Cosa insegnano le partite con Arzignano e Vis Pesaro

Paolo Montero

Dal Riviera al Riviera, passando per la partita di Pesaro: due settimane che ci hanno insegnato molto sui rossoblu. L’analisi di Samb-Arzignano


«Quello que pasa è che noi siamo latini, e non accettiamo la sconfitta… e già guardiamo male i giocatori. Non è così, può capitare. Noi non abbiamo pazienza»

A San Benedetto il calcio si vive sempre in maniera accelerata, e molte volte basta un soffio per passare dai complimenti alle critiche. La stagione dei rossoblu era iniziata con ottime premesse − un allenatore esotico e affascinante, una squadra talentuosa, un calcio propositivo − ma alla prima sconfitta sono usciti fuori i primi rigurgiti “controrivoluzionari”. Sono già tornate le discussioni su questo o quel titolare, questa o quella sostituzione, e i primi dubbi sulla tenuta della squadra hanno preso il posto dell’iniziale esaltazione.

Un’operazione ingenerosa, perché dopo la complicata vittoria di Fano i rossoblu avevano risposto alla contro la Triestina, giocando un calcio così brillante da far passare in secondo piano il pareggio. Le prime due partite del campionato sono state per molti versi paradigmatiche: hanno evidenziato pregi e difetti di questo nuovo corso, mostrando una squadra frizzante e coraggiosa, ma ancora incapace di limitare i suoi momenti di vuoto. Questi sono venuti prepotentemente a galla nella partita di Pesaro, dove i rossoblu hanno rischiato tanto, senza mai dare l’impressione di poter vincere la partita.

Difficoltà comprensibili, visto il momento della stagione; fisiologiche se si considera il percorso tecnico dei rossoblu. Nelle ultime settimane si è parlato molto dei potenziali problemi difensivi di questa squadra, secondo la solita dicotomia tra gioco offensivo e fase difensiva: come in un gioco di contrappesi, dove per far crescere l’uno bisogna necessariamente rinunciare all’altro. Non è così.

Montero lo disse già alla presentazione: tutto parte dalla difesa, e da lì tutto è connesso; la Sambenedettese inizia ad attaccare già dalla propria area, controllando l’azione coi due centrali, e difende quando è in avanti, pressando alta o controllando il possesso. Fase offensiva e difensiva sono strettamente legate, e se non funziona l’una ne risente anche l’altra. Da qui le difficoltà di Pesaro e Fano, in cui i rossoblu hanno gestito male il pallone, allungando la squadra e cercando troppo spesso la verticalizzazione.

Tra la Triestina e la Vis Pesaro

Il calcio è un gioco di paradossi, e a volte per difendere meglio bisogna andare avanti, e per attaccare meglio bisogna tornare indietro. Nella partita contro la Triestina i rossoblu hanno gestito il pallone con calma, sollecitando spesso e volentieri Santurro, che in alcuni momenti fungeva da vertice basso del rombo di costruzione. La mossa ha spinto la squadra di Pavanel ad alzare la pressione, permettendo a Rapisarda e compagni di sfruttare gli spazi dietro la prima linea di pressione.

Contro la Vis Pesaro i rossoblu hanno fatto circolare male la palla, e questo ha rallentato troppo la fase di uscita; davanti alla buona copertura avversaria i sambenedettesi hanno iniziato a giocare in modo più frenetico, rischiando la giocata in verticale invece di tornare indietro e attirare il pressing. Una situazione che ha fatto il gioco della Vis Pesaro, ben contenta di abbassare la difesa e ripartire.

Due esempi dalla partita con la Vis Pesaro: nella prima azione Rapisarda è chiuso, ma preferisce lanciare avanti; nella seconda la Vis Pesaro è sbilanciata a destra, ma Miceli preferisce giocare nello stretto anziché tornare dietro e cambiare il gioco. In entrambi i casi il possesso va ai vissini

Un indice dell’atteggiamento arriva anche dalle statistiche: contro la Triestina Santurro ha ricevuto 23 passaggi dai compagni, giocandone 36; contro la Vis Pesaro ha giocato 12 passaggi in meno, dopo averne ricevuti solo 14. Giocare col portiere non significa necessariamente giocare meglio, ma nel caso della Samb il coinvolgimento del portiere in fase di possesso ha significato attaccare meglio e attaccare di più: contro la Triestina i rossoblu hanno giocato 53 passaggi in meno (408 vs 461), ma hanno fatto quasi gli stessi passaggi in avanti (151 vs 155), e 4 passaggi smarcanti in più.

Il miglior controllo del possesso ha garantito anche un miglior controllo, e non è un caso che Montero − nel parlare della difesa − l’abbia fatto citando sempre e comunque la gestione del possesso: «Se riesci a giocare lontano dalla porta costringi gli attaccanti a fare 40, 50 metri di scatto. C’è qualche rischio, ma il rischio è anche adrenalina».

Le conferme di Samb-Arzignano

La partita in casa con l’Arzignano metteva i rossoblu a un bivio: una vittoria avrebbe messo un punto sulle scorie di Pesaro, una sconfitta avrebbe dato ancora più spinta alle critiche. Montero non è uomo da farsi influenzare dalla pressione, e non a caso − al termine di una settimana in cui gli si è chiesto di coprire maggiormente la squadra − il tecnico ha deciso di azzardare ancora di più, inserendo Frediani sulla mezzala sinistra.

Samb-Arzignano

Quella di Frediani era una scelta rischiosa, ma con una sua logica. Le partite di Fano e Pesaro avevano evidenziato le difficoltà della squadra a creare superiorità numerica, specie quando le avversarie aspettavano basse e compatte nella propria trequarti; Montero aveva già provato qualcosa a Pesaro, dove aveva chiesto a Piredda (mezzala sinistra) di spostarsi verso il centro per scombinare le marcature sulla trequarti e dare un appoggio alla catena di destra. Una soluzione interessante, nonostante l’ex Olbia non sia riuscito a incidere.

L’inserimento di Frediani sulla mezzala seguiva la stessa linea di principio. La scelta dell’ex Ternana − un giocatore capace di muoversi indifferentemente al centro e sulla fascia, con buone qualità nell’uno contro uno − doveva aiutare la squadra soprattutto in fase di possesso, dando una soluzione in più sia nella fase di sviluppo che in quella di rifinitura.

La mossa di Montero è stata uno dei segreti dell’ottima partenza dei rossoblu, bravi a sfruttare le combinazioni tra Frediani e Di Massimo a sinistra, e quella tra Orlando e Rapisarda a destra. I quattro hanno permesso alla Sambenedettese di risalire molto velocemente le fasce, sfruttando al meglio gli spazi concessi dall’Arzignano, schierata col 4-3-1-2.

La partita dell’Arzignano, la reazione dei rossoblu

La squadra di Colombo era partita con l’intenzione di impostare un pressing medio alto, nel tentativo di recuperare palla e ripartire a campo aperto, dove poteva sfruttare l’agilità dei tre di attacco, che si scambiavano spesso per non dare riferimenti. Nel primo quarto d’ora i rossoblu hanno sfiorato il gol con Di Massimo, Miceli, Frediani e Cernigoi, ma alla prima occasione è stata l’Arzignano ad andare avanti.

Il gol dei veneti è arrivato al termine di una bella azione corale, in cui Pattarello (trequartista) si è allargato a destra per ricevere, Rocco è uscito dalla linea offensiva per portare via l’uomo, e Cais ha tagliato da sinistra verso il centro per concludere.

La rete ha messo i rossoblu in una condizione scomoda, ma nel momento più complicato la squadra di Montero ha avuto il merito di non perdere la bussola. Nei minuti successivi i rossoblu hanno alzato il baricentro, cercando di mettere ancora più pressione ai veneti: Rapisarda e Gemignani partivano alti già ad inizio azione, così come le due mezzali, mentre Angiulli arretrava in mezzo ai due centrali per ricevere senza pressione e far partire il gioco, cercando il cambio gioco sulla fascia o un compagno sulla linea offensiva.

Samb-Arzignano Valchiampo

Angiulli arretra in mezzo ai due centrali e lancia verso destra, dove ci sono Orlando e Rapisarda

Nel secondo tempo l’Arzignano ha sostituito  Rocco con Barzaghi, un attaccante per un laterale, passando alla difesa a cinque. I rossoblu si trovano di fronte a una partita simile a quella di Pesaro, con una squadra che una volta preso il vantaggio decide di coprirsi con una linea a cinque molto bassa, per poi ripartire.

Stavolta la Sambenedettese è riuscita a cambiare la gara, anche per quei duelli che Montero aveva già citato nei giorni prima della partita. La squadra di Montero ha dominato per un’ora buona, creando almeno cinque occasioni nitide, ma alla fine ha pareggiato e vinto grazie a due palloni strappati dai piedi dei difensori dell’Arzignano, apparsi poco lucidi nei momenti chiave della partita.

Il pareggio è arrivato grazie a un’azione caparbia di Rapisarda, che ha servito il tap-in di Cernigoi dopo aver rubato palla a Balestrero. Il 2 a 1 è arrivato nel finale, dopo che i rossoblu si erano buttati tutti in avanti, sfiorando il gol e rischiando il raddoppio. Nel finale – quando l’Arzignano è tornato fuori, appoggiandosi a un ottimo Piccioni – Santurro ha salvato la squadra, e Frediani l’ha portata a vincere.

La vittoria è arrivata grazie a degli episodi, ma le sue fondamenta stanno nell’atteggiamento della squadra, che è rimasta coerente anche nei momenti più difficili. I rossoblu non andavano ridimensionati dopo la sconfitta di Pesaro, e non vanno esaltati oggi: la Sambenedettese è all’inizio di un percorso di crescita, ma per dare un giudizio sulla strada presa servirà molto più di qualche partita.

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