Vernecchie rossoblu: 24^ puntata (Triestina-Samb)

Vernecchie: Triestina-Samb

La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Puntata post Triestina-Samb


«C’è una vecchia storiella. Due allenatori si incrociano davanti ai cancelli del Riviera, e uno di loro dice: “Collega mio, lavorare qua dentro fa veramente pena”, e l’altro: “Sì, è uno schifo, e poi ti cacciano subito!”. Beh, essenzialmente è così che io guardo alla panchina della Samb: piena di solitudine, di miseria, di sofferenza, di infelicità e disgraziatamente dura troppo poco».

Trieste, città di confine, è stata l’ultima tappa prima di mister Roselli, punito oltremodo dalla squadra del suo ex pupillo Pavanel. Il tecnico lascia i rossoblu al decimo posto, in piena lotta playoff, e – a dispetto delle critiche – con pochi rimpianti. Sulla panchina torna Magi, una scelta dettata più dal portafoglio che da una reale affezione. E adesso che si fa?

Angelo A. Pisani: Si fa quello che facciamo sempre, contare prima i punti sull’undicesimo posto e poi quelli dalla terzultima in classifica.

Michele Palmiero: E invece no, caro mio. Oggi ero all’allenamento di Magi, e presenti (meno di quanti me ne aspettassi) stavano calcolando le possibilità di arrivare quinti. Noi siamo fatti così, alterniamo ottimismo ed esasperazione con la stessa facilità con cui Fedeli cambia i suoi dipendenti.

Angelo A: Al momento sarebbe meglio pensare a tenere il decimo. Ternana e Vis non vincono da un secolo, però dietro corrono tutte. Dalla 12esima alla penultima ci sono solo 4 punti, e il Fano è a 29 con una partita in meno, può ancora succedere di tutto. Secondo me questo è un campionato molto, molto complicato, dove vincere non è scontato per nessuno. Questo decimo posto è già un buonissimo risultato.

Michele: Faccio fatica a definirlo “buonissimo”, però di certo non si può dire che sia un girone facile. A volte penso che questo campionato sfugga ad ogni tipo di logica: tante squadre ricchissime di talento fanno una fatica incredibile a vincere due partite di fila, squadre che per me sono scarse hanno strisce positive sorprendenti. E poi ci siamo noi, affetti da pareggite.

Angelo A: Si continua a parlare male dei 16 pareggi, ma nessuno dice che solo sei squadre hanno perso meno di noi (se andiamo a prendere il periodo con Roselli, sono solo tre). A livello statistico sono punti guadagnati, non persi. Chi dice cose come “ha pareggiato perché aveva paura di vincere” non guarda le partite, perché partite come contro Pordenone e Feralpisalò (per dirne due) sarebbero state sconfitte per 9 squadre su 10.

Franco Fedeli

Michele: Roselli l’ha detto più e più volte: non esiste squadra al mondo che scenda in campo sapendo già il risultato. Il concetto di giocare per pareggiare non esiste. La Samb è scesa in campo ogni volta per cercare di esaltare le sue (poche) doti e puntare a disinnescare le armi dei nemici. Io interpreto le tantissime X in due modi: siamo stati bravissimi a studiare e limitare l’avversario, ma non siamo stati bravi a sovrastarlo.

Angelo A: Alla fine ogni partita è diversa, e ci sono tanti momenti diversi in ogni partita. Noi abbiamo avuto tanti momenti di aggressività e controllo, anche in partite pareggiate e perse, e momenti di sofferenza anche in gare che abbiamo vinto. Il filo conduttore è stato sempre lo stesso, la mancanza di alternative: una cosa che ha pesato sia nella preparazione di certe gare (come con l’Albinoleffe) che nella gestione della partita (i secondi tempi contro Pordenone e Feralpi all’andata). Una cosa mi sento di dirla: magari sono state sbagliate le scelte, ma non siamo mai arrivati impreparati.

