Fermana-Samb: dulcis in fundo

Analisi: Fermana-Samb

A Fermo i rossoblu giocano una partita intelligente, chiudendo la stagione regolare nel modo migliore possibile. L’analisi tattica di Fermana-Samb


Prima di ieri, l’ultima trasferta dei rossoblu a Fermo risaliva al settembre del 2017, più di un anno e mezzo fa. Era la prima Sambenedettese di Moriero, ancora intrisa di quel positivismo tipico degli inizi di stagione. La partita al Recchioni fu una carneficina: il campo piccolo e l’aggressività della Fermana mandarono in tilt i rossoblu, che prima del blackout fecero in tempo ad andare sotto di un gol, senza riuscire a infilare due passaggi di fila. Stesso discorso un mese dopo, alla ripresa, quando Iotti chiuse i conti sul 2 a 0.

La pesante sconfitta con la Fermana non stava tanto nelle qualità della squadra, quando nella preparazione della partita in base al contesto. Nel piccolo campo del Recchioni la squadra di Destro aveva preparato una partita perfetta, intasando al meglio gli spazi e attaccando con più uomini possibili in transizione. Per i rossoblu – lenti e poco organizzati – non c’è stato scampo.

Stavolta il discorso è stato diverso. La squadra di Magi è arrivata al Recchioni con la preparazione giusta, adattando il piano gara alle condizioni offerte dal campo, dall’avversario e dal contesto. Il 3 a 1 finale è il giusto premio alla prestazione: un risultato bello e inutile, che regala qualche certezza e speranza, ma non l’ottavo posto.

Le scelte di Magi e il contesto della partita

L’importanza relativa della gara non ha influenzato eccessivamente Magi, che per la partita del Recchioni ha deciso di lasciare a riposo Ilari, in panchina insieme ai diffidati Rapisarda e Russotto. L’infortunio di D’Ignazio nel prepartita ha costretto il tecnico a inserire Rapisarda, con l’abbassamento di Celjak come terzo a destra e l’allargamento di Fissore sulla fascia sinistra. Per il resto le scelte sono state abbastanza obbligate, specie in mediana, dove le assenze di Gelonese e Rocchi hanno spinto Magi a inserire Bove insieme a Signori e Caccetta.

La Samb conferma il 3-4-12, ma con un centrocampo inedito; Destro torna alla difesa a tre

Quello del Bruno Recchioni è uno dei campi più piccoli del girone: ogni punizione può essere un cross in mezzo, ogni ripartenza pericolosissima. A dimostrarlo sta la prima occasione della Fermana, nata da una punizione della trequarti battuta da Giandonato allo scadere del primo minuto. Ma stavolta la Sambenedettese è arrivata preparata, e già dai primi minuti ha mostrato un atteggiamento molto più verticale e aggressivo del solito.

Aggressività difensiva

Il piano dei rossoblu era semplice: recuperare palla e ripartire il più veloce possibile. Per farlo gli uomini di Magi hanno giocato una partita di grande intensità, pressando alti sia con gli attaccanti che con le due mezzali, che spesso lasciavano in centro del campo per andare a pressare il portatore.

Alle loro spalle facevano guardia i tre centrali, pronti a giocare in anticipo. Per molti versi si è rivista la linea difensiva di Roselli, con i due “braccetti” (i due laterali di difesa, Celjak e Biondi) che marcavano a uomo i due attaccanti avversari, seguendoli fino alla trequarti. Miceli restava alle loro spalle, pronto in seconda battuta.

Per limitare i rischi la Sambenedettese ha cercato di avere sempre la superiorità in zona palla, anche a costo di lasciare spazi sul lato debole. Quando la palla era sulla destra, ad esempio, i rossoblu pressavano con Stanco, Bove, Caccetta e Rapisarda, con Signori a supporto, e Fissore da quinto si stringeva fino al centro del campo.

La densità in zona palla dei rossoblu, che chiudono la Fermana e poi recuperano

Aggressività offensiva

Quelli sulla trequarti della Sambenedettese non erano gli unici duelli individuali. Il 3-5-2 della Fermana metteva le due squadre praticamente a specchio, creando una serie di uno contro uno in mezzo al campo, tutti potenzialmente decisivi. Non a caso, l’unica (significativa) novità scelta da Destro è stata l’inversione delle due mezzali, in modo da avere Misin sul lato di Rapisarda, pronto a sfruttarne gli spazi alle spalle.

Dal canto loro i rossoblu hanno temperato il loro atteggiamento abituale, limitando al massimo i rischi della fase di possesso. In fase di uscita la Samb passava per meccanismi ben precisi: il laterale si alzava, la mezzala si allargava e il braccetto cercava direttamente la palla in verticale, nel tentativo di pescare la punta o il giocatore sull’esterno.

