancora imperfetto nel posizionamento difensivo. La squadra di Dionisi spinge molto proprio su questi due aspetti: in fase di uscita la squadra provava ad attirare la pressione dei sambenedettesi, per liberare spazi tra difesa e mediana, e una volta consolidato il possesso cercava spesso gli spazi ai lati di Bove, costringendo la Samb ad abbassarsi.

Imolese-Samb

Carraro arretra tra i due centrali per ricevere senza pressione. La salida lavolpiana è solo uno degli espedienti dell’Imolese per uscire palla a terra

Dopo i primi minuti la squadra di Roselli viene costretta ad abbassare il baricentro, il che rende ancora più difficile la fase di ripartenza. L’idea della Samb era quella di attaccare lo spazio con Russotto e Di Massimo, che però – mal serviti, e allentati da un grande lavoro difensivo – non riusciranno mai a entrare davvero nel gioco. Buona parte del merito va anche all’ottimo pressing messo in campo dall’Imolese, che riuscirà a inibire anche l’altro obiettivo offensivo della Samb – quello di cercare i due esterni direttamente dalla difesa, alzandoli altissimi ad inizio azione.

Le difficoltà in uscita della Samb, complice l’ottima pressione dell’Imolese (e un po’ di imprecisione)

Equilibrio, nonostante tutto

Quanto detto finora si può racchiudere nei primi 5 minuti di partita, ma racconta la gara nella sua interezza. Nel secondo tempo ci sono diversi cambi tecnici (e non tattici) che cambiano alcune dinamiche della partita, ma il suo corso naturale. L’Imolese controlla bene il possesso, domina il campo ma non crea lo spazio per concludere (l’unica conclusione pericolosa su azione arriva al 70esimo); la Sambenedettese copre nel modo giusto, ma non riesce a creare i presupposti per fare male in contropiede.

Viene fuori uno 0 a 0 giusto, nonostante la traversa di Lanini – e una partita giocata sempre all’attacco – desse molti più rimpianti alla squadra di Dionisi, che pure non si è lamentato del risultato finale. Le migliori parole alla Sambenedettese le ha dette proprio il tecnico di casa: «Hanno fatto una buona gara, giocavano per questo risultato e ci sono riusciti». Parole riprese come polemiche, ma che in realtà raccontano bene la disparità delle due squadre in base agli obiettivi.

La bontà della gara, la misura della prestazione, va messa qui: l’Imolese ha giocato bene e dominato il possesso, ma il controllo della gara è stato anche della Samb, che ha limitato i suoi avversari e ha portato via un punto utilissimo. In un momento del genere, in una partita del genere, contro un avversario del genere, non è pochissimo.

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