La rubrica in cui la tunica del giornalista scopre la pelle del tifoso, con Angelo A. Pisani e Michele Palmiero. Puntata post Samb-Fano
«Let everything happen to you. Beauty and terror. Just keep going. No feeling is final»
Rainer Maria Rilke
Dopo l’impresa di Trieste la Sambenedettese è finita in un turbine autodistruttivo, passando dal terrore della sconfitta con la Vis Pesaro alla depressione post-Fano. Nel mezzo sono tornate le solite critiche contro allenatore e squadra, le voci su una possibile cessione e le polemiche del presidente Fedeli. Una settimana tutto sommato normale, per la Sambenedettese, che si prepara alla trasferta di Vicenza con il morale sotto i tacchi, le inseguitrici alle spalle e un presidente più disilluso e incazzato di Taika Waititi vestito da Hitler.
Michele Palmiero: Nell’ultima puntata delle Vernecchie mi ero emozionato per il cuore grande, gigantesco, di questa Samb. Eravamo felici e positivi, il mondo ci sembrava pieno di possibilità, ma non dimentichiamoci che un tifoso rossoblu ha in tasca l’abbonamento alle montagne russe… Eccoci qua a commentare due brutte partite casalinghe.
Angelo A: Capisco la delusione, perché si poteva fare un bel balzo in avanti, ma momenti del genere in una stagione ci possono anche stare. La squadra è questa, balliamo tra il nono e il settimo posto, pensare di poter fare di più è irrealistico. Che poi il problema non è quello di puntare in “alto”, perché quello è sempre giusto; il problema è che siamo pronti a buttare tutto all’aria dopo ogni sconfitta.
Michele: In questi giorni sono arrivate critiche allucinanti. Squadra scarsa, giocatori arroganti, allenatore incapace… Alcuni sono arrivati a dire che la squadra non ci mette abbastanza grinta e voglia di vincere: la stessa squadra che ha vinto a Trieste in 9 contro 11. Ma che state dicendo? Queste cose non si possono sentire.
Angelo A: Sai cosa mi fa incazzare? Che questi sono gli stessi che incensavano la squadra dopo Trieste, e sono gli stessi che dopo la prossima vittoria si rimangeranno tutto. I tifosi hanno il diritto di essere paradossali, il problema è che i primi a farlo sono i nostri cari colleghi giornalisti. Visto che quasi tutti si professano tifosi, vorrei informarli che se vogliono il bene della squadra dovrebbero evitare esagerazioni (nel bene e nel male), informarsi meglio e lavorare con un po’ di serietà in più. Altrimenti finiamo sempre in tragedia.
Michele: Per me il discorso è banalissimo: abbiamo raccolto solo un punto perché Vis Pesaro e Fano ci sono stati superiori tatticamente, tecnicamente e fisicamente. In modi diverse, entrambe le squadre hanno infilati il coltello nei punti deboli. Tra le due mi ha particolarmente impressionato il Fano, che ha giocato con qualità e coraggio a dispetto della posizione in classifica. Al Riviera abbiamo visto squadre cento volte più costose avere la metà della loro identità di gioco.
Angelo A: Sono pienamente d’accordo sulla partita col Fano, che ha dimostrato di giocare bene al calcio, meno sulla partita con la Vis Pesaro. Alla fine sono riusciti a fare la partita che volevano, ma noi siamo stati in completo controllo per i primi 70 minuti. Tatticamente l’avevamo preparata anche bene, secondo me, ma abbiamo fatto troppi errori tecnici. In una partita del genere era fondamentale giocare con fluidità, sfruttare gli spazi e vincere gli uno contro uno, ma non ci siamo mai riusciti.
Michele: La cosa preoccupante, secondo me, è che siamo andati in difficoltà su due piani di gioco completamente diversi: la Vis Pesaro si è chiusa dietro togliendoci gli spazi, il Fano ha imposto il suo ritmo alla gara gestendo il possesso. In tutte e due i casi abbiamo faticato tanto a fare il nostro gioco. Più che difficoltà atletiche o mentali, io ci ho visto tanti limiti tattici.
Angelo A: Secondo me non è un discorso di tattica, almeno non nella gara singola. Il fatto è che Montero fa un calcio ragionato, che va per principi: lui dà un “recinto tattico”, degli obiettivi di gioco, ma poi le scelte le fanno i giocatori loro in base alla situazione. Se i giocatori sbagliano le scelte o gestiscono male la squadra va male. Capuano, per fare un confronto, faceva un gioco molto più codificato: quando un giocatore prendeva palla aveva sapeva già cosa doveva fare, la squadra aveva certi canali di gioco e andava a memoria. Ora è cambiato proprio il modo di giocare, e ci stanno anche questi momenti difficili.
Ti faccio un esempio: nelle ultime settimane si è parlato tanto del “calo” di Rapisarda, ma prima di fare confronti col passato bisognerebbe anche pensare al contesto. Nelle stagioni passate (con Capuano, ma non solo) aveva compiti abbastanza meccanici: doveva partire quando era sul lato debole, e da lì attaccare alle spalle della difesa o cercare il fondo; con Montero gli è stato chiesto di fare più cose, anche nella gestione del possesso, e qualche problema di adattamento è più che comprensibile. Prima di dare giudizi netti bisogna riflettere, altrimenti si finisce per parlare a sproposito o tanto per dire.
Michele: Oh, non so perché ma mi è venuta in mente la conferenza del presidentissimo. Le parole al veleno di Fedeli mi hanno fatto tornare in mente il periodo del doppio flop contro Ancona e Maceratese, poco prima che arrivasse l’eson… ehm, le dimissioni di Palladini. In questo caso la posizione di Montero è più sicura, e di certo gode di maggior credito. C’è da dire che parte del merito è del personaggio, che sicuramente ha peso nei giudizi. Del resto parliamo di un campione di livello internazionale, che ha grande carisma e predica un gioco propositivo. Detto questo, considerando la squadra a disposizione e gli obiettivi prefissati, questa stagione è tutt’altro che negativa.
Angelo A: Alla fine il discorso è quello. Molti dicono che Montero è rimasto al suo posto solo perché ha un nome importante, e probabilmente è vero, ma questo non deve diminuirne i meriti. Montero si è dimostrato un allenatore serio e preparato, con un progetto tattico valido e una squadra ancora in corsa per i suoi obiettivi. Fedeli avrebbe mandato via altri allenatori nella stessa situazione, come ha già fatto in passato, ma oggi come allora avrebbe avuto torto Fedeli. Nelle quattro stagioni prima di questa ci sono stati sei esoneri, quanti di questi erano giusti? Due, al massimo tre.
La copertina di Madou è ispirata alla locandina di JoJo Rabbit, film di Taika Waititi. Meme di @apakakov. Potete partecipare alle Vernecchie commentando i post, scrivendo sulla pagina facebook o inviando una mail. E se vi va potete iscrivervi anche al nostro canale Telegram. Accettiamo consigli, domande, critiche e persino insulti velati!