Più e più volte, durante la partita, Magi ha urlato ai suoi attaccanti di andare subito in profondità, cercata quasi da ogni zona di campo; lo stesso accadeva in transizione.

Recupero della Samb, e verticalizzazione immediata per Stanco

I primi affondi dei rossoblu avevano più o meno la stessa dinamica: la Samb si apriva uno spazio con un recupero alto o una verticalizzazione, e poi cercava subito la verticale. Da questa situazione arriva il primo tiro di Stanco, all’11esimo, oltre che un paio di azioni pericolose condotte da Di Massimo e Bove. Al 27esimo minuto arriva il vantaggio: Biondi anticipa Lupoli sulla rimessa laterale della Fermana e manda in porta Stanco, che al secondo tentativo infila in porta.

Il vantaggio incanala la partita nel modo migliore, per i rossoblu, che una manciata di secondi dopo si salvano sull’occasione di Grieco, liberato in area da uno dei pochi duelli difensivi persi da Miceli e compagni. La bella parata di Sala tiene intatto il vantaggio, e da lì in poi in rossoblu rischiano poco o nulla, sfiorando il raddoppio con Signori.

La reazione della Fermana

La ripresa si apre con un’altra grande occasione dei rossoblu, stavolta con Di Massimo (salva Soprano sulla linea), ma nei minuti successivi inizia a farsi vedere anche la Fermana, rinforzata dagli ingressi di Fofana e Malcore. La maggiore intraprendenza dei padroni di casa alza il ritmo della partita, che inizia a giocarsi su continui ribaltamenti di fronte: da una parte ci provano Malcore e Sperotto, dall’altra Rapisarda e Di Massimo, ma la partita resta inchiodata sullo 0 a 0.

A metà ripresa Destro spinge sull’acceleratore con l’inserimento di D’Angelo, schierato sulla trequarti e con la possibilità di svariare per tutto il campo, nel tentativo di mettere più pressione alla difesa rossoblu.

Il nuovo entrato è tra i più attivi ma anche tra i più imprecisi della Fermana, che nonostante la grande spinta non riesce a creare occasioni pulite. Visto il momento di pressione della Samb decide di cambiare anche Magi, che al 68esimo sostituisce Bove e Di Massimo con De Paoli e Ilari. L’idea era quella di utilizzare i nuovi entrati per tenere la palla più alta, lontano dalla propria trequarti: un compito ben svolto da Ilari, meno da De Paoli.

Per mettere in sicurezza la gara ci vuole Russotto, che pochi secondi dopo il suo ingresso in campo va a battere il calcio d’angolo al posto di Rapisarda, e serve a Caccetta il pallone del 2 a 0.

Il segno del destino: Caccetta che in mezzo a tre riceve e fa una girata da attaccante vero

Il gol è un duro colpo, per la Fermana, che sembra quasi mettere fine alla partita. Negli ultimi dieci minuti la squadra di Destro si riversa in avanti, più per dovere che per convinzione, ma i rossoblu – pure a ridosso della propria area – sembrano poter controllare senza problemi. Gli uomini di Magi lo fanno fino al 94esimo minuto, quando Malcore e Fofana – all’ennesimo affondo in area – riescono a trovare la bellissima combinazione che vale l’1 a 2.

La partita è quasi finita, ma nel finale c’è ancora tempo per un’altra grande giocata di Russotto, che riceve largo sulla fascia, porta a spasso due avversari e serve a Cecchini (appena entrato, dopo mesi di assenza) la palla del 3 a 1.

Buoni segnali

Quella di Fermo è la seconda vittoria in trasferta della Sambenedettese, e arriva giusto in tempo per dare un po’ più fiducia alla trasferta più importante dell’anno, quella che vale il secondo turno dei playoff. Dopo una lunga serie di saliscendi – tecnici, tattici ed emotivi – i rossoblu danno l’impressione di arrivarci in forma, nonostante un campionato molto complicato che a tratti è sembrato lunghissimo.

Gran parte del merito va a Magi, arrivato in un momento molto complicato e capace di mettere subito tranquillità intorno alla squadra, nonostante il supporto quasi nullo di una società che sembra aspettare solo la fine del campionato per appendere il cartello “vendesi”.

Al suo arrivo il tecnico rossoblu era forse l’unico a crederci, ma in queste ultime settimane è riuscito a portare sempre più persone dalla sua parte, senza perdere il buono della gestione Roselli. Ora ricomincia un altro campionato, che potrebbe essere breve ma anche lunghissimo. Contro Vicenza o Sudtirol non sarà facile, e non è detto che questa squadra basti a sovvertire il pronostico. Di certo, è più di quanto ci aspettassimo.

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