Michele: Leggendo il tuo pezzo sui sei mesi di Roselli, che ho molto apprezzato, mi sono fermato a riflettere sulla flessibilità che ha mostrato il mister in questi mesi. Si è trovato di fronte una squadra costruita molto male, ma è riuscito ad adattare le sue idee alle esigenze dei giocatori con grande intelligenza. Io posso muovergli solo un appunto: il miglioramento della fase difensiva e (soprattutto) della classifica non è stato accompagnato da grossi passi avanti nella fase d’attacco. Non so dirti quanto sia “colpa” dei giocatori, e quanto responsabilità sua.

Angelo A: Da fuori è difficile giudicare, ma posso dirti che una persona dello staff l’ha salutato così: «Hai fatto un miracolo». Per quanto mi riguarda Roselli va solo ringraziato, perché ha rimesso in piedi una squadra che aveva difficoltà tecniche, psicologiche e ambientali incredibili. Ora vediamo come andrà con Magi.

Beoni - Palladini - Sanderra - Moriero - Capuano - Roselli

Michele: Devo essere sincero: non so cosa aspettarmi da questo finale di campionato. Sarebbe interessante capire come la squadra abbia preso il ritorno di Magi, visto che una delle cause del suo esonero furono i malumori all’interno dello spogliatoio.

Angelo A: Io ho molta stima di Magi, ma secondo me non potrà cambiare tanto. Per citare il Magi di inizio anno, «siamo questi». Il problema di questa squadra è il modo in cui è stata costruita a monte, sia a livello numericoche nelle caratteristiche complessive. Torno sempre su quel punto, ma bisogna sempre ripeterlo: come si fa a fare un campionato professionistico con un solo centravanti di ruolo? Si è mai vista questa cosa?

Michele: Il caso del centravanti è quello più eclatante, ma io trovo altrettanto incredibili le lacune negli altri ruoli: con Cecchini infortunato, Roselli ha dovuto ruotare mezza squadra sulla fascia sinistra. Per non parlare della scelta del playmaker… Bove, Gelonese, Ilari, Signori, Rocchi, Rapisarda… ci manca solo Pegorin.

Angelo A: Hai detto bene. Davanti alla difesa ci manca un vero regista di ruolo, e questa cosa ha dato problemi sia a Magi che Roselli. Per carità, ci sono altri modi di giocare, ma qui si torna al punto fondamentale: non si parla di prendere giocatori forti, ma di costruire la squadra in modo decente. Se un giocatore si fa male (o è squalificato, o non è in forma) devi avere qualcun altro da mettere o no? Da noi devono giocare sempre gli stessi, abbiamo una rosa di 14-15. E ora siamo arrivati al punto in cui i giocatori sono stremati.

Michele: In questo momento vedo nei giocatori soprattutto un calo mentale. Nelle ultime settimane il presidente Fedeli è tornato a tuonare contro i “senatori”, chiedendo a gran voce più spazio per i giovani. A Trieste sono partiti titolari Bove e Di Massimo, non ho visto grandi miglioramenti. Quando si riuscirà a capire che questi ragazzi vanno tutelati e stimolati come collettivo, e non come singoli da mettere l’uno contro l’altro?

Angelo A: Per questo, lasciamelo dire, bisogna ringraziare soprattutto il nostro presidente, che fa questi discorsi folli dai tempi di Tortolano e Di Massimo. Ormai ogni scelta tecnica è diventata un dualismo, e ovviamente si mettono tutti a cavalcare questi discorsi demenziali. Poi qui abbiamo questa bella abitudine di tifare per uno insultando l’altro. I giocatori vanno tutti supportati, soprattutto quando sbagliano. Il discorso del pago-quindi-critico significa darsi la zappa sui piedi.

Vernecchie gold

Michele: Il bello è che queste critiche (se non veri e propri insulti) vengono presi come pretesto per “spronare” i giocatori. Funziona, no? Basti guardare le super stagioni di Russotto, Calderini, Pegorin e Sala…

Angelo A: Ogni anno dobbiamo stare con la speranza che i giocatori riescano a ignorare i ripetuti insulti del presidente. Stanco è un giocatore e un professionista eccezionale, ma ricordiamoci che qualcuno prima l’ha definito un peso inutile, poi gli ha chiesto 20 gol in campionato, e poi l’ha messo fuori squadra contro la Giana Erminio. Nonostante tutto ha la media di un gol ogni tre partite. Gli dovremmo fare una statua. Qui si stanno criticando tutti i giocatori, ma poi tutti vogliono di più. Cosa, non si sa.

Michele: In due mesi siamo passati dal miglioramento del terzo posto all’obiettivo salvezza, ora siamo decimi e non si capisce bene né quale sia l’obiettivo della società né quanta benzina ci sia ancora nelle gambe dei giocatori. Sento sempre parlare del Cosenza, che è partito in sordina e alla fine ha vinto i playoff, ma quella era una squadra in gran forma, che ha dedicato il girone di ritorno a prepararsi mentalmente e fisicamente. Noi abbiamo consumato una marea di energie nervose in polemiche sterili.

Fedeli Babadook

Angelo A: Quel Cosenza a gennaio prese 2-3 giocatori chiave per la vittoria, se non sbaglio. Noi praticamente non abbiamo fatto mercato. E non solo, quasi tutte le nostre avversarie si sono rinforzate. Fedeli ha detto più volte che non c’erano occasioni. Va bene, è una scelta legittima, basta che ci si renda conto che in giro ci sono squadre molto più forti, e altre che si sono rinforzate molto più di noi. Io temo che questo concetto non sia chiaro…

Michele: Beh, di certo il Presidente si aspetta di più, altrimenti non si sarebbe mandato via Roselli…

Angelo A: Ma che classifica dovremmo avere? Davanti ci sono delle squadre che hanno investito molto più di noi, e squadre che hanno costruito più di noi. La Fermana lavora con Destro da 4 anni, Ravenna e Imolese hanno due progetti societari che andrebbero studiati anche in Serie A. Noi? Più di loro abbiamo solo i tifosi, e quelli purtroppo non scendono in campo.

Michele: I tifosi sono la marcia in più, ma se le altri componenti vanno in difficoltà non si può chiedere al tifo di fare miracoli. Io non pretendo un mercato in stile Monza, né mi aspetto di andare in Champions League tra tre anni: basterebbe un minimo di programmazione, una visione a medio-lungo termine, l’impegno per crescere piano ma costantemente. Sono sicuro che ci sarebbe tanto, tanto entusiasmo in più.

Angelo A: Questo è sicuro. Invece ci stiamo creando la nomea di piazza in cui non si può far calcio. A mente fredda, quanti allenatori delle prime dieci lascerebbero la loro squadra per venire da noi? Secondo me nessuno. Anche perché dalla società non c’è alcun segnale di tutela ai propri allenatori. Ormai ci siamo abituati ai due allenatori l’anno, tra un po’ ci abitueremo anche al doppio cambio in panchina.

Vernecchie - Fedeli

Michele: Angelo, la colpa è tua che non hai capito che Fedeli ha un preciso piano tecnico: l’alternanza tra allenatori pelati e coi capelli. Da Beoni-Palladini a Palladini-Sanderra, fino a questa alternanza tra Magi e Roselli… coincidenze? Io non credo

Angelo A: Scusa eh, ma l’anno scorso c’erano Capuano e Moriero…

Michele: Infatti sono sempre più convinto che uno dei due abbia barato.

Angelo A: Ti dirò, dai a tutti un paio di anni con Fedeli e coi capelli non ci resta nessuno. Già un anno è moooolto lungo, anche perché si sta prendendo l’abitudine di richiamare gli esonerati a fine anno. Un pluriennale è quasi una condanna a morte.


La copertina di Madou è ispirata alla locandina di Io e Annie, film scritto e diretto da Woody Allen. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. E se vi va potete iscrivervi anche al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!

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