Cosa sta succedendo alla Sambenedettese?

Paolo Montero

Contro Fano e Arzignano si è vista una Samb poco efficace e poco brillante, ma la situazione è meno grave di quel che sembra


Quante cose possono cambiare in due settimane? Dopo la grande vittoria di Trieste la Sambenedettese era risalita al settimo posto, a quattro punti dal Piacenza, e con un girone intero da giocare le possibilità sembravano infinite. Il calendario portava in dote Vis Pesaro, Fano e Arzignano, tre avversarie sulla carta abbordabili, tre partite che molti avevano già date per vinte. Alla fine di questo piccolo ciclo la Sambenedettese ha raccolto solo due punti, guadagnati in rimonta contro due squadre che in questo momento si trovano al 17esimo e 19esimo posto in classifica.

Tanto è bastato per buttare tutto all’aria, spingendo il presidente ad attaccare la squadra, e la stampa a rimangiarsi i complimenti fatti fino alla settimana prima. Nella foga del momento si è arrivati a rinnegare anche quanto fatto nel girone di andata, con il solito meccanismo di biasimo retroattivo. Eppure, risultati a parte, la Sambenedettese vista nell’ultima settimana non è poi così diversa da quella che si era ammirata prima.

Un passo indietro

Prima ancora dei pareggi con Fano e Arzignano c’era stata la partita con la Vis Pesaro, da cui i rossoblu sono usciti con le ossa rotte, portandosi dietro tantissime critiche. Della partita si era già parlato la scorsa settimana, ma è utile tornarci per spiegare un paio di cose in più. In molti hanno fatto leva sul risultato negativo per tornare sui soliti discorsi riguardo la fragilità della squadra, aggiungendo i soliti tormentoni sul “possesso sterile” e la “poca grinta”. Giudizi vaghi e pretestuosi, che non hanno alcun conforto dai numeri.

Contro la Vis Pesaro i rossoblu hanno giocato in modo molto aggressivo, recuperando 65 palloni nella parte medio-alta del campo (23 in più della media stagionale), e tenendo un indice PPDA di 4,79 (la media stagionale è 7,95). Il PPDA indica i passaggi concessi per azione difensiva: per intendersi, ogni cinque passaggi della Vis Pesaro i rossoblu hanno recuperato palla, fatto un fallo o tentato un contrasto. Nonostante un possesso meno brillante del solito i rossoblu sono arrivati a tirare 22 volte verso la porta, producendo un totale di 1,39 expected goals, contro gli 0,31 xG dei vissini. Episodi a parte, errori a parte, i rossoblu avevano fatto abbastanza per vincere.

Fano e Arzignano

Nell’ultima settimana si è messa la prestazione con la Vis Pesaro sullo stesso piano di quelle con Fano e Arzignano, nonostante avversari molto diversi, e diverse prestazioni e diversi contesti. Contro il Fano i rossoblu si sono trovati di fronte una squadra aggressiva e verticale, che ha alzato i ritmi della gara togliendo loro il controllo; contro l’Arzignano si sono trovati in un campo molto pesante, dove calci piazzati e cross in mezzo erano praticamente l’unico modo per rompere l’equilibrio.

Al Riviera la Samb ha sofferto molto la pressione alta del Fano, che ha deciso di rischiare una marcatura uomo contro uomo nella metà campo dei rossoblu. Barbuti e Baldini andavano in pressione sui centrali, Carpani schermava Angiulli, Marino e Parlati partivano sulle due mezzali, ma quando la palla usciva sulla fascia si allargavano sui terzini, con Amadio che li andava a coprire; sui due esterni andavano De Vito e Tofanari, che si alzavano lasciando solo tre giocatori in copertura. La Sambenedettese ha provato comunque a giocare, ma alla fine è stata costretta spesso al lancio lungo.

L’impatto iniziale è stato molto complicato: nei primi 30 minuti i rossoblu hanno perso ben 44 palloni, e si sono trovati a lanciare lungo il 21% delle volte. Per semplificare, più di un passaggio su cinque è stato un lancio in avanti, quando la media stagionale è di 15,6%, circa uno su sette. Nei 90 minuti i rossoblu hanno fatto addirittura 69 retropassaggi (20 in più della media stagionale), e si è trovata a dover lanciare lungo 74 volte (17 volte in più della media).

I continui ribaltamenti di fronte hanno favorito la squadra ospite, che si è dimostrata molto più brillante nel gestire i ritmi intensi della partita. Appena recuperata palla la squadra di Alessandrini andava subito in verticale, sfruttando la superiorità numerica del rombo di centrocampo, dove si creavano spazi grazie ai continui movimenti di trequartisti e mezzali tra le linee. La Samb non è riuscita a mantenere il controllo, e a inizio ripresa − su un recupero alto, e con l’aiuto di una deviazione − il Fano si è preso il vantaggio con Baldini.

La partita del Menti è stata molto diversa: le due squadre si sono trovate su un campo molto pesante e irregolare, dove la circolazione e la conduzione del pallone erano molto difficile. Memore dei problemi di Bolzano la Sambenedettese ha deciso da subito di affidarsi al gioco lungo, cercando di lavorare sulle seconde palle per consolidare il possesso in zona offensiva.

Dall’altra parte l’Arzignano ha cercato più spesso la circolazione bassa, anche per evitare il mismatch fisico coi giocatori della Sambenedettese; la squadra di Colombo ha fatto una partita molto dispendiosa, cercando di giocare dal basso per risalire il campo con le conduzioni dei due laterali, o appoggiandosi ai movimenti a venire incontro di Piccioni. Alla fine, l’obiettivo delle due squadre era lo stesso: arrivare sulla fascia e mettere la palla dentro, o guadagnare qualche piazzato in zona offensiva.

Nonostante gli errori in rifinitura, dovuti anche al campo, i rossoblu avuto le occasioni migliori: prima dello svantaggio hanno sfiorato il vantaggio con Di Pasquale, e prima ancora si erano visti annullare un gol con Grandolfo; al primo tiro nello specchio l’Arzignano è riuscito a trovare la rete con Bigolin, su corner. Nella ripresa Montero ha mischiato un po’ le carte, inserendo Rapisarda, Piredda e Volpicelli, che hanno dato freschezza e un po’ di pericolosità in più nell’uno contro uno. I cambi hanno funzionato: da un’azione di Rapisarda e Piredda è arrivato il pareggio, mentre Volpicelli ha sfiorato il 2 a 1.

Nonostante le assenze di Cernigoi e Angiulli − due giocatori che sarebbero stati importantissimi, in un campo del genere − i rossoblu sono riusciti a creare abbastanza occasioni per vincere, a dispetto degli errori in rifinitura. In 90 minuti i rossoblu hanno prodotto 1,86 expected goals, concedendo solo 0,52 xG (il miglior rendimento offensivo dalla partita contro il Ravenna, quando si arrivò 1,9 xG). La prestazione non è stata molto brillante, ma ancora una volta i rossoblu avevano fatto abbastanza per vincere la partita.

Manca sempre equilibrio

Gli ultimi risultati sono stati deludenti, ma parlare di “crollo” o “involuzione” resta un giudizio eccessivo. Gli uomini di Montero stanno attraversando un momento complicato, ma il bilancio di questa stagione non fa che confermare la statura della Sambenedettese, una squadra con una rosa da metà classifica. Aspettarsi qualcosa di più era lecito, dopo la partita di Trieste; chiederlo è ingiusto. I risultati dell’ultima settimana non rappresentano nessun crollo. Sono la diretta conseguenza della scarsa brillantezza della squadra, acuita dalle assenze e ai contesti molto complicati affrontati in partita.

Criticare allenatore e giocatori per il rendimento attuale significa fare un torto alla stagione della Sambenedettese, che ha giocato mezza stagione con un solo centravanti titolare, un solo terzino destro e un solo regista, ed è comunque riuscita a competere per la parte medio-alta della classifica. Il girone di andata ci ha dimostrato che la Samb può dire la sua contro tutti, ma i momenti di calo sono e restano inesorabili, almeno finché non si deciderà di allargare la rosa al livello delle prime sei in classifica.

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