Sudtirol-Samb: i rossoblu non muoiono mai

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La partita di Bolzano dimostra quanto sia diventato difficile battere i rossoblu


Tra Fano e Bolzano ci sono circa 450 km, una distanza in cui i rossoblu – nell’ultima settimana – hanno passato un po’ di tutto. Dopo la battaglia di trincea coi fanesi la squadra di Capuano si è trovata di fronte il puzzle-Vicenza, scardinato solo nella ripresa, e la montagna-Sudtirol, molto impervia. Tre gare molto complicate, per motivi diversi, affrontate con strumenti diversi. Nonostante le difficoltà la Samb ne è uscita indenne, con 5 punti che sono valsi il secondo posto. Una posizione molto interessante, e anche una piccola condanna.

Il pareggio del Padova ha inquinato il punto di Bolzano col sapore dell’occasione persa, nonostante l’ottima prestazione dei tirolesi lasci pensare che la vera vittoria è stata quella di tornare a casa senza sconfitte.

L’intenzione dei rossoblu

A fine gara Capuano ha ammesso le difficoltà della prima frazione, citando i problemi della squadra nelle scalate da una parte all’altra del campo, e della generale poca reattività della squadra in pressione. A prescindere da questi errori (individuali, e di atteggiamento) le sofferenze dei rossoblu sono state anche anstrutturali. Il 3-5-2 di Capuano (a specchio coi tirolesi) basava buona parte del suo piano gara sulla fase di pressione offensiva, in modo da sabotare il gioco avversario e creare occasioni in transizione.

Da qui la scelta di una seconda punta come Di Massimo (bravo ad attaccare la profondità), e l’utilizzo di due mezzali di quantità come Marchi e Gelonese. La Samb ha provato ad alzare la pressione sin dalle prime battute, con Miracoli in marcatura su Berardocco (il regista), e Di Massimo (aiutato dalla mezzala) in pressione sui centrali lato-palla.

La salita della mezzala doveva essere compensata con l’avanzamento di Bacinovic, che doveva coprire le due mezzali insieme a Gelonese, con l’esterno sul lato palla sul diretto avversario. Teoricamente, una struttura del genere avrebbe tolto linee di gioco al Sudtirol, costringendo i padroni di casa a buttare via il pallone.

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Miracoli marca Berardocco, Marchi alza la pressione sul centrale, Bacinovic e Mattia che accorciano in avanti. In copertura c’è il solo Gelonese

La preparazione del Sudtirol

La squadra di Zanetti non si fa trovare impreparata: nel post partita il tecnico tirolese ha fatto sapere di aver studiato bene la pressione alta della Sambenedettese, e di aver preparato la partita sulle “zone dove poter uscire palla a terra e aprire spazi coi triangoli”.

La zona citata dal tecnico è quella alle spalle di Bacinovic, dove il solo Gelonese si trovava a inseguire gli scambi di posizione tra Gyasi, Costantino e Broh. La prima occasione, al secondo minuto, arriva proprio così. Sarà la chiave tattica di tutto il secondo tempo.

A questo problema strutturale se ne aggiungeva uno tecnico, dato dall’ottima fase di uscita dei padroni di casa, bravissimi a ruotare le posizioni del centrocampo per disordinare la pressione avversaria, aprendo spazi tra le linee senza abbassare gli esterni. Berardocco e Fink erano i più sollecitati, in fase di uscita, ma il loro era un compito favorito dal lavoro dei difensori (sempre attivi, in fase di possesso) e dai quattro giocatori offensivi (bravi a tenere bassa la difesa avversaria)

Zanchi si alza sulla sinistra, attirando Mattia; Berardocco si allarga a destra aprendo spazio alla ricezione di Fink dalla parte opposta: il centrocampista ha il tempo di controllare e servire l’inserimento di Frascatore (centrale di sinistra) sulla fascia

I problemi dei rossoblu

La Samb concede qualcosa, ma non rischia; però non riesce neanche a ripartire. I padroni di casa se la giocano in modo intelligente, bloccando gli spazi centrali per costringere la manovra avversaria per vie esterne.

Nella fase centrale del primo tempo Capuano cerca di ovviare al problema chiedendo a Miracoli di proporsi tra le linee, ma la scelta – pur aiutando il possesso – finisce per togliere troppo peso in zona offensiva.

Nel finale di primo tempo il predominio territoriale dei tirolesi riesce a concretizzarsi: ancora una volta parte tutto da uno scambio di posizioni in zona offensiva, utile a liberare la sovrapposizione interna di Tait, prima, e l’assist di Berardocco per l’1 a 0 di Costantino poi.

I cambi di Capuano

Fallito l’obiettivo principale (quello di arrivare indenne al 45esimo), Capuano decide di spingere subito sull’acceleratore. Gli ingressi di Bellomo e Valente (per Bacinovic e Di Massimo) portano la squadra a riordinarsi con una specie di 3-4-1-2, con Bellomo sulla trequarti, e Valente seconda punta, libero di svariare su tutto il fronte offensivo.

La scelta permetteva ai rossoblu di trovare più soluzioni sulla trequarti senza abbassare Miracoli, chiamato a tenere bassa la difesa avversaria. Ad inizio secondo tempo le posizioni di Bellomo e (soprattutto) Valente mettono in difficoltà la fase difensiva dei tirolesi, costretti a concedere qualcosa in più.

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Valente e Bellomo si allargano sulla destra, vicino a Mattia. I tre creano una situazione di superiorità numerica, dando a Gelonese la possibilità di verticalizzare

La partita cambia. I rossoblu riescono ad attaccare con continuità, mentre il Sudtirol abbassa il baricentro, accontentandosi di sfruttare gli spazi in ripartenza. La situazione convince Capuano ad aumentare il tasso tecnico della squadra, con l’inserimento di Bove al posto di Di Pasquale (con Mattia in difesa e Marchi esterno).

La scelta che cambia la partita, però, è quella di spostare Valente stabilmente sulla sinistra, larghissimo L’avvicinamento dell’esterno a Tomi permette ai rossoblu di mettere in inferiorità numerica Tait, sfruttando lo spazio alle spalle di Broh (spesso in proiezione offensiva). Dalla sinistra arriveranno i cross per Miracoli e Bellomo, l’occasione di Valente e  (soprattutto) il gol del pareggio, sugli sviluppi di un calcio piazzato che passa da Bellomo, a Valente, alla testa di Mattia.

Il pareggio rianima entrambe le squadre. Subito dopo il gol i sambenedettesi sfiorano il raddoppio con Bellomo (fuori di un soffio), nel finale i tirolesi si vedono negare il 2 a 1 da un grande Perina. Alla fine – tra tentativi, errori ed occasioni – vince l’equilibrio.

Un pareggio d’oro

Complessivamente, la Sambenedettese può tornare a casa soddisfatta. Nonostante un ottimo avversario, e a dispetto di un pessimo inizio, i rossoblu hanno trovato il modo di uscirne ancora una volta indenni, mostrando una capacità di reazione (e di lettura, e di adattamento) di alto livello.

Lo scorso novembre la partita col Sudtirol finì per sancire la fine dell’era Moriero, allenatore di una squadra troppo monocorde e (soprattutto) incapace di adattarsi ad avversari e contesto. Un girone dopo, quei momenti sembrano ormai lontanissimi.


Foto da La Gazzetta Rossoblu